L'addio della Collina a Carlo Mazzone, campione di altruismo
Le parole della figlia: "Ci hai insegnato cos'è l'amore e cosa vuol dire prendersi cura di qualcuno"
Anima e punto di riferimento del Bussolino sport, alpino instancabile, per anni ha fatto parte della Croce Rossa e ha sostenuto la Fondazione Telehon. Il funerale è stato celebrato nel pomeriggio di oggi, martedì 7 maggio, nella parrocchia gassinese dei Santi Pietro e Paolo.
L'addio della Collina a Carlo Mazzone
Erano tanti oggi a Gassino, nonostante la fitta pioggia, per l'ultimo saluto a Carlo Mazzone, simbolo di entusiasmo, altruismo e capacità di aggregare e coinvolgere tantissime persone.
La comunità della Collina si è stretta con affetto e gratitudine intorno alla moglie Enza, alla figlia Simona con Lazzaro, alla nuora Stefania con l’amato nipote Leonardo. Mazzone infatti qualche anno fa aveva dovuto affrontare l'enorme dolore della perdita prematura del figlio Dario.
Anima dello sport e del volontariato locale
Anima del Bussolino Sport, che ha guidato fino a qualche settimana fa, Mazzone è stato un ciclista appassionato, un alpino e per tanti anni volontario in Croce Rossa e sostenitore di Telethon.
Impossibile dimenticare le sue gimkane, organizzate in occasione della festa patronale di Gassino e anche di San Raffaele, lodevoli le iniziative organizzate a sostegno della ricerca sulla distrofia muscolare e le altre malattie di Telethon.
Ricordi e gratitudine
E in occasione della cerimonia di oggi c'erano proprio tutti i rappresentanti delle varie realtà che avevano visto Mazzone impegnato in prima linea nella sua vita: una nutrita delegazione del Bussolino Sport, praticamente la sua seconda famiglia, in sella alle amate di mountain bike ha preceduto il corteo funebre.
Al termine, poi, toccante il ricordo della figlia Simona: "Grazie papà, perché ci hai insegnato cos'è l'amore, ci hai insegnato cosa vuol dire prendersi cura di qualcuno. E tu a prenderti cura degli altri eri un campione".
Sentimenti di gratitudine, stima e affetto sono stati espressi anche dagli amici della leva dei Coscritti del 1950, della Pro loco e degli Alpini. Questi ultimi erano presenti in gran numero per salutare l'amico con l'inconfondibile cappello con la penna che anche Mazzone aveva indossato fieramente tantissime volte.
"Carlo non ha posato lo zaino - hanno evidenziato gli amici - probabilmente era diventato pesante ma non lo avrebbe mai mollato. Piuttosto è il suo zaino che si è rotto e gli è stato sicuramente dato un altro zaino da un'altra parte. Adesso sicuramente è con le persone a lui care pronto a organizzare qualcosa di grande. Senza di lui il gruppo degli alpini non sarà più lo stesso".
L'emozione si è quindi sciolta nella preghiera dell'alpino che ha concluso la cerimonia. Il feretro è stato poi portato al Tempio Crematorio di Mappano.