San Mauro

Il Pd vuole «cambiare rotta» sulla Sanità regionale

L'incontro organizzato dal Circolo dem

Il Pd vuole «cambiare rotta» sulla Sanità regionale
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Il Pd vuole «cambiare rotta» sulla Sanità regionale

Sanità regionale

Ad un anno preciso dalle prossime regionali, il Partito Democratico sembra già essere in piena campagna elettorale. Ed uno dei temi cardine su cui si «giocherà» la futura presidenza regionale sarà senza dubbio quello della Sanità.

L'incontro

Si è parlato di liste d'attesa soprattutto, ingolfate dall'epoca Covid denunciano il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo, insieme alla consigliera Monica Canalis e alla responsabile delle politiche per la salute della segreteria regionale, Valentina Paris, protagonisti della serata organizzata  la scorsa settimana dal circolo dem sanmaurese.

La discussione

L'appuntamento, in sala Alpi e alla presenza di molti «addetti ai lavori», è stato l'occasione per presentare la raccolta firme «Stop liste d'attesa», che conta già 7.000 adesioni. «Un movimento collettivo per cambiare rotta – lo ha descritto Gallo – in un momento in cui l’organizzazione sanitaria piemontese, che durante la seconda e terza ondata pandemica ha vacillato, affronta lunghe liste d'attesa e carenza di fondi, spingendo l’utenza verso le prestazioni private. Senza dimenticare che il 31 maggio la premier Giorgia Meloni ha annunciato di voler rivedere gli investimenti per le Case di Comunità». Un elemento di preoccupazione sia per la sindaca Giulia Guazzora che per il suo omologo gassinese Paolo Cugini, dal momento che a San Mauro ne è prevista una. «Dovremo difenderla perché essenziale, a servizio di oltre 41 mila persone».
«Il diritto alla salute è a rischio - afferma allineata Paris - non solo per mancanza di fondi e sovraccarico delle prestazioni, ma anche per malgoverno e scelte politiche di una destra che spinge verso la sanità privata chi ha i soldi, mentre obbliga chi non li ha ad arrangiarsi». Situazione inquadrata da Canalis coi dati raccolti da Asl To4 e consorzio Cisa 7 nel 2021. «Secondo il presidente Cirio il tempo medio d'attesa per una visita è di 34 giorni. Ma tale dato non tiene conto dell'emorragia di personale: nel 2022 abbiamo perso 1003 figure nella sanità, nel 2021 1154. Non si comprende come possano venire rispettate le liste d'attesa se non ricorrendo ai gettonisti». «Vi è dunque una migrazione al privato», di cui tuttavia non sono disponibili dati. «Un italiano su dieci - aggiunge però Canalis - ha deciso di abbandonare le cure per i tempi d'attesa e il costo. Stiamo parlando dei più poveri, o privi di reti familiari e sociali che possano supportarli. Come le persone non autosufficienti, la cui cura ricade sulle famiglie. In questo caso nell'Asl To4 ci sono 2487 persone in lista d'attesa per un progetto residenziale o domiciliare. A fronte di 2084 posti letto convenzionati nelle rsa e 2063 non convenzionati, quasi tutti pieni. Le persone seguite a domicilio dal Cisa erano appena 243 nel 2021».
In tale quadro, ha concluso la platea, una raccolta firme non basta. Necessarie anche mobilitazioni di piazza ed investimenti in formazione e ricerca per fare vera prevenzione.

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