A Settimo

"Qui nel palazzo abbiamo paura, fate qualcosa prima che ci scappi il morto"

Liti furiose con tanto di coltelli e padelle lanciate dalle finestre: è la segnalazione che arriva da via Einaudi

"Qui nel palazzo abbiamo paura, fate qualcosa prima che ci scappi il morto"
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Le notti sono insonni ormai da giorni e sono cadenzate da urla e dal fragore dei pugni contro una porta blindata. «Siamo esasperati, qui bisogna intervenire il prima possibile, prima che ci scappi il morto». Quello che può sembrare un’esagerazione, per i condomini del civico 27 di via Einaudi è diventata una triste normalità, ormai da lunghi mesi. Lo racconta il settimanale La Nuova Periferia di Settimo.

Una situazione difficile

Alla base c’è una storia che fonda le sue radici su una difficile situazione. I protagonisti, quelli finiti nel mirino delle polemiche e delle proteste dei residenti sono un uomo e una donna, entrambi di nazionalità romena.

Lei residente nell’alloggio al primo piano del civico, lui - dopo una precedente relazione e dopo essere rimasto fuori dalla casa di via Custoza (Borgo nuovo) dove viveva, è stato ospitato nell’alloggio della donna che, nel frattempo, era rimasta vedova. Doveva essere una cosa temporanea, così raccontano tutti. E invece quell’ospitalità si è protratta nel tempo. Fino a diventare una sorta di vicenda di «dominio pubblico» a causa di quelle liti continue, «a qualsiasi ora del giorno e della notte» come raccontano i residenti, che sono diventate una vera e propria normalità.

Liti e abuso di alcol

Un rapporto, quello tra l’uomo e la donna che non è ben definito ancora oggi a nessuno. Lei e lui, se sentiti singolarmente, prendono le distanze l’uno dall’altra. Entrambi si accusano a vicenda, di botte e di un abuso di alcool. A sentire i residenti, invece, la storia è diversa. Se per lui, 52enne in Italia da circa vent’anni, la colpa è tutta di lei che lo picchia e lo caccia di casa lanciandogli contro vestiti ed effetti personali dal balcone mentre è in preda ai fumi dell’alcool, i residenti accusano anche lui. «E’ sempre ubriaco, nasconde persino le sue bottiglie nella fioriera di fronte all’androne del palazzo».

Lui vive in cantina

Vive in cantina, lui. Non è chiaro da quanto. Dice da pochi giorni, da quando lei l’ha cacciato di casa per l’ultima volta. Lei dice che ci dorme da mesi e che in quella casa non ci mette piede da molto tempo. I residenti, invece, sono di diverso avviso. «Fanno tira e molla. A seconda di come fa loro comodo vivono sotto lo stesso tetto, fino al litigio successivo, almeno, che si trasforma in un teatro per tutto il quartiere».

L'ultima furiosa scenata con tanto di coltelli

E così è stato anche nella serata di giovedì 20 aprile. Lui si è dapprima messo a discutere con i residenti di un palazzo di fronte. Poi ha esagerato, di nuovo. «Si è messo a spaccare tutto, a gridare nel portone e a far casino». I termini dei residenti sono diversi e più forti, e tutti diretti a far emergere il loro grado di esasperazione. Lui, spiegano ancora, «proprio giovedì sera aveva addosso persino due coltelli e una specie di mannaia».

Gli stessi che l’inquilina che lo ospitava, venerdì pomeriggio all’ennesimo intervento dei carabinieri, non si è fatta problemi a portare giù dal piano di sopra e mostrare ai militari. Un intervento, quello dei carabinieri, che si è reso necessario dopo che l’ennesima discussione ha scaldato gli animi oltre ogni soglia. Anche a causa del ritrovamento, a pochi centimetri dal giaciglio che l’uomo, che si è costruito in una cantina dello stabile, di una bicicletta - opportunamente smontata - che un ragazzo residente poco distante ha riconosciuto e reclamato.

Padelle lanciate dalla finestra

«Bisogna che si intervenga il prima possibile - chiede a gran voce il capannello di residenti che si è formato intorno alla scena -. L'altra sera aveva addosso tre coltelli, un’altra ne aveva addosso addirittura sei. Lei (la donna residente che lo ospitava, ndr) ha lanciato dal balcone una padella, una teglia. Avesse preso in testa qualcuno l’avrebbe fatto secco. Non possiamo più vivere in questa situazione, siamo stanchi e non sappiamo come uscirne fuori».

"Abbiamo paura"

«Se abbiamo paura? - si chiedono retorici - Fate voi, c’è un uomo che gira armato di coltelli e che non si fa problemi a mostrarli a suon di minaccia... Qui abbiamo tutti paura, considerando che per alcuni inquilini parliamo di persone anziane che non saprebbero come difendersi. E’ necessario che le forze dell’ordine, che l’Amministrazione comunale e che i servizi sociali facciano il loro corso. Noi contro quest’uomo, così come contro di lei, non abbiamo nulla. Ma non possiamo vivere ostaggio di atti di vandalismo che sono reciproci dispetti, di continue urla e danneggiamenti allo stato dei luoghi che già abbiamo lamentato e segnalato all’Atc con una raccolta firme inoltrata via mail. Abbiamo bisogno che si intervenga il prima possibile e che lui venga allontanato. Non possiamo aspettare che ci scappi il morto, un’eventualità che tutti qui, ormai, temiamo più di qualsiasi altra cosa».

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