Dibattito

Registrazione dei figli di famiglie omogenitoriali: la sindaca Guazzora è pronta a disobbedire

Allineata alla posizione del collega di Torino e di altri primi cittadini italiani

Registrazione dei figli di famiglie omogenitoriali: la sindaca Guazzora è pronta a disobbedire
Pubblicato:
Aggiornato:

Anche Giulia Guazzora, sindaca di San Mauro Torinese, è  tra i sindaci «arcobaleno» pronti a disubbidire al Governo che non vuole riconoscere i figli delle coppie omosessuali nati all’estero. Sposando quindi la posizione del sindaco metropolitano Stefano Lo Russo e dei colleghi di Roma, Milano, Napoli, Bologna, Firenze e Bari, solo per citare alcune delle città più grandi, che vogliono proseguire nella trascrizione all’anagrafe del paese di residenza di questi bambini. Ma anche proporre una legge per normare la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali.

"E' un percorso di diritti"

Guazzora lo ha dichiarato apertamente in una nota stampa del Cinema Teatro Gobetti che nei giorni scorsi lanciava l’arrivo, per la prima volta in provincia, di un frammento della rassegna Lovers Film Festival. Il palcoscenico di via Martiri della Libertà lo scorso 6 aprile ha infatti ospitato la presentazione di un libro legato a doppio filo alla kermesse cinematografica a tema Lgbtqi+ - cioè lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali.

"Siamo molto sensibili a questi temi e siamo contenti, come amministrazione, di ospitare questo incontro in attesa del summit dei sindaci che ci sarà il prossimo 12 maggio al Teatro Regio di Torino, per la legge sui figli delle coppie gay. È un percorso di diritti" sono state le parole della sindaca.

"Allineata alle posizioni del sindaco di Torino"

L’appuntamento cui fa riferimento la prima cittadina di San Mauro è stato organizzato dal suo omologo torinese, Lo Russo, il quale ha scritto una lettera a 8mila colleghe e colleghi di tutta Italia, chiamandoli a raccolta al Regio per fare quadrato su una proposta di legge che regoli il riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali. All’incontro, per l’appunto, Guazzora non intende mancare, dicendosi "Allineata alle convinzioni del sindaco di Torino e dei tanti amministratori italiani che si stanno muovendo in questa direzione. Anche perché dal punto di vista normativo ci sono una legge traccia, la numero 40/04, e alcune sentenze della Cassazione che fanno giurisprudenza e sono chiare nel ribadire la necessità di una legge che riconosca pari diritti ai figli delle famiglie omogenitoriali. È ora che il legislatore recepisca quella che è un’evoluzione della società e normativa sul quale altri si sono già espressi".

Pronta alla disobbedienza civile

Ma c’è di più. Raggiunta telefonicamente dal settimanale La Nuova Periferia, Guazzora afferma di voler affiancare a questa battaglia politico-istituzionale azioni più concrete, di «disobbedienza civile». Su tutte l’emissione di certificati anagrafici simbolici, in adesione all’appello lanciato dal comitato Torino Possibile che ha invitato i sindaci dell’area metropolitana di Torino a "continuare in segno di protesta a rilasciare certificati anagrafici simbolici, che, seppur privi di valenza legale, abbiano lo scopo di riconoscere entrambi i genitori di bambini nati all’estero, al fine di non isolare queste famiglie e per dimostrare loro che l’intera comunità di cui fanno parte, e nella quale hanno deciso di crescere i loro figli, non li abbandona".

"Accogliamo e aderiamo all’appello» conferma Guazzora, dichiarandosi anche «Favorevole alla gestazione per altri, purché attraverso una procedura controllata che eviti sfruttamenti». Poi la prima cittadina conclude con una più ampia riflessione sulla tutela dei diritti e delle libertà. «I diritti sono in una fase di generale “messa in discussione”. Anche quelli dei detenuti, come il caso di Eva Kaili, alla quale sono stati negati gli arresti domiciliari per stare con la figlia di due anni. E’ un tema molto ampio. Spesso abbiamo davanti violazioni basilari e non facciamo nulla".

Seguici sui nostri canali