Nino Daniel e le polemiche dopo l'incarico: ecco le sue risposte
L'amministratore unico di Patrimonio e Sat dribbla le discussioni sulla sua doppia nomina, rivendicando il «merito» e il «buon lavoro» che ha portato avanti in questi anni
Nino Daniel e le polemiche dopo l'incarico: ecco le sue risposte
Nino Daniel e le polemiche
Non si scompone Nino Daniel, amministratore unico di Patrimonio e Sat. intervistato da La Nuova Periferia, Daniel glissa le polemiche politiche sulla sua doppia nomina, rivendicando il «merito» e il «buon lavoro» che ha portato avanti in questi anni. In barba ad ogni illazione che è circolata in queste settimane tra le forze di opposizione.
Nino Daniel, partiamo dalla fine: quanto l’hanno disturbata tutte le polemiche che ci sono state intorno alla sua nomina?
«Nel corso della mia vita ho già vissuto situazioni così, polemiche strumentali, e quindi non mi disturbano più di tanto. Sono convinto di aver fatto un buon lavoro e queste nomine le considero legate al merito e ai risultati. Più che altro, mi disturba per la struttura Patrimonio, per i dipendenti che lavorano al servizio della città. È soprattutto a loro che vanno computati i risultati raggiunti».
Il rumore dei nemici
Secondo lei cosa non ha convinto l’opposizione visto il “rumore” che si continua a sentire. In particolare, la Lega si è espressa con parole dure…
«A me toccano poco. Credo sia più una questione legata all'Amministrazione. Ho letto che a luglio è stato approvato un regolamento in Consiglio rispetto alle nomine. Se c'era qualcosa da dire, dovevano dirlo a luglio».
Parliamo del suo incarico e iniziamo da Patrimonio. Da dove riparte la sua azione?
«Dal lavoro di questi quattro anni. Sono stato nominato a gennaio del 2021, in un momento in cui tutto il paese usciva da una situazione delicata. C’era da chiudere il cantiere del palazzetto dello sport, preparare quello dell’impianto del baseball in vista degli europei. Eppure siamo riusciti a portare a termine tutto e ad adempiere agli obiettivi dell'Amministrazione. E poi, sotto il profilo del bilancio, abbiamo una società sana. Avevamo un debito importante con il curatore Asm, di circa 3 milioni di euro, che abbiamo chiuso definitivamente due anni fa. Rimangono ancora un paio di mutui, tra cui uno per l'ampliamento del cimitero fatto quattro anni fa, che va in esaurimento all'inizio del 2028. Quindi, siamo a metà del percorso».
Il verde pubblico
Dunque, a differenza dei segni “meno” di cui si discuteva in Consiglio, da un punto di vista finanziario, lo stato di salute della società è buono…
«I nostri bilanci sono pubblicati. L'obiettivo, sia per Sat che per Patrimonio, è il pareggio di bilancio non costruire un profitto. Se abbiamo valori aggiuntivi, li investiamo all'interno della città, in base alle priorità».
Capitolo manutenzioni e verde pubblico, altro tema caldo di cui si è discusso fino a qualche giorno fa in Commissione. Tralasciando le dichiarazioni dei vari schieramenti politici, che risposte intendete dare alla Città?
«Nelle attività manutentive si può sempre fare meglio. Noi ci occupiamo di strade, illuminazione pubblica, verde. Ritengo che su alcuni settori abbiamo raggiunto un buon equilibrio, anche se l'emergenza può sempre succedere. Sul verde, in questi mesi abbiamo avuto una fase di rodaggio con la nuova impresa e sicuramente qualcosa abbiamo sbagliato anche noi».
Parliamo di Sat. Ne ha ereditato la guida a gennaio 2024, da Alessandro Scopel. Quali azioni ha in mente?
«Ho iniziato questo percorso nove mesi fa e sto imparando a conoscere l'impresa. Ho proposto il mio curriculum, ritenendo di aver iniziato un lavoro che mi sarebbe piaciuto finire e la mia nomina è stata condivisa da tutti i sindaci dell'assemblea, non solo dall'Amministrazione settimese. Mi piacerebbe ampliare i servizi anche a coloro che non sono soci della società e poi c'è la seconda fase dei progetti Pnrr, quella dei cantieri».
A capo di due società
In questo momento, si trova alla guida delle due braccia operative del Comune, tra onori e responsabilità. Dove lo trova il tempo per gestire la doppia presidenza?
«Semplicemente da qualche anno, dopo aver chiuso la mia attività, faccio questo lavoro a tempo pieno».
Ma in futuro, magari, potrebbe pensare di lasciare una delle due poltrone?
«Tutto potrebbe succedere. Dipende da come procede il lavoro. Su ogni bilancio, giustamente, ci sarà una sorta di giudizio dell'Amministrazione. E non parlo solo di bilancio finanziario ma anche di obiettivi raggiunti. Diciamo che siamo sempre precari».
Però, possiamo dire che, ad oggi, bilanci alla mano, ha avuto ragione Lei...
«Su Sat ho approvato solo un bilancio, frutto del lavoro precedente che va riconosciuto. Mentre su Patrimonio, essendo alla guida da tempo, credo di aver avuto ragione e portato qualche valore aggiunto».