Manifestazione

Femminicidio di Venaria: la comunità ferita è scesa in strada per dire "basta"

In tanti hanno preso parte al flash mob davanti al condominio in cui si è consumato l'assassino di Cinzia D'Aries

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Un flash mob con fiaccolata per dire «basta» alle violenze sulle donne. Con questo obiettivo in tanti si sono ritrovati ieri sera, lunedì 10 febbraio, a Venaria Reale per ricordare Cinzia D’Aries, la venariese di 51 anni morta nella tarda serata di sabato 8 febbraio in un appartamento di via Gozzano 3.

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Femminicidio di Venaria: fiaccolata

Un momento di ricordo per dire una volta di più "basta" a qualsiasi forma di violenza verso le donne: sia essa fisica, psicologica o verbale. Un flash mob al quale hanno partecipato tanti venariesi, per Cinzia e per le altre donne vittime di una furia cieca e possessiva.

Cinzia, disoccupata, qualche lavoretto come collaboratrice domestica, è stata uccisa con una serie di coltellate alla schiena, al petto e alla pancia. Coltellate partite dalla mano di Pietro Quartuccio, 56 anni, il marito. Un uomo da tempo seguito dal centro di salute mentale nonché dai Servizi Sociali del Comune di Venaria. Quartuccio, compiuto il delitto, si è recato in cucina e ha ingerito una serie di farmaci probabilmente con l'intento di togliersi la vita. Questo però dopo aver provato a pulire l’arma del delitto. Ora si trova piantonato, in stato di fermo, in un letto del reparto psichiatrico dell’ospedale Maria Vittoria di Torino.

L'accorato intervento del sindaco

Alla manifestazione organizzata alle case popolari dove si è consumata la tragedia erano presenti rappresentanti delle istituzioni, comunali e regionali, delle associazioni, dei sindacati, delle parrocchie e delle scuole e, soprattutto, alcuni parenti della donna assassinata, in primis la sorella.

Un modo per lanciare un segnale trasversale e corale di vicinanza alla famiglia di Cinzia e al contempo di impegno contro il fenomeno della violenza di genere.

Accorato il discorso del sindaco Fabio Giulivi, che ha esordito così:

"Qualcuno ha detto che queste manifestazioni sono inutili e che non portano indietro le vittime. E forse hanno anche ragione. Però io credo che stare a casa o stare davanti a un computer a esprimere cordoglio non serva comunque. Questi  momenti servono per guardarci in faccia e chiederci a che punto siamo arrivati. Per dire 'basta' come città e come rappresentanti degli Enti".

"Siamo stanchi perché ogni giorno l'elenco delle vittime si allunga - ha aggiunto il sindaco - le donne continuano a morire: in casa, nei luoghi di lavoro... e allora noi siamo qui per dire che ci siamo e per far conoscere questo patto civile tra forze dell'ordine, società civile, forze del terzo settore e istituzioni".

Il sindaco, ribadendo l'importanza di questo patto civile, ha inoltre rivolto un appello ai cittadini affinché non rimangano in silenzio davanti a situazioni di violenza ma aiutino le forze dell'ordine per farle venire alla luce.

Giulivi ha poi voluto ricordare che esistono degli strumenti a disposizione delle donne per difendersi dalle situazioni di violenza in cui si trovano intrappolate:

"Le forze dell'ordine sono a disposizione - ha precisato - a Venaria abbiamo la caserma dei carabinieri, la caserma della Polizia locale, con delle stanze dell'ascolto. Dei luoghi dove opera personale preparato, anche dal punto di vista psicologico. Le istituzioni ci sono e il nostro compito è far capire alle persone che sono in difficoltà che se vogliono possono non essere sole, che si può fare un percorso di affrancamento dalla violenza, che il pugno, lo schiaffo, l'occhio nero, non sono amore e non si possono perdonare. Bisogna denunciare, bisogna attivare il Codice rosso. Non possiamo piangere altre donne: in questi ultimi 4 anni anni sono state almeno tre i femminicidi nella nostra città per mano di uomini che dicono di amare la propria donna, all'interno della casa, il luogo per eccellenza dove ci sentiamo più sicuri".

 

 

 

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