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Dal Pd al gruppo misto restando però dentro la maggioranza

Alessandro Scopel ha lasciato i Dem con cui era stato eletto in Consiglio e passare tra le fila del Partito Socialista Italiano.

Dal Pd al gruppo misto restando però dentro la maggioranza
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Dal Pd al gruppo misto restando però dentro la maggioranza, primi scricchiolii all'interno del sostegno di ferro in consiglio comunale della  Giunta di Piastra.

Dal Pd al gruppo misto

Nove mesi e qualche giorno. È il tempo che è trascorso dall'inizio del secondo mandato di Elena Piastra. E da quel lunedì 10 giugno 2024 che, con il 75% dei consensi, ha consacrato non solo la rielezione di Piastra ma anche la vittoria del suo campo largo: dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, passando per i Moderati, Azione e le liste civiche Piastra Sindaca e Settimo Futura.  Ma ogni successo – soprattutto se così roboante – ha un «prezzo» da scontare. In questo caso, superato il test alle urne, la vera sfida è iniziata con la prova della governabilità. In Giunta ma anche tra i banchi del Consiglio comunale. E in questi mesi, nonostante la narrazione di un gruppo compatto e collaborativo, il campo largo ha spesso vacillato.  Alcune tensioni sono emerse in modo lampante in aula durante le ultime sedute del Consiglio.

Primi screzi

A gennaio, ad esempio, aveva destato scalpore il botta e risposta tra Anna Sanfilippo, capogruppo dei pentastellati, e la consigliera dei Dem, Angela Schifino. «Ringrazio la consigliera Schifino anche se devo dire che non condivido pienamente il suo intervento. Visto che mi avete fatto parlare, dico quello che penso», si era lasciata sfuggire Sanfilippo, commentando le parole della collega in merito alla sanità territoriale, oggetto dell’ordine del giorno presentato dai 5 Stelle. Un «fraintendimento» - così era stato archiviato - che si era risolto a microfoni spenti con un immediato chiarimento tra le due ma che, nel frattempo, aveva creato qualche imbarazzo tra le fila della maggioranza. Un episodio eloquente soprattutto alla luce delle voci di corridoio che riportano una generale insofferenza dei grillini all'interno della coalizione. Stato d’animo che avrebbe contagiato anche qualche esponente delle civiche. Liste, ormai, (quasi) in completa ombra nei dibattiti consiliari, come conferma il minutaggio degli interventi nelle ultime sedute. A febbraio, tra i sei consiglieri delle civiche, su oltre tre ore di discussione, ha preso la parola per qualche minuto la sola Alice Freni (Settimo Futura) mentre da due mesi in Consiglio non si registra nessun intervento da parte del gruppo Piastra Sindaca. Segnali emblematici in una compagine in cui il Pd pare rivendicare il ruolo di unica protagonista, relegando gli alleati a semplici «comparse».

Il dopo Piastra che avanza

Peccato, però, che neanche tra i Dem il clima sia dei migliori. All’orizzonte, c’è il percorso da costruire per il dopo Piastra ma nel presente c’è una rosa consiliare da gestire, come sta cercando di fare, tra una mediazione e l’altra, la capogruppo Elena Ruzza. Rosa che proprio in questi giorni sta facendo i conti con la scelta del consigliere Alessandro Scopel di passare nel gruppo misto, più precisamente tra le fila del Partito Socialista Italiano. E mentre Scopel lascia il Pd, pur confermando il pieno appoggio alla maggioranza, ci sono altre «spine» nella formazione consiliare del partito. Ad essere controllato a vista c'è ancora Antonio Augelli, da molti considerato una «pericolosa» mina vagante. Ma anche Katia Albanese sarebbe un'osservata speciale. E lo ha velatamente fatto intendere pure Enzo Maiolino quando nell'ultimo Consiglio ha criticato l'atteggiamento rigido assunto da Albanese durante la commissione finanziaria, di cui la Dem è presidente. Ad aver infastidito il capogruppo di Fratelli d'Italia, dopo una serie di interventi del collega Giorgio Zigiotto, è stata la richiesta della presidente di evitare quesiti non inerenti al tema della seduta. «Stavamo discutendo le attività di Patrimonio, si poteva sicuramente demandare in altra sede ma le domande non erano fuori luogo. E sono anche un signore. Non mi piace parlare per terze persone ma esponenti della sua stessa maggioranza in privato mi hanno detto che non è proprio il modo di rispettare il ruolo delle commissioni. E la lascio così», è stata la stoccata di Maiolino. In aula è calato il gelo per qualche secondo, ma fuori dalla sala il retroscena riportato dal capogruppo di Fratelli d'Italia sul fastidio di «terze persone» sarebbe stato confermato da più versanti.  Insomma, a nove mesi dall'insediamento dell’Amministrazione Piastra, la maggioranza inizia a mostrare le prime crepe. E nel fuoco incrociato della coalizione c’è proprio la sindaca che, da «parafulmine», tenta di spegnere ogni tipo di nervosismo.

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