Il progetto

San Mauro videosorvegliata per scacciare la criminalità

Obiettivo del progetto è, come detto, estendere la rete del territorio, comprendendo impianti privati.

San Mauro videosorvegliata per scacciare la criminalità
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San Mauro videosorvegliata per scacciare la criminalità.

San Mauro videosorvegliata

Come un “Grande Fratello”. San Mauro sarà un comune videosorvegliato con una vasta rete di occhi elettronici in grado di prevenire la criminalità sul territorio e consentire alle forze dell’ordine di individuare gli autori di episodi criminosi.

Il piano previsto

Ad aggiungersi alle oltre 40 telecamere già installate e a quelle di nuova generazione sostituite in questi anni, completeranno il quadro gli impianti privati, installati da cittadini presso condomini e case, che potranno adesso comporre una maglia capillare di punti di monitoraggio.
Il progetto vedrà la luce nelle prossime settimane, dopo l’approvazione in Consiglio comunale del regolamento redatto a sei mani da Amministrazione, Polizia locale e un avvocato impegnato nella gestione degli aspetti più delicati, riguardanti la privacy dei cittadini e il trattamento dei dati sensibili. Un tema ampiamente spiegato durante la commissione territorio dello scorso 21 luglio.
«Il regolamento disciplina le modalità di videosorveglianza secondo i vari progetti finora portati avanti e con nuovi progetti che partiranno a breve - spiega l’assessora Licia Nigrogno -. E’ un passo molto importante perché permette di ampliare il nostro progetto iniziato anni fa per la sorveglianza del territorio e messa in sicurezza della città. Con l’ampliamento degli impianti coinvolgendo quelli dei privati cittadini ci apriremo la possibilità di un nuovo progetto che è stato molto complesso da portare avanti e rendere operativo, soprattutto da un punto di vista legale».
Diversi i temi «caldi» a cui dedicare un approfondimento, e tra questi proprio la privacy dei soggetti ripresi, che non può essere violata per alcuna ragione, e il trattamento dei dati sensibili. A gestire i filmati e le immagini riprese sarà il comandante della Polizia locale, indicato dalla norma come figura di riferimento in tali materie. «La norma dice che non può che essere il capo della Polizia locale a gestire queste immagini, istituzionalmente è l’ente preposto ad avere la materia in mano di videosorveglianza», spiega l’avvocato Galvagno, che ha seguito e curato la redazione del nuovo regolamento. «Le immagini - aggiunge invece il dirigente Aquini - incidono sulla privacy dei soggetti ripresi e c’è un controllo della gestione dei dati che dev’essere pianificato e utilizzato solo per il tempo strettamente necessario ai fini della sicurezza».

Il regolamento

Obiettivo del progetto è, come detto, estendere la rete videosorvegliata del territorio, comprendendo impianti privati. «L’utilizzo di questi dati saranno utilizzabili solamente dalle forze dell’ordine che ne avranno accesso proprio come all’interno della rete della videosorvelgianza comunale - precisa Nigrogno -. Questo permetterà di seguire i movimenti dell’eventuale malvivente, e creare una catena di controllo per avere la città sempre più vigilata. Da un lato i benefici saranno operativi, per l’identificazione di malviventi, dall’altro preventivi, per disincentivare la criminalità». Ma non solo, gli impianti installati saranno anche in prossimità delle zone più soggette al fenomeno degli abbandoni di rifiuti, cercando di contrastare in questo modo uno dei problemi che creano maggiore impatto ambientale.
«Volendo raggiungere finalità di sicurezza pubblica e del patrimonio, occorre dare la possibilità alle forze di polizia di accedere alle registrazioni private per contrastare i reati - spiega il legale, consulente per il Comune -. Non interesseranno le immagini su suolo pubblico, ma soltanto quelle che riguardano il pubblico». Strade e piazze saranno quindi controllate dalle forze dell’ordine, e attraverso il nuovo regolamento sarà consentito orientare gli occhi elettronici verso l’esterno della proprietà privata, pur garantendo il trattamento dei dati e la privacy dei passanti. «Per fare ciò - spiega Galvagno - bisogna stabilire regole concrete affinché quando la polizia usi i sistemi dei cittadini. Nasce così un progetto strategico e che guarda al futuro: innanzitutto, occorre stabilire patto con le forze dell’ordine e definire le modalità attraverso cui farlo, poi è necessario dotarci di un regolamento che disciplini l’impianto di videosorveglianza».
Il documento, che sarà approvato nella seduta del Consiglio di martedì 27 luglio, è all’avanguardia e consente uno sviluppo del progetto. Tra le future intenzioni dell’Amministrazione, anche l’anagrafe delle telecamere. «Uno strumento per sapere subito e con precisione dove sono i punti di videosorveglianza nella zona. In pochi minuti permette di avere le immagini e ottenere subito il risultato necessario alla polizia per procedere con le proprie attività», conclude l’avvocato.

Il commento dall’opposizione

Entusiasta il consigliere Antonio Lombardi, che da tempo chiede all’Amministrazione una maggiore attenzione sul tema della sicurezza. «Tengo molto al tema e mi sembra che questa organizzazione sia funzionale. Sono più che contento e spero veramente che si possa realizzare».

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