Straordinario successo

Alle Molinette il primo trapianto di cuore a 1.600 km con l’organo rimasto sempre battente

Un intervento che apre una nuova frontiera nella trapiantologia: otto ore tra trasporto e operazione

Alle Molinette il primo trapianto di cuore a 1.600 km con l’organo rimasto sempre battente

La Città della Salute e della Scienza di Torino ha annunciato un risultato medico senza precedenti: per la prima volta un cuore è stato trapiantato dopo un trasporto di 1.600 chilometri restando sempre battente, sia durante il viaggio sia nella fase di impianto, per un totale di otto ore.

Alle Molinette il primo trapianto di cuore a 1.600 km

Come racconta in maniera dettagliata PrimaTorino, il trapianto è avvenuto nei giorni del quarantesimo anniversario del primo trapianto cardiaco in Italia, presso il Centro Trapianti di Cuore e Polmone dell’ospedale Molinette. L’organo, donato da una donna greca e segnalato dal Centro Nazionale Trapianti e dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte, è stato prelevato ad Atene da un’équipe delle Molinette. Una volta inserito nella macchina di perfusione OCS Heart, il cuore ha ripreso a battere ed è stato trasportato a Torino in questo stato.

Nel frattempo, un uomo di 65 anni affetto da grave cardiomiopatia era stato preparato in sala operatoria. Il cuore è arrivato battente dopo circa sei ore di viaggio e, contrariamente alla pratica abituale, non è stato mai fermato: è stato collegato alla circolazione extracorporea del paziente e impiantato mantenendo la propria attività naturale. L’intervento, eseguito dai professori Massimo Boffini, Antonino Loforte e dalla dottoressa Barbara Parrella, si è concluso con successo. Il decorso post-operatorio è stato regolare.

L’innovazione principale è l’eliminazione della fase di ischemia, che solitamente non può superare le quattro ore: una rivoluzione che apre nuove possibilità nella trapiantologia.

«Una storia che diventa esempio delle eccellenze della nostra Città della Salute a livello europeo» ha commentato il direttore generale CDSS Livio Tranchida.

«Ancora una conferma della qualità del sistema trapianti piemontese» ha aggiunto l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi.