Anche San Mauro dice "no" allo stralcio delle cartelle esattoriali 2000-2015 sotto i mille euro
Decisione supportata anche dal Movimento 5 Stelle dell’ex sindaco Bongiovanni. Contrariati FdI, Lega e Due Ponti
Anche San Mauro dice "no" allo stralcio delle cartelle esattoriali 2000-2015 sotto i mille euro.
Cartelle esattoriali
Il centrodestra sanmaurese, allineato con le disposizioni del Governo Meloni, avrebbe fortemente voluto la rottamazione degli interessi delle cartelle esattoriali sotto i 1000 euro e relative al periodo 2000-2015.
In Consiglio
La decisione dell’Amministrazione della Città delle fragole, supportata pure dal consigliere del Movimento Cinque Stelle Marco Bongiovanni, è stata invece quella di non stralciare tali debiti residui.
Una scelta di cui l’assessore Ugo Dallolio aveva dato contezza già in commissione, la settimana precedente, sviscerandone ragioni e cifre. «Il totale di debiti residui per il nostro Comune vale 1.139.273 euro di cui, stando al provvedimento di rottamazione, verrebbero stralciati 329mila euro. Per garantire però i principi di uguaglianza e capacità contributiva abbiamo deciso di non annullarli». Di tali cifre, «Il 60% sono sanzioni stradali non pagate da furbetti, mentre solo il 40% sarebbero cifre abbuonate a cittadini e imprese in difficoltà» col pagamento di tributi e servizi a domanda individuale, ha spiegato meglio il consigliere Bruno Bonino, della civica Giulia Guazzora Sindaca, spiegando altresì che «Si tratta di somme già stralciate dal bilancio del nostro ente perché considerate difficilmente esigibili e che, se mai verranno riscosse dalle preposte agenzie, vi rientreranno come sopravvenienze attive».
Perfettamente in linea Bongiovanni. «Trovo corretta l’interpretazione e la volontà di perseguire chi non ottempera al pagamento delle sanzioni. La legge è uguale per tutti. Che cosa penserebbe un cittadino che ha pagato sanzioni e interessi se al suo vicino di casa venisse invece condonato tutto?».
L'opposizione
Per l’esatto opposto invece i consiglieri Roberto Olivero, Due Ponti, Roberto Pilone, Lega, e Daniele Cerrato, Fratelli d’Italia, hanno criticato la decisione della maggioranza. «La scelta – è intervenuto quest’ultimo – di non stralciare gli interessi sulle cartelle è meramente politica, dal momento che non comporta problemi per le finanze dell’ente. Noi di Fratelli d’Italia siamo contrari a questa decisione miope perché incancrenisce la riscossione di somme che soggetti deboli, per diversi motivi, non sono stati in grado di pagare, e va oltretutto in controtendenza a quella presa dall’Amministrazione del vostro stesso colore politico a Torino».
Molto più discutere ha fatto, però, l’intervento del consigliere Pilone. «Trovo tale delibera dequalificante per questa Amministrazione perché continua a perseguire persone che non avevano possibilità di pagare» ha dichiarato. Poi, spazientito dai continui rimandi alla trattazione del tema fatta in commissione, ha ribadito la «pretesa» di discutere tutto in Consiglio. «Giusto per chiarirci. Le commissioni servono a noi per raccogliere informazioni e dunque ci vengo quando voglio a sentire quello che mi pare. E’ il Consiglio comunale – di cui Pilone è per altro vicepresidente – ad essere sovrano e a votare, quindi è qui che voglio discutere le cose» ha chiosato. Anche in Consiglio, comunque, il leader del Carroccio non è certo campione di presenze, come evidenziano i dati riportati nelle scorse settimane dal nostro giornale. Un aspetto, bene inteso, che non sta certo a noi giudicare ma che è inevitabile segnalare, e di cui come ha correttamente evidenziato il consigliere del Pd Matteo Fogli «Pilone renderà conto ai propri elettori».