I giovani e il volontariato a Settimo: Silvia e Valentina in prima linea per le donne
Il racconto dell'esperienza al centro anti violenza con l'associazione "Uscire dal silenzio"
Quarta puntata nel nostro viaggio alla scoperta del legame tra i giovani e le associazioni a Settimo. Sulla scia del servizio realizzato qualche settimana fa sulle pagine della Nuova Periferia di Settimo vi proponiamo un approfondimento sull’impegno dei giovani per la città che vuole essere anche un omaggio a Vittorio Savoia, con il quale era stato ideato il reportage.
Raccontare i giovani al di là dei luoghi comuni
Quello che abbiamo deciso di fare è raccontare e documentare l'impegno dei nostri giovani sul territorio lasciando parlare i veri protagonisti. Lo facciamo attraverso i volti, le voci e le storie di chi vive il mondo dell'associazionismo, prova lampante di una generazione che si impegna nel sociale e nel mondo del volontariato.
Dopo aver parlato di Elisa e del suo impegno con l'Anc e successivamente di Ilaria e Morena in rappresentanza dei giovani che si danno da fare con la Croce rossa, era poi stata la volta del più giovane socio degli Alpini settimesi.
Silvia e Valentina con "Uscire dal silenzio"
Un modo per essere di aiuto e per fare qualcosa di utile per gli altri. È così che Silvia e Valentina descrivono il loro impegno con Uscire dal Silenzio. Le abbiamo incontrate direttamente all'interno del centro antiviolenza, durante un lunedì in cui, come capita ogni settimana, sono di turno nella fascia serale.
«Io sono super nuova, sono in questa associazione solo da qualche mese», prende la parola Silvia, 28 anni, che si è trasferita da poco da Bergamo, città in cui si era già avvicinata ad un centro antiviolenza, seguendo un corso di formazione di sei mesi. «Quando mi sono trasferita a Torino, a luglio, ho cercato un'associazione di questo genere da subito perché era una delle prime cose che mi sentivo di voler fare», ci confessa Silvia, che per ora è alle prese con «emozioni contrastanti» anche se «rimane bella l'idea di poter essere d'aiuto».
Valentina, 27 anni, invece, è quasi una veterana dell'associazione, di cui fa parte da circa 3 anni. Entrata per provare a trovare un riscontro ai suoi studi di psicologia, anche per lei l'impegno in Uscire dal Silenzio rappresenta soprattutto un modo per dare «un aiuto concreto» e un'occasione per imparare. «Prima di iniziare volontariato, molto spesso, sentivo storie di donne alla televisione ma le vedevo come cose lontane, che non potessero accadere a me. Invece, venire qui ti fa vedere che alcune situazioni sono più concrete e possono capitare a tutti», riflette Valentina che non nasconde come, spesso, frequentare il centro sia «faticoso» ma, allo stesso tempo, «importante».
Durante i colloqui con le donne che si rivolgono al centro non parlano molto, preferiscono ascoltare e osservare l'approccio delle colleghe più «esperte», consapevoli di star comunque provando a fare la propria parte. Un impegno – quello, in generale, nel mondo dell'associazionismo – che Valentina vede anche in tanti suoi coetanei, a differenza di Silvia che, invece, di giovani impegnati nel volontariato non ne conosce quasi nessuno.
«Io non conosco altre persone che facciano volontariato. Secondo me, la sensibilità su queste tematiche c'è, ma da li a mettersi a disposizione ne passa. Tante mie amiche mi dicono "non capisco come tu faccia" ma in realtà non facciamo niente di così speciale», racconta Silvia. «Io, per le persone che ho conosciuto, credo che i giovani siano molto disposti a fare volontariato e conosco tantissime persone che lo fanno. Anzi, mi viene da dire che quelle che tendono a farlo di meno sono quelle più in là negli anni», è il punto di vista di Valentina, diametralmente opposto rispetto a quello di Silvia che, però, concorda sul fatto che siano pochi anche gli adulti impegnati attivamente nel mondo dell'associazionismo.
«Non conosco persone più grandi che fanno volontariato e quindi non capisco quando si dice che la nostra sia una generazione di scansafatiche», replica Silvia. Laconica e pungente, a tal proposito, la domanda che Valentina vorrebbe rivolgere a chi punta il dito contro la scarsa partecipazione attiva dei giovani: «Mi verrebbe da dire “Tu dici che noi siamo scansafatiche, ma tu cosa fai?”».