Inchiesta

Se le Gescal sono diventate "Oasi della speranza perduta"

La testimonianza di una negoziante che sta per chiudere: "Il senso unico di via Consolata ha ucciso il commercio"

Se le Gescal sono diventate "Oasi della speranza perduta"
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Per richiamare il nome di uno dei parchi più caratteristici del quartiere, in alcuni punti, le Gescal sono tutto tranne che «l'Oasi della Speranza». Anzi, a dire la verità, ogni speranza l'hanno deposta i commercianti di via Consolata che, ormai, convivono da anni con una viabilità che ha penalizzato il fermento e lo sviluppo della zona.

Continua il tour del nostro settimanale La Nuova Periferia tra i quartieri di Settimo.

La parola ai commercianti

"Chiudo, l'affitto era diventato altissimo"

Tra le voci del nostro «tour» alle Gescal, ci sono proprio gli esercenti. Quelli che sopravvivono o che almeno ci provano. E per una nuova attività che in questi giorni ha aperto lungo via Consolata – un cambio di gestione, per l’esattezza –, ce n’è un’altra, subito accanto, che si prepara a salutare.

Durante il nostro «viaggio a chilometro zero», infatti, ci imbattiamo nella storia di Laura Dechechi, residente alle Gescal e titolare di un negozio di fiori che a fine mese abbasserà definitivamente le serrande, lasciando un ulteriore vuoto commerciale all'interno della via. «La mia scelta dipende dall'affitto troppo alto. Ho aperto questa attività due anni fa, partendo da 600 euro e adesso sono arrivata a 900. Credo sia una cifra eccessiva, soprattutto se si considera che in centro a Torino chiedono 700 euro e siamo in via Garibaldi. Non c'è proprio paragone».

Laura è pronta a ripartire – lavorativamente parlando - da Volpiano. «Sono andata a vedere diversi locali a Settimo, ma ognuno aveva una problematica. Il negozio di fiori ha bisogno di un parcheggio, anche solo per una sosta veloce. Soprattutto nel periodo di saldi, mi sono ritrovata a servire clienti che mi hanno chiesto dieci mazzi di fiori ed è impensabile affittare un negozio nella via pedonale, costringendo così le persone ad andare in giro a piedi o con delle piante pesanti. Un'altra zona interessante era piazza Campidoglio ma anche lì l'affitto è molto elevato. Sono consapevole che non dipenda dal Comune, ma magari l'Amministrazione potrebbe suggerire ai proprietari degli immobili di non elevare troppo i prezzi, specialmente nelle zone non centrali, perché in questo modo il commercio muore», fa notare l'esercente che, oltre ad analizzare i limiti delle politiche di affitto presenti sul territorio, si è concentrata sulle criticità specifiche della zona.

"Il senso unico di via Consolata ha ucciso il commercio"

«Io abito qui dal 2006 e ricordo che inizialmente c'erano molti negozi aperti. C'era una cartoleria, un negozio di intimo, la panetteria che funzionava. Era una zona abbastanza trafficata e a doppio senso. Poi – prosegue -, hanno introdotto il senso unico, il passaggio si è ridotto tantissimo e c'è stato un declino pazzesco per i negozi. I commercianti avevano richiesto di rifare il doppio senso, ma non è mai stato ripristinato».

Un'altra nota dolente in zona sembrano essere i parcheggi: «Ce ne sono quattro per disabili che non sono mai occupati e parcheggiare è un disastro, soprattutto in alcune ore».

Critico sulla viabilità anche il titolare della tabaccheria in cima alla via. «A Settimo ci sono tutti sensi unici e diciamo che la viabilità non è delle migliori. Per quanto riguarda via Consolata, se questa strada tornasse come prima – commenta -, ci sarebbe più passaggio e incrementerebbe lo sviluppo di una zona che a livello commerciale è seduta. Io non mi posso lamentare perché lavoriamo, ma credo che servirebbe comunque una maggiore crescita dell'area».

"Per non parlare della mancanza di illuminazione"

Non le manda a dire nemmeno Fabrizio Lovatello, titolare del bar all'angolo con via Einaudi. Proprietario del locale dal 1964, l’esercente ha vissuto la trasformazione della zona e tutte le problematiche che si sono create con l’introduzione della nuova circolazione viaria. «Il senso unico ci ha uccisi, per non parlare dell'illuminazione pubblica. Venite a fare un giro la sera e ve ne rendete conto – dichiara senza mezzi termini -. Ho fatto battaglie su battaglie, ma senza successo. In questi anni, non ho mai visto miglioramenti, ma solo peggioramenti».

Lovetello, storico commerciante del quartiere, dopo l'introduzione del senso unico si è sempre battuto per risollevare le sorti di via Consolata senza però mai ottenere migliorie. E adesso, quella che rimane è solo la rassegnazione verso un ceto politico in cui non crede più. Motivo per cui, su nostra sollecitazione, non ci prova neanche a stilare la lista dei desideri per la prossima Amministrazione. Anzi, in vista delle elezioni di giugno, Lovatello medita l'astensionismo. «Ho fatto tutto quello che potevo. Io fortunatamente vado avanti, ma qui i negozi hanno chiuso tutti. Che altro devo fare? - domanda -. Se Lei, nella mia situazione, riuscisse ad essere fiduciosa, le direi “brava”. Ma io come posso esserlo? Fino ad ora, sono sempre andato a votare, ma adesso sapete una cosa? Mi sta passando la voglia...».

Fiore all'occhiello il mercato di via Einaudi

Tra le «oasi» del quartiere Gescal c’è anche il mercato di via Einaudi, una sorta di «riserva» per tutto il rione, di «area protetta» come quella del vicino parco di via della Costituzione.

Una fiera rionale che funziona, affermano con convinzione i cittadini, che arrivano persino da altri quartieri della città per farvi la spesa; animando così, almeno un giorno a settimana, quello che viene descritto da tutti come «un quartiere piuttosto tranquillo». E ne sono consapevoli anche gli ambulanti. «Qui si trovano qualità, varietà e prezzo» riassumono in tre parole a ‘mo di spot pubblicitario alcuni di loro.
«Il mercato ha riqualificato completamente questa zona e va alla grande».

Annuiscono i settimesi, pregando la prossima amministrazione di preservare il territorio dall’avvento di nuovi supermercati e di valorizzare esempi virtuosi come il mercato del giovedì.

Eppure qualche magagna, tra le case Gescal, i residenti l’hanno comunque individuata. «Il mercato del giovedì è tra i migliori, insieme a quello del sabato. La cosa che bisognerebbe migliorare, però, è la disponibilità di parcheggi. Proprio per il fatto che il mercato ha tanto successo e che ci viene tanta gente è difficile trovare un buco in cui lasciare la macchina» afferma un’utente. Tema strettamente legato alla viabilità. «Hanno eliminato dei posti in via Torino per lasciare spazio alla ciclabile, ed ora è diventata troppo stretta per le auto. Mi chiedo, interessava a qualcuno la ciclabile lì? Non era meglio lasciare i posteggi?» lamenta per esempio una cittadina. Un’altra invece polemizza sulle ridotte dimensioni dei marciapiedi. «Alcuni tratti sono ostici e troppo stretti per chi conduce passeggini o per i disabili. Succede anche lungo via Torino, infatti non è raro vedere gente che transita sulla strada» segnala la donna, che col passeggino, oltretutto, si trova spesso a dover fare lo slalom anche tra le deiezioni canine.

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