Un Papa vicino alla gente: il cordoglio dei nostri parroci
La testimonianza personale di don Luca Ramello e il ricordo dei protagonisti del progetto CON-TATTO che lo incontrarono nel 2021

La notizia della morte di Papa Francesco, giunta nella mattinata di lunedì 21 aprile, ha scosso profondamente anche le comunità di Settimo, San Mauro, Castiglione.
Nella foto don Luca Ramello, parroco di San Mauro, qualche anno fa al fianco di papa Francesco
Un Papa vicino alla gente: il cordoglio dei nostri parroci
Un dolore condiviso che ha riportato alla memoria anche momenti di profonda umanità, come l’incontro privato del Pontefice con dodici ragazzi autistici dei nostri territori, avvenuto quattro anni fa a Roma nell’ambito del progetto Con-tatto del Rotary.
"Buon Cammino Santo Padre, grazie per averci accolto nella tua casa, grazie per averci amato" si legge sulla pagina social del progetto.
Le campane a lutto hanno risuonato nelle chiese locali, mentre si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio, sia sui social sia dalle autorità religiose e civili.
Tra le voci più toccanti, quella di don Paolo Mignani, parroco di Mezzi Po: «Papa Francesco ha lasciato una Chiesa che ha rotto il ghiaccio e aperto le porte. Ora spetta a noi raccogliere la sua eredità».
Anche il diacono settimese Octavian Matei ha parlato di un dolore ancora da elaborare, ma accompagnato dalla speranza che lo Spirito Santo indichi la strada. Gianluca Spiga, referente degli Oratori di Settimo, ha sottolineato il ruolo rivoluzionario del Papa: «Ha segnato una svolta nella storia della Chiesa, intercettando il cambiamento d’epoca».
Don Luca Ramello, parroco di San Mauro, ha ricordato il Pontefice con un episodio personale che ne ha evidenziato l’umiltà: «Mi colpì quando, dopo un incontro con i giovani, mi chiese come fosse andato. Era vicino, semplice, autentico».
Don Luca ha poi affidato ai social questo ulteriore ricordo personale:
L’Amore più grande. Era il 2015. Piazza Vittorio a Torino era gremita di oltre 60.000 giovani. Lì, nel cuore della città di Don Bosco, ci fu l’abbraccio con Papa Francesco, venuto per il Bicentenario della nascita del Santo dei giovani e per l’Ostensione della Sindone. In quell’incontro indimenticabile, ci mettemmo davanti alla Croce. Non una croce qualunque, ma quella che custodisce l’amore più grande. Lo stesso amore che Papa Francesco ci ha annunciato con la sua vita, con le sue parole, con la sua tenerezza, con la sua testimonianza. Oggi che il Signore lo chiama a sé, vogliamo dire grazie per quel momento e per tutto ciò che è stato. Grazie, Santo Padre, per averci condotti a Lui. L’amore più grande ti accolga ora tra le sue braccia.
Un sentimento di lutto e riconoscenza che ha coinvolto non solo il mondo ecclesiastico, ma anche la politica locale, unita nel ricordo di un Papa che ha lasciato un segno profondo e universale.
Servizio completo a cura di Desirèe Di Monte sul settimanale La Nuova periferia di Settimo