Intervista

Elena Piastra, un anno dopo: “Settimo cresce, ma non senza sfide”

La sindaca traccia un bilancio dei primi 12 mesi di mandato

Elena Piastra, un anno dopo: “Settimo cresce, ma non senza sfide”
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È passato poco più di un anno dalla rielezione di Elena Piastra alla guida del Comune di Settimo Torinese.

Elena Piastra, un anno dopo

Dodici mesi intensi, durante i quali l’amministrazione ha avviato nuovi percorsi, portato a compimento progetti del mandato precedente e affrontato temi complessi come sicurezza, urbanistica e coesione sociale.

In questa intervista, raccolta da Desirèe Di Monte per La Nuova Periferia, la sindaca ripercorre le tappe principali del lavoro svolto finora, dalla valorizzazione della cultura alla pianificazione urbanistica, senza tralasciare il rapporto con le opposizioni e il futuro della città. Una riflessione a tutto campo, tra risultati raggiunti e sfide ancora aperte.

Di seguito, l’intervista completa.

Elena Piastra, è trascorso un anno di mandato. Quali traguardi ha raggiunto Settimo?

«Molte delle attività fatte sono la chiusura di quelle iniziate nello scorso mandato e poi è stato un anno di semina di nuovi progetti. Alcuni traguardi importanti sono legati all'ospedale. Renderlo pubblico è un obiettivo fondamentale per la città. Un altro progetto che si chiude è il Dado, poi ci sono gli obiettivi legati alla cultura e infine tutta la parte del sociale, con l’attivazione dell'Organismo di crisi. Era uno strumento molto atteso insieme alla partenza del nuovo bando sulle case popolari».

Ritorniamo sulla cultura, che è anche una delle sue deleghe. Nel programma, il termine compare ben 62 volte in 67 pagine, indice del peso che ricopre nella sua visione politica. In che direzione si sta muovendo il processo culturale della città?

sorride «Non me ne ero resa conto che ci fosse scritto così tante volte. Nella mia testa, continuo a percepire Settimo come una giovane adolescente che ha bisogno di continue risposte. La cultura per me è strettamente legata alla trasformazione sociale della città. La scelta di portare il circo al parco Lama significa accendere un riflettore in una zona particolare e raccontare che i luoghi hanno la possibilità di riscoprirsi. Portare il Cinema all’aperto al parco Iotti apre all’utilizzo condiviso di uno spazio pubblico e quella è una forza. Lo stesso vale per lo Spazio mostre dentro l'ex piadineria di piazza Campidoglio».

Un polo culturale strategico del territorio è il teatro che è in fase di assegnazione dell’appalto...

«Sì, si è appena conclusa la gara per la gestione del teatro e della sala Combo. Il teatro continua ad avere due ruoli diversi: uno legato al cartellone e poi c’è l’utilizzo nelle scuole, come il progetto di Adriana Zamboni. È uno strumento che serve ai ragazzi per comunicare le emozioni e continuerà a vedere investimento da parte della città».

Parliamo di piano regolatore. Lo strumento urbanistico come può accelerare o favorire la trasformazione di alcune aree?

«Lo strumento urbanistico è attivatore di funzioni. Avevamo chiuso lo scorso mandato con il nuovo piano regolatore e ci siamo presi l’impegno di ripartire con le varianti che servono ad incentivare le trasformazioni. Cito il tema dell’abitare legato all’anziano. Stiamo provando a pensare a case più piccole, con spazi collaborativi e di condivisione. Questa è una novità che il piano regolatore può introdurre perché l’urbanistica può agevolare, o bloccare, alcune trasformazioni».

Questi mesi sono stati segnati anche da episodi di cronaca che riguardano i giovani. Sul tema sicurezza cosa è stato fatto?

«È una delle aree su cui abbiamo lavorato di più, con attività sia preventive che di controllo. Si è raggiunto un buon livello di collaborazione tra la Polizia Municipale e la Tenenza, abbiamo confermato il terzo turno della Pm in estate e coperto alcuni punti con le fototrappole per gli abbandoni abusivi. Per quanto riguarda i giovani, i ragazzi che hanno commesso errori, in gran parte, sono stati individuati, denunciati e alcuni di loro hanno iniziato l’atto riparatorio. Credo sia l'aspetto più importante. Poi, vorrei dire un’altra cosa».

Prego.

«Senza voler essere polemica, mi spiace per alcune situazioni. Quando una persona molto nota alla città, ubriaca, violenta, colpisce un agente, viene arrestato e poi lo si rivede in giro il giorno dopo, io credo che abbiamo un tema di impotenza delle Forze dell’Ordine. Abbiamo bisogno insieme di fare un lavoro di collaborazione. Oltre alle forze dell’ordine, serve che il Comune lavori sulla prevenzione e sulla possibilità di dare il segnale che alcune vicende possono avere un percorso in termini di giustizia».

Nel programma scrive di voler pensare «alla Settimo del 2040». Quali strategie sta adottando?

«Da un lato, abbiamo la necessità di dare risposta alle giovani coppie. In questo primo anno l’apertura del nido ha segnato passaggio importante ma l’obiettivo è ridurre il costo dell’asilo per chi abita a Settimo arrivando vicino alla gratuità. L’altro tema è legato ad una città sempre più verde. Ridurre le isole di calore é il primo elemento per vivere bene. Se poi l'erba è bassa va anche meglio, ma se i parchi non li progetti non dovrai mai porti il problema di tagliarla».

Nell’immediato, invece, cosa c’è in agenda?

«Il prossimo anno lavoreremo sul progetto delle altre due torri di fianco alla Standa, per completare quell’area. In questi mesi, siamo anche in una fase di affidamento dei vari servizi e poi pubblicheremo la gara sulla mensa con l’obiettivo di garantire il centro cottura a Settimo».

Primo anno anche di campo largo. Come è andata?

«È stata un’esperienza positiva. Con Arnaldo (Cirillo) si lavora bene e con Anna anche. In lei rivedo l’approccio di Franca Levato nello scorso mandato. Chi parte dalla minoranza ha bisogno di un percorso diverso nel ruolo di consigliere di maggioranza. Il Movimento, il Pd riescono ad essere allineati sui temi fondamentali di crescita della città. Tutto il resto sono tecnicalità che si imparano».

E invece il rapporto con le opposizioni?

«Per la prima volta nella storia della nostra città, l’opposizione è rappresentata dalla sola destra. Questo rende il dibattito spesso partitico e devo dire che mi sono trovata un po' a disagio in alcune situazioni perché si è raggiunta una violenza verbale che non avevo mai visto. Ricordo in passato momenti duri ma non ricordo situazioni in cui un consigliere di minoranza abbia detto che gli altri sono delle nullità. Credo che stia a tutti noi fare un percorso e imparare un metodo d'aula».

Neanche il tempo di farle festeggiare le elezioni e subito si è parlato di chi verrà dopo di Lei. La infastidiscono queste voci?

«No, credo sia totalmente normale. Ricordo Corgiat nel secondo mandato con lunghe Giunte in cui chiedeva di non parlare del dopo. Io non lo faccio. Credo che aiuterà a placare le discussioni il fatto che passerà la legge sul terzo mandato...».

Ci sta pensando?

«No, però è chiaro che se dovesse passare la legge aumenterebbe il livello del dibattito. Detto questo, è bene che chi ha voglia di mettersi a disposizione cominci ad emergere».