Quel caffè tra Piastra e Lavolta apre scenari nuovi
Salvi e Raso pronti alla discesa «anticipata»

Il fischio d'inizio della lunga partita elettorale è arrivato da un po' di tempo. E infatti, mentre l'Amministrazione si prepara a festeggiare il primo anno di mandato del Piastra-bis, fuori e dentro Palazzo Civico lo sguardo è proiettato oltre. E a chi verrà dopo Elena Piastra.
Il dopo Piastra
Come già anticipato, quasi sotto traccia, continuano le manovre per individuare il futuro «erede» al trono. Ma allo stesso tempo, in un binario parallelo, anche l'attuale sindaca pensa al (suo) domani, lontano da Settimo.
Per quanto riguarda gli aspiranti alla fascia tricolore, nella fase di «selezione» pendono due ragionamenti differenti. Il primo legato all'esperienza amministrativa maturata nel tempo e l'altro, invece, più strettamente politico. E partitico.
Quel caffè tra Piastra e Lavolta apre scenari nuovi
Tra gli esponenti del Partito Democratico, rimangono in cima alla lista Caterina Greco, consigliera a Torino e in Città Metropolitana, e Luca Rivoira, presidente del Consiglio comunale. Entrambi, però, devono fare i conti con le varie correnti del mondo Dem e con un partito che, soprattutto a fronte di un passo avanti di Greco, potrebbe «spaccarsi». Ed è proprio nel tentativo di mettere d'accordo tutte le anime interne che, alla fine, il Pd potrebbe convergere su Umberto Salvi. L'assessore alla Sanità, di cui tanti Dem (e non solo) elogiano le competenze e l'equilibrio, sarebbe il punto di intersezione tra le correnti del partito. Inoltre, Salvi è considerata una figura dalla personalità completamente diversa rispetto a quella di Piastra, in grado dunque di segnare una vera e propria svolta. Senza inciampare in quel rischio di emulazione dell'attuale sindaca che spaventa gli addetti ai lavori. Unica «lacuna» - per qualcuno – la ridotta gavetta amministrativa (dopo i cinque anni in Consiglio, è infatti alla prima esperienza in Giunta). Potrebbe essere davvero un limite o alla fine peserà di più l'accordo tra correnti?
Nella rosa del Pd, riflettori puntati anche sulla capogruppo Elena Ruzza che in questi mesi si sta dimostrando sempre più leader dei Dem e della coalizione. Ma il fatto di essersi «fermata» ai banchi del Consiglio comunale, senza mai passare tra quelli dell'esecutivo, non è un aspetto irrilevante. A questo punto, seguendo il ragionamento legato all'esperienza amministrativa, crescono le quotazioni di Alessandro Raso, «padre» della civica Settimo Futura. Dall'ambiente alla transizione digitale, passando per rifiuti e manutenzione del verde fino ad arrivare ai Lavori Pubblici (delega di cui è titolare in questo mandato), Raso si è occupato di una gran fetta delle materie locali, lavorando a stretto contatto con quasi tutti gli uffici dell'ente. Praticamente è tra quelli che conoscono meglio la macchina comunale. Un percorso che, in modo quasi naturale, lo ha avvicinato sempre di più alla poltrona di Piastra. In questo caso, però, la sua provenienza civica potrebbe far storcere il naso al Pd che difficilmente appoggerebbe un candidato che non indossa la propria casacca. Ma il problema della «divisa» non sembra un ostacolo insormontabile. Soprattutto alla luce delle voci sempre più insistenti che paventano, nel corso dei prossimi anni, il passaggio di parte degli esponenti civici tra le fila del Partito Democratico. Che tra loro ci possa essere anche Raso?
Rimanendo tra i banchi della Giunta, nella rosa dei papabili candidati figura ancora Carmen Vizzari, assessora a Bilancio e Commercio. Difficile, se non utopico, pensare ad un «patto» tra Pd e Moderati, gruppo di cui fa parte Vizzari. Così, si potrebbe aprire un altro scenario: quello che vede, alla prossima tornata elettorale, i Moderati fuori dall'attuale coalizione. E dunque in corsa solitaria (o chissà, protagonisti di nuove alleanze con altre forze politiche).
Siamo solo agli inizi
Insomma, la lista è lunga. La maratona elettorale è appena iniziata e anche in una semplice pausa caffè, ormai, in città ci si interroga sempre di più sul post Piastra. Nel frattempo, al proprio futuro pensa anche la sindaca che, a proposito di caffè, la scorsa settimana è stata avvistata in un locale del centro settimese con Enzo Lavolta, esponente della segreteria regionale del Pd. Magari, si è trattato di una semplice chiacchierata tra colleghi. Oppure, chissà, al tavolino del bar si è parlato anche delle future sfide politiche per il Piemonte. Sullo sfondo, infatti, in caso di rimpasto del Governo, c'è la possibilità che ad Alberto Cirio venga assegnato un dicastero a Roma. O che per il presidente della Regione possa muoversi qualcosa nel 2027, anno in cui sono previste le elezioni politiche. Tutti scenari che, prima o dopo, potrebbero liberare in anticipo la poltrona di Cirio. E qualora dovesse decidere di «correre» per Palazzo Lascaris (come ipotizza qualcuno), anche quella di Piastra…