Sulla panchina col sindaco

"Vi racconto Sciolze": a tu per tu con Gabriella Mossetto. Video

Prosegue la rubrica alla scoperta dei Comuni della nostra zona

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"Vi racconto Sciolze": a tu per tu con Gabriella Mossetto. Video.

Sciolze

E’ sulla panchina rossa di Sciolze che prosegue il nostro viaggio tra i comuni del territorio, alla ricerca del faccia a faccia settimanale con il sindaco della città. Archiviato il vis a vis con il primo cittadino di Cinzano e poi con quello di Rivalba, è il momento di fare i conti con Gabriella Mossetto, alla guida dal 2014 di un paesino di circa 1400 abitanti, in piemontese noto come Siosse.

L'intervista

Sindaco, si presenti a un pubblico che non la conosce.
«Sono cresciuta a Sciolze, ho lavorato per 42 anni come insegnante e ora sono in pensione. Ho un legame molto intenso con il territorio, e infatti per me questo mandato rappresenta una missione».
Come mai ha scelto di diventare sindaco di una realtà come Sciolze?
«A me questo tipo di incarico è sempre piaciuto. Ho fatto il mio ingresso nell'Amministrazione nel 1995, e ho avuto la possibilità sia di entrare in contatto con molte persone che di dare una mano concreta a questo paese . Per un periodo sono stata assessore, poi vice sindaco, ed infine sindaco. Credo fortemente nella completa collaborazione, perché il paese è di tutti».
Che rapporto ha con i suoi cittadini?
«Stretto. Ho sempre il cellulare acceso e loro sanno che per qualsiasi motivo possono chiamarmi. Vengo in Comune tutti i giorni, vado a messa la domenica e sono anche volontaria della Caritas, quindi la mia presenza sul territorio c'è. Ho scelto di pubblicare sul sito internet di Sciolze il mio numero di telefono per favorire il contatto diretto con tutti i cittadini, soprattutto con quelli nuovi».
I cittadini le danno del tu?
«Sì, molti sì. Anche perché, per una gran fetta della popolazione, sono semplicemente Gabriella».
Quali sono le passioni di «Gabriella» al di fuori del Comune?
«Dirigo la cantoria della parrocchia, e amo la pittura, che è sempre stata il mio sogno. Ancora oggi, qualche volta, restauro statue a livello amatoriale. Terminato il mandato, mi piacerebbe dedicarmi a questo e a mio nipote».
La sua famiglia l'ha appoggiata nel percorso amministrativo?
«Mio figlio, in realtà, era contrario, perché sapeva a cosa andavo incontro e in più, nel primo mandato, lavoravo ancora a scuola».
Quali sono, invece, le iniziative rivolte ai giovani?
«Avevamo pensato di realizzare uno spazio in cui si potessero identificare, ma con il lockdown si è bloccato tutto. Ci sarebbe anche l'area al polo educativo, dove possono giocare a pallone. Le idee ci sono, ma bisogna considerare anche le disponibilità finanziarie».
Sindaco in piena pandemia. Come ha gestito la situazione?
«Diciamo che non mi sono fatta mancare nulla, perché durante il primo mandato c'è stata la tromba d'aria, e ora il Coronavirus. Noi sindaci non eravamo preparati a tutto questo. Nella prima fase non abbiamo registrato tanti contagi, ma ci sono stati problemi economici per molte famiglie. Non avrei mai immaginato così tante criticità sotto questo aspetto. Ora, invece, stanno lievitano i casi, soprattutto tra i più giovani. Penso che il problema siano stati anche i trasporti pubblici, la cui gestione è stata un disastro sia a livello nazionale che regionale».
Com'è la situazione nella casa di riposo?
«La struttura ha chiuso tutto a febbraio. Ci sono state delle lamentele da parte dei parenti, ma in quel momento, era prioritario tutelare la salute dei pazienti».
Sciolze è uno dei pochi comuni ad avere una donna come sindaco. Si è dovuta scontrare con qualche pregiudizio?
«In passato, si. Mi era stato detto che questo comune non era pronto per avere un sindaco donna, ma io mi sono battuta con tutte le mie forze contro questa discriminazione medievale. Ora, credo che molti cittadini siano contenti di avere una donna alla guida».
Questi commenti le hanno fatto male?
«No, sono una donna forte e il pregiudizio non mi tocca».
Quali promesse vuole fare ai suoi cittadini?
«Innanzitutto, l'auspicio è che questa pandemia finisca presto. Poi, mi piacerebbe realizzare entro la fine del mio mandato alcuni progetti che avevo in mente. Per ora, assicuro la mia completa disponibilità a tutti».
Quindi non si ricandida?
«No, grazie. Mi sembra giusto lasciare spazio ai più giovani. Io ho segnato una strada e ora devono continuarla loro».

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