Ricordo

Femminicidio di Cinzia D'Aries, rabbia e dolore: "Donna dolcissima e generosa"

Chi la conosceva parla della sua gentilezza e generosità; sulla sua bacheca tanti messaggi in cui esprimeva tristezza, delusione e senso di solitudine

Femminicidio di Cinzia D'Aries, rabbia e dolore: "Donna dolcissima e generosa"
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Venaria Reale fa i conti con la tragedia accaduta sabato 8 febbraio nelle case popolari, quando Piero Quartuccio ha brutalmente accoltellato la moglie, Cinzia D'Aries. I messaggi di cordoglio, vicinanza e rabbia non sono mancati sui social, dove molti hanno espresso il dolore e rabbia per l'ennesima vittima di violenza domestica.

Femminicidio di Cinzia D'Aries, ricordi e incredulità

Tra le testimonianze che dipingono il ritratto della donna, 51enne, emergono ricordi di una donna buona e premurosa che, nonostante le difficoltà, cercava sempre di far stare bene gli altri. Chi la conosceva la ricorda per la sua gentilezza e disponibilità ma anche per la situazioni la situazione difficile che viveva tra le mura domestiche:

"Io la conoscevo di vista, sempre gentile ed educata. Riposa in pace Cinzia, che Dio ti abbia in gloria."

"Ho avuto l'onore di averla come badante per la mia mamma: una donna dolcissima, nonostante la tristezza che la contraddistingueva, vittima di un uomo egoista e violento".

"Ti ho conosciuta ed eri una bravissima persona... Hai fatto pure da badante a mio nonno".

Tra i messaggi spicca anche quello della giovane nipote, breve ma eloquente: "Riposa in pace zia, so che ora sarai sicuramente più felice. Ti voglio bene".

Quella bacheca che trasmette solitudine e tristezza

Cinzia stessa, attraverso il suo profilo Facebook, descriveva la sua natura generosa, scrivendo: "Dicono di me che sono davvero una brava persona e io sono felice di far stare bene le persone".

Una generosità evidentemente non apprezzata nella sua quotidianità. Non a caso la sua bacheca social era un susseguirsi di messaggi e immagini dai quali trasparivano profonda tristezza e solitudine.

Il 7 gennaio condivide un post riportante la frase: "Nessuno si scusa mai per come ti tratta, al massimo ti incolpano per come hai reagito."

In altri post parlava di fiducia tradita e di bugie che allontanano le persone: "Ho imparato che le persone sanno mentire bene, soprattutto quelle che ti dicono di volerti bene."

O ancora: "Alla fine resti solo con i tuoi pensieri, mentre chi ti ha ferito nemmeno se ne accorge."

Tra i contenuti condivisi, risulta tragicamente profetica un’immagine pubblicata il 6 gennaio: una figura umana con la schiena trafitta da forbici, coltelli e lame, accompagnata dalla frase sarcastica «Però ti vogliono bene...». Un’immagine drammatica, soprattutto alla luce della violenza che ha segnato la fine della sua vita.

Mentre le indagini proseguono e il marito si trova ancora in ospedale (pare infatti che dopo l'assassinio abbia tentato il suicidio con un cocktail di farmaci), resta il dolore di una comunità che la ricorda con affetto ma anche la rabbia per una tragedia che non doveva accadere.

Per esprimere questi sentimenti stasera, lunedì 10 febbraio, è stato organizzato un flash mob con ritrovo proprio davanti alle case popolari dove è stato compiuto il femminicidio.

 

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