Metro 2, Lo Russo «gela» le speranze del territorio
Il rincaro delle materie prime sta facendo lievitare i costi. Possibili "tagli" alle stazioni
Metro 2, Lo Russo «gela» le speranze del territorio.
Metro 2
«La Metro 2? I costi sono lievitati. A oggi non mi sento di escludere un taglio delle stazioni o una riduzione del percorso».
La questione
Questo l’annuncio di Stefano Lo Russo, primo cittadino di Torino, nel pomeriggio di lunedì scorso in consiglio comunale, durante la discussione sull’importante tema della seconda linea della metropolitana subalpina.
La guerra in Ucraina, infatti, ha fatto lievitare i prezzi di 300 milioni di euro per il primo tratto, quello che da Rebaudengo porterà al Politecnico di Torino. Ovvero da 1.8 miliardi di euro si potrebbe arrivare addirittura a 2.1 miliardi o, ancora, a 2.7 miliardi di euro. Questo dipenderà, infatti, dai rincari dei materiali, che potrebbero variare tra il 20% e il 50%. E non è detto che si limiteranno a questo.
Le ipotesi in campo
Lo Russo, interpellato in merito, ha spiegato come le ipotesi siano tre: la riduzione del tracciato, arrivando quindi a Porta Nuova; mantenere inalterato il tracciato, ma con tre fermate in meno; infine quella più «accattivante»: chiedere al Governo che sta per insediarsi di far entrare la Metro2 come «progetto di interesse strategico nazionale». Ed è lui stesso ad invitare tutte le forze politiche che compongono il parlamentino torinese a fare opera di convincimento ai «vertici nazionali» affinché il Governo opti per questa soluzione e il progetto originario venga conservato in toto. E qualsiasi sia la soluzione definitiva c’è da fare i conti con le tempistiche: il progetto, salvo ripensamenti, verrà messo a bando in primavera. Ovvero tra cinque mesi, massimo otto. Sempre che non vada deserto, visto proprio il problema dei costi, che sta attanagliando qualsiasi amministrazione comunale per quanto riguarda i lavori pubblici.
In questo clima di incertezza, la scorsa settimana sotto i portici di via Anglesio 25, nel quartiere Barca, si è tenuto un interessante incontro proprio con lo stesso Lo Russo e dove la cittadinanza ha potuto esporre le problematiche del territorio oltre la Stura, affrontando temi come sicurezza, manutenzioni stradali, ambiente, occupazioni abusive e, da ultima ma non meno importante, la possibile estensione e realizzazione della Linea 2 della Metropolitana fino alla zona industriale del Pescarito.
In quella circostanza, il primo cittadino aveva spiegato come, attraverso i ribassi d’asta della gara e un indispensabile intervento economico del nuovo Governo, si conta di finanziare la progettazione per il tratto che dalla Manifattura Tabacchi, passando per i quartieri di Regio Parco, Barca, Bertolla raggiungerebbe San Mauro Torinese nell’area del Pescarito, limitrofa anche al comune di Settimo Torinese e quindi in una posizione strategica, per via della presenza dell’uscita della tangenziale e dell’imbocco delle autostrade, oltre alla SS 11 Padana Inferiore che serve tutta la Val Cerrina.
Proprio le due sindache dei comuni confinanti, Elena Piastra e Giulia Guazzora, sono state citate nel suo intervento da Lo Russo che ha evidenziato di come ci sia, oltre al naturale appoggio politico, anche la disponibilità di Settimo e San Mauro a cofinanziare l’opera di progettazione, velocizzando in questo modo il complesso iter tecnico-burocratico.
Chi per primo e da tempo immemore si era occupato della questione è l’ex vicepresidente della
Circoscrizione 6, Numinato Licari, oggi coordinatore di un gruppo spontaneo di genitori dei quartieri di Barca e Bertolla. Già nel 2018 aveva auspicato l’attestamento e la partenza della Linea 2 della Metropolitana proprio a Pescarito, lottando perché questo tratto fosse inserito nel primo lotto appaltabile e non in quelli successivi: «La conferma dell’interesse e della comune visione di intenti da parte dei tre sindaci è sicuramente un buona notizia per il territorio anche se la svolta si sarebbe potuta ottenere inserendo la progettazione definitiva nel primo lotto appaltato. Si è perso tempo prezioso e forse adesso è tardi, visto anche il complesso momento economico che stiamo vivendo. Volendo essere ottimisti e fiduciosi sarà importante far seguire alle buone intenzioni e alle dichiarazioni di rito fatti concreti e un cronoprogramma preciso, anche perché stiamo parlando di una infrastruttura che migliorerà il trasporto pubblico di tutto il nord-est dell’area metropolitana di Torino», commenta Licari.