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I commercianti: "Non vogliamo un centro commerciale al Pescarito"

I titolari di negozi di vicinato sono molto preoccupati per le voci che stanno emergendo sul nuovo piano regolatore sanmaurese

I commercianti: "Non vogliamo un centro commerciale al Pescarito"
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Tra gli esercenti interpellati dal settimanale La Nuova Periferia di Settimo nessuno ha apprezzato il possibile rilancio della zona industriale attraverso lo sviluppo di grandi e medie superfici di vendita.

L'ipotesi (non confermata)

Ci sono un paio di parole che i commercianti non tollerano sentire. Che gli esercenti dei piccoli negozi di vicinato proprio non riescono a digerire. Le parole in questione sono "centro commerciale" e "supermercato", due forme di distribuzione particolarmente malviste.

Leggere pertanto che tra le possibilità di rilancio della zona industriale di Pescarito l'amministrazione comunale abbia incluso anche lo sviluppo di grande e media superficie di vendita (che, specifichiamo, sottintendono tante fattispecie) ha sollevato perplessità e preoccupazioni tra alcuni commercianti. Non solo sanmauresi.

È bene precisarlo: il piano regolatore non è ancora stato approvato, e l'assessore all'urbanistica Emanuele Durante ha chiarito che nelle mire dell’amministrazione non c’è alcun centro commerciale. La sola ipotesi che lo sviluppo dell'autoporto, di cui si è parlato recentemente anche in un partecipato incontro pubblico con il ministro Pichetto Fratin, possa includere una vocazione commerciale è però bastata a far serrare i ranghi.

Alcuni esercenti avrebbero - il condizionale è d'obbligo, non conoscendo gli autori - anche diffuso ai colleghi un messaggio, una sorta di catena passata di cellulare in cellulare, «per capire se la riqualificazione del territorio dell'autoporto Pescarito comprende l'arrivo di nuove industrie» «oppure diventi un secondo To Dream».

Le opinioni dei commercianti

Ma al di là di chi stia muovendo le fila di questa polemica pare chiaro il senso della "rivolta": nulla deve turbare il delicato equilibrio sul quale si regge il piccolo commercio. «Grande mangia piccolo, si dice. Una media o grade superficie di vendita toglierebbe sempre più lavoro a noi piccoli negozi, costringendoci alla chiusura, ma evidentemente non interessa. Sono rassegnata» afferma per esempio Anna, panettiera di via Roma.

«Il nostro è più di un negozio - sostiene invece Donatella, responsabile insieme al marito di una piccola bottega bio -. E' aggregazione, possibilità di scambiare qualche parola, di cercare un momento di conforto. Spiacerebbe si volesse sfilacciare questa relazione cliente-negoziante continuando ad aprire centri su centri di grandi dimensioni, che frammentano la spesa media. Cerchiamo altre soluzioni per il Pescarito, per esempio un centro sportivo per agevolare lo sport dei ragazzi».

Non manca poi chi, già rassegnata, è pronta a «Preparare il curriculum, per nell'eventualità spostarmi», come nel caso di Doriana, titolare di un negozio di articoli per bambini. «Mi chiedo comunque con quali prospettive si possa pensare di fare un'operazione del genere: siamo già accerchiati da supermercati e centri commerciali, ma la clientela e il potere d'acquisto sono sempre gli stessi. Ci si fa ombra gli uni con gli altri». Luana, per contro, invita a tenere duro «Perché se anche dovessero aprire nuovi siti commerciali la gente li visiterà presa dalla novità, ma poi tornerà ad acquistare sotto casa come sempre fatto».

Barca e Bertolla: "Pronti a fare rumore"

La voce si è sparsa anche in centro, dove «La notizia non ci ha fatto molto piacere. Un conto è portare delle imprese, un altro delle medie o grandi superfici di vendita che potrebbero potenzialmente farci concorrenza», e nei quartieri di Barca e Bertolla, dove la presidente dell'associazione commercianti La Barca, Valeria Ciarlone, si mostra combattiva. «Se dovessero confermare i nostri sospetti faremo rumore, unendoci ai commercianti di San Mauro. Di centri commerciali siamo già circondati: Panorama, To Dream, l'Outlet, Settimo Cielo. Pescarito invece è un'area industriale, si trovino investitori per ciò che manca».

Ascom

Più cauti, invece, i presidenti Ascom sanmauresi (o per lo meno quelli che hanno deciso di esporsi): Denis Trovato, presidente dell'associazione commercianti centro, intende confrontarsi con l'assessore al commercio, «dopodiché tireremo le somme - precisa - Rimane sottinteso che non saremmo assolutamente favorevoli alla realizzazione di un ulteriore centro commerciale».

Susanna Agnello, rappresentante invece de Le due Burgà, ricorda come di molti generi ci sia purtroppo una carenza nei negozi di San Mauro proprio perché «non c’è gente abituata ad acquistare per esempio un pigiama nel piccolo esercizio, ma frequenta invece l’outlet, Settimo Cielo, i centri commerciali».

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