La storia

Dopo l'incidente col trattore, la nuova vita di Sergio con un braccio bionico

Lo scorso gennaio aveva perso l’arto destro: un evento drammatico che oggi per fortuna può raccontare

Dopo l'incidente col trattore, la nuova vita di Sergio con un braccio bionico
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È una storia quasi completamente a lieto fine quella di Sergio Greco, 68 anni, settimese, vittima lo scorso 8 gennaio di un incidente con il trattore agricolo che gli è costato la perdita del braccio destro.

La nuova vita con l'arto bionico

Un evento drammatico che, però, Greco rivendica di poter raccontare perché: «Chi resta attorcigliato lì, non sopravvive. Io, invece, sono uscito vivo». Dopo un periodo di riabilitazione trascorso tra diversi ospedali della cintura torinese, Greco si è rivolto all’Officina Ortopedica Maria Adelaide di Torino per l’applicazione di una particolare protesi di braccio interamente meccanizzata che fosse in grado di renderlo più autonomo e migliorare la sua quotidianità. Il braccio bionico, realizzato in fibra di carbonio per limitare al minimo il peso, è arrivato circa un mesetto fa e adesso per Sergio sta iniziando una sorta di seconda vita.

"Cerco di fare la vita di prima arrivando dove posso"

«Ho dovuto cambiare tutto, prendere la macchina adeguata, ma comunque sono sempre in giro e cerco di fare quello che facevo prima, adeguandomi e arrivando dove posso. Lo strumento aiuta molto e piano piano ti abitui. Certo, devo ancora imparare bene tutti i movimenti, ma man mano che lo utilizzi poi alcuni meccanismi ti vengono spontanei», spiega Greco a La Nuova Periferia, raccontando la sua nuova routine con la protesi di ultima generazione, per la seconda volta nel 2023 utilizzata in Italia.

Per quanto riguarda il funzionamento del dispositivo, illustrano dall'Officina Ortopedica Maria Adelaide, i due elettrodi posti sui muscoli del braccio (bicipite e tricipite) captano la scossa elettrica – sviluppata dai muscoli stessi durante la loro contrazione – e danno vita a un segnale che attiva dei servomotori, i quali permettono la flesso-estensione del gomito e l’apertura e chiusura della mano bionica Covvi, attivando fino a 14 prese differenti, utili per effettuare i gesti quotidiani più comuni.

"Puoi permettertelo solo se hai le possibilità"

«Questo particolare supporto ha un costo di circa 130.000 euro che non può essere rimborsato totalmente dalle Asl di competenza, a causa del nomenclatore tariffario delle protesi rimasto fermo al 1999 (D.M. 332 del 29 agosto 1999). Di conseguenza, l'Asl di Torino ha potuto contribuire solamente con 15.000 euro», dichiara Roberto Ariagno, direttore Officina Ortopedica Maria Adelaide, precisando che «il signor Greco diventa ogni giorno sempre più bravo nell’utilizzo del braccio e sta acquisendo una certa padronanza nei movimenti. Andando avanti di questo passo sarà in grado di raggiungere molto presto la sicurezza necessaria per affrontare al meglio la sua routine quotidiana».

Raccontata la nuova vita di Sergio, rimane il costo non indifferente che Greco ha dovuto sostenere quasi interamente a causa di un decreto e di un tariffario indietro di 24 anni. «L'Asl non ha raggiunto il decimo del costo complessivo e il resto l'ho coperto io. Se hai i soldi, te lo puoi permettere, altrimenti, purtroppo, no», ammette Greco, lasciando a questa vicenda anche un retrogusto amaro per un sistema sanitario sempre più elitario.

«Nella disgrazia, sono stato molto fortunato», ripete Sergio che, nonostante l'evento drammatico di cui è stato vittima, guarda la storia dal punto di vista di chi, essendo vivo, può ancora raccontarla. Un messaggio di speranza reso possibile grazie alla scienza e ad un'innovazione, veloce e leggera, sempre più all'avanguardia. E poi, la forza di Sergio – che non si è mai dato per vinto – ha fatto il resto.

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