Approfondimento

Settimo, il potere è donna: le leader che guidano la politica cittadina

Dalla sindaca Piastra alle capogruppo Ruzza e Sanfilippo: alleanze, rivalità e nuovi equilibri che cambiano la scena politica sotto la Torre

Settimo, il potere è donna: le leader che guidano la politica cittadina

A Settimo Torinese la politica è (soprattutto) donna. Contrariamente al trend nazionale, sotto la Torre la politica non sembra essere un affare di soli uomini. Ma dietro l’ascesa in «rosa» ci sono anche le «spine» di un’intesa femminile in cui non sempre regna l’armonia. Spesso anche tra donne che giocano nella stessa casa politica.

Nella foto in alto da sinistra la sindaca Piastra, Elena Ruzza (capogruppo Pd) e Anna Sanfilippo (capogruppo Movimento 5 Stelle); sotto, Elena Tamone (coordinatore di Fratelli d’Italia) e le assessore Chiara Gaiola e Carmen Vizzari (assessora in quota Moderati)

Settimo, il potere è donna

Partendo dalla punta della piramide, è inevitabile menzionare la sindaca Elena Piastra che, oltre a Settimo, si sta ritagliando un ruolo sempre più di primo piano anche nel panorama della politica nazionale. Ma circoscrivere questa analisi sulla leadership femminile alla sola sindaca sarebbe riduttivo. Perché dietro quello che un po’ tutti e tutte (sottolineiamo volutamente il maschile e femminile) considerano il «modello» Piastra, ci sono anche altre leader che con il loro bagaglio di esperienze e competenze hanno sempre più un ruolo decisivo nello scacchiere politico settimese.

Intanto, ci sono altre due «Elena».

La capogruppo del Partito Democratico, Elena Ruzza, e il coordinatore (anche in questo caso volutamente declinato così) di Fratelli d’Italia, Elena Tamone che con le altre due «Elena», però, condivide solo il nome. E condivide – con Ruzza – anche il compito di dover «mediare» tra le varie anime presenti all’interno del partito. Non a caso, in fase di congresso, Tamone è stato il nome giusto per unire tutte le correnti di FdI. E a quanto pare, ad otto mesi dalla sua elezione, l’armonia ritrovata nel gruppo continua.

Un po’ più difficili da sciogliere, invece, sono i nodi nella coalizione di Piastra. Se nel centrodestra il ruolo politico delle donne emerge fuori dal Parlamentino, in maggioranza, invece, è soprattutto in Consiglio che ci si gioca la leadership, con in testa Ruzza ed Anna Sanfilippo, capogruppo del Movimento 5 Stelle. Due donne che in questo mandato sono sempre più protagoniste anche degli equilibri politici interni alla coalizione. O dei suoi periodici «scricchiolii».

Fin dall’inizio della legislatura, Ruzza sta lavorando come «trait d’union» non solo del gruppo consiliare del Pd ma di tutte le anime della coazione. Diventando, così, la capogruppo anche delle altre forze di maggioranza che riconoscono in lei la figura giusta su cui far convergere le varie posizioni.

Ma se molti vedono in Ruzza – e nella sua arte della mediazione – la leader della maggioranza, c’è chi in quella stessa maggioranza preferisce stare un passo di lato. Senza rischiare di mescolare le identità politiche. E su questo tema la posizione di Sanfilippo è sempre stata chiara. A prescindere dal genere femminile o maschile, guai a pestarle i piedi.

Ormai, infatti, non è un mistero la linea politica adottata dalla capogruppo pentastellata che non perde occasione per difendere e rivendicare a spada tratta l’autonomia del Movimento 5 Stelle, che di fare la «Cenerentola» della coalizione proprio non ne ha voglia. Perché se campo largo (o per dirlo alla Piastra, «laboratorio politico») deve essere, allora all’accordo elettorale deve poi corrispondere una reale collaborazione.

Una visione politica che, in questi ultimi mesi, ha portato Sanfilippo a smarcarsi spesso dal resto della coalizione (in particolare dall’egemonia del Pd), con dichiarazioni pubbliche che in diverse occasioni hanno lasciato trasparire più di qualche passeggero mal di pancia tra lei e gli alleati. E in questo scenario, seppur «in punta di fioretto», non sarebbero mancate delle «frecciatine» proprio con Ruzza. Tra le due capogruppo di maggioranza, infatti, più che un «patto rosa» di condivisione reciproca del lavoro ci sarebbe ormai una sorta di patto non scritto di convivenza (politica) civile. Con Piastra che parrebbe costretta a fare gli straordinari per preservare le intese politiche e i rapporti interni.

E mentre in Consiglio si consuma il «braccio di ferro» tra Ruzza e Sanfilippo, anche tra i banchi della Giunta le donne hanno un ruolo politico sempre più rilevante con prospettive interessanti non solo sulla scena attuale ma anche in futuro.

Mentre, ormai, la leadership dell’assessora Chiara Gaiola (Pd) si è consolidata già da tempo, sembra aver spiccato il volo anche la collega Carmen Vizzari, in quota Moderati. Dopo un primo mandato trascorso in «tribuna», sulla poltrona della Presidenza del Consiglio, Vizzari per tanti si sta rilevando la sorpresa dell’esecutivo. Partita in sordina, con un tris di deleghe pesanti da gestire tra bilancio, commercio e lavoro, l’assessora starebbe portando avanti un percorso apprezzato in modo bipartisan. A dispetto di chi anche nella sua stessa maggioranza – sostiene qualcuno -, non aspettava altro che un passo falso per «liberarsi» di un’alleata che in futuro potrebbe diventare un’avversaria scomoda.

Perché, oltre al piano amministrativo, non va tralasciato lo sfondo politico. In questo ambito, con lo sguardo alle prossime elezioni, i Moderati (e Vizzari) sarebbero da tempo corteggiati anche dal centrodestra. Così, tra il dopo Elena (Piastra) e il bivio tra destra e sinistra a cui si potrebbe trovare Carmen (Vizzari), la leaderhip femminile sembra destinata a durare e a scrivere anche le prossime pagine della politica locale.