Verso il 25 settembre

Davide Gariglio: «I punti di forza del Partito Democratico sono la coerenza, l’affidabilità e la capacità di governo»

Attenzione focalizzata su quelli che sono i temi principali al centro dell'attenzione.

Davide Gariglio: «I punti di forza del Partito Democratico sono la coerenza, l’affidabilità  e la capacità di governo»
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Una chiacchierata con Davide Gariglio candidato Piemonte 1 -Camera uninominale Torino 3.
Punti di forza del Pd?
«I punti di forza del Partito Democratico, sono in sintesi, la coerenza, l’affidabilità e, pur nei limiti che abbiamo sempre riconosciuto, l’esperienza e la capacità di governo. Se il paese sta uscendo oggi dalla pandemia, ha avuto finanziamenti straordinari per la ripartenza ed ha un profilo autorevole in Europa e nel Mondo è anche merito della serietà del Pd. Altre forze politiche, come M5S, Lega e Forza Italia, hanno preferito consegnare il paese all’incertezza, all’instabilità economica e sociale, solo per calcoli elettorali; non dimentichiamo che anche Fratelli d’Italia in questi anni, per guadagnare consensi, ha cavalcato un sovranismo di facciata non votando addirittura in Parlamento provvedimenti fondamentali con il Pnrr».

Letta ha lanciato l'allarme democratico in caso di vittoria della destra.
«Il problema democratico nasce dal fatto che questa legge elettorale, che il Partito Democratico ha tentato di modificare fino alla fine della Legislatura anche in relazione alla riduzione di deputati e senatori ricevendo il diniego delle altre forze politiche, rischia di portare il 70 per cento dei parlamentari con poco più del 40 per cento dei voti. Questa discrasia fra cittadini ed eletti rischia consapevolmente di creare un sistema di rappresentanza squilibrato che mette in discussione i principi stessi della democrazia. Senza dimenticare che con oltre i due terzi del Parlamento una coalizione può stravolgere la Costituzione senza ricorrere ai referendum confermativi».

Inflazione e caro energia: le vostre ricette?
«Purtroppo non esistono ricette semplici e sovraniste per uscire da una crisi mondiale di questa portata. Per quanto riguarda l’inflazione le azioni prioritarie del Pd riguardano: taglio del cuneo fiscale per aumentare gli stipendi netti fino a una mensilità in più, aumento del valore e della platea delle pensionate e dei pensionati beneficiari della “quattordicesima”, rinnovo dei Contratti collettivi nazionali scaduti, innalzamento da 258 a 516 euro del tetto delle esenzioni per il welfare aziendale (fringe benefit). Per ciò che concerne il caro energia i punti chiave sono: controllo dei prezzi dell’energia elettrica, contratti calmierati per microimprese e famiglie con redditi medi e bassi, raddoppio del credito d’imposta per compensare per gli extra-costi delle imprese per gas e elettricità, promozione di un grande piano nazionale di risparmio energetico per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, fissare un tetto europeo al prezzo del gas».
Parliamo di fisco.
«Ogni riforma fiscale deve tutelare innanzitutto i ceti deboli e medi della popolazione e deve essere economicamente sostenibile per le casse dello Stato. Ogni riforma fiscale deve inoltre avere come punto imprescindibile il contrasto efficace all’evasione fiscale. Le promesse che sta facendo la destra in queste settimane, a partire dalla Flat Tax di Meloni, Salvini e Berlusconi non solo non porteranno le fasce svantaggiate e le imprese fuori dalla crisi ma sono addirittura irrealizzabili perché metterebbero a rischio la tenuta stessa del bilancio».

I giovani sono sempre più lontani dalla politica.
«Nonostante i giovani siano oggi una delle categorie maggiormente svantaggiate c’è rischio di un astensionismo a doppia cifra per questa categoria. Come ha detto recentemente il segretario nazionale Enrico Letta: “il Pd vuole diventare il primo partito tra i giovani con un messaggio chiaro: dimostrare loro che possono costruire qui il loro futuro senza essere costretti ad andare all’estero. Nei prossimi 5 anni vogliamo creare le condizioni per anticipare l’uscita dei ragazzi da casa dei genitori a 24 anni, come succede in Europa e non a 30 come accade oggi in Italia. Quindi stop agli stage gratuiti, a cominciare dal primo, e incentivazione delle assunzioni dei giovani con una decontribuzione totale»

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