Dibattito

I sindaci del territorio a Torino per difendere i diritti delle "famiglie arcobaleno"

"A Settimo continueremo a registrare entrambi i genitori, anche se su questo tema è indispensabile una legge"

I sindaci del territorio a Torino per difendere i diritti delle "famiglie arcobaleno"
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Oltre trecento tra sindaci, assessori, consiglieri comunali e «addetti ai lavori» per «Le Città dei Diritti». L’evento andato in scena venerdì 12 al Teatro Carignano di Torino per chiedere una legge che tuteli i diritti delle famiglie omogenitoriali e difendere la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali nei registri di Stato Civile.

La situazione attuale

Una questione spinosa su cui la Corte di Cassazione si è già espressa nei mesi scorsi, così come ha fatto il Ministero dell’Interno con una apposita circolare che, di fatto, nega ai primi cittadini la possibilità di registrare i figli di queste coppie all’anagrafe.

Tantissime presenze

Presenti davvero tantissimi amministratori: da Stefano Lo Russo (Torino) a Roberto Gualtieri (Roma), passando per Giuseppe Sala (Milano), Antonio Decaro (Bari) e Dario Nardella (Firenze) per citarne soltanto alcuni, la schiera dei primi cittadini a favore del riconoscimento dei diritti per i «bimbi arcobaleno» si allarga sempre di più.

In sala, tra i parlamentari dichiaratamente a favore delle trascrizioni c’era anche l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, la prima in tutta Italia a registrare il figlio di una coppia omogenitoriale «sfidando» la legge nazionale, o meglio, il vuoto normativo che tutt’oggi persiste. C’era anche Alessandro Zan, firmatario del noto Ddl Zan, ma anche Vladimir Luxuria. Proprio il suo, tra i primi, uno degli interventi più attesi.

Le delegazioni di Settimo, San Mauro e Collina

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C’era anche una nutrita rappresentanza della Città di Settimo. Ad accompagnare la sindaca Elena Piastra, che già più volte aveva espresso la sua posizione sulla questione, c’erano anche l’assessore alle pari opportunità Alessandra Girard e le consigliere Anna Sanfilippo e Angela Schifino.

Accompagnata dalle consigliere del Pd Anna Maria Barbero e Germana Lionello e dall’assessore Matteo Fogli, all’evento di venerdì 12 al Teatro Carignano, tra le fasce tricolori, c’era anche la prima cittadina di San Mauro Giulia Guazzora. Anche lei in questi mesi non ha mai fatto mistero delle proprie posizioni sulla questione.

A rappresentare infine la collina si sono presentati i sindaci Paolo Cugini (Gassino), Emilio Longo (Cinzano) ed Ettore Mantelli (San Raffaele Cimena). C’erano anche loro tra le poltroncine rosse del Carignano ad ascoltare le parole e le testimonianze degli ospiti e dei colleghi primi cittadini.

Piastra: "A Settimo continueremo a registrare entrambi i genitori"

"A Settimo continueremo a registrare entrambi i genitori, anche se su questo tema è indispensabile una legge che uniformi le pratiche su tutto il territorio nazionale garantendo il principio che tutte le famiglie hanno gli stessi diritti, a prescindere dalla loro composizione – dichiara la sindaca Elena Piastra – I genitori sono genitori: persone che creano una famiglia e condividono un progetto di vita. Non ha rilevanza se un bimbo è figlio biologico o adottato. O se ha due mamme, due papà oppure un papà e una mamma. Lo Stato deve garantire il diritto di ciascuno a costruire una famiglia e non può negare a famiglie esistenti il diritto di essere ciò che nei fatti sono.
Escludere uno dei genitori non solo è discriminatorio, ma crea una sofferenza reale e concreta nelle persone. Nei genitori e soprattutto nei bambini che, a differenza dei grandi, non possono neppure capire le ragioni di quella sofferenza. Per questo insieme ad altri sindaci e rappresentanti delle istituzioni siamo qui. Rappresentiamo le nostre comunità, di cui fanno parte anche quelle persone su cui questo diritto negato pesa ogni giorno e che ci chiedono di far sentire la loro voce".

"Rispetto al riconoscimento dei bimbi -aggiunge Piastra - credo che ci siano due aspetti differenti. Un sindaco ha davanti a sé una vita, quella di un bimbo appena nato, e risponde al principio fondamentale di garantire medesimi diritti a quel bimbo rispetto a tutti gli altri. Il sindaco non si chiede come sia nato, ma prende atto della sua esistenza e della sua richiesta, come essere vivente, di diritti e deve tutelarlo esattamente come tutti gli altri bambini che vivono nella città che amministra".
"L’altro aspetto - prosegue la sindaca - è politico ed è la disobbedienza civile fino a quando la norma nazionale non avrà risolto il vuoto normativo, come è stato ben riassunto dalle parole di Gustavo Zagrebelsky all’evento di ieri. Su questo punto per fortuna c’è chi ha fatto battaglia prima di noi, perché sul diritto di famiglia le battaglie sono state tante nel nostro Paese e molte sono state risolte recentemente, altrimenti tutti i nostri bimbi nati da genitori non sposati sarebbero ancora considerati illegittimi e non avrebbero gli stessi diritti di tutti gli altri bimbi.

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