Sblocco dei licenziamenti fra preoccupazioni e rilancio economico
Cosa potrà accadere dopo che i divieti in materia di riduzione di personale saranno rimossi? Esiste il rischio della perdita di tanti posti di lavoro, quindi sarà necessario investire subito sulla riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori
Come noto, i molti Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri della stagione emergenziale, hanno previsto il divieto dei licenziamenti collettivi, per giustificato motivo oggettivo o per motivi economici, divieto attualmente ancorato alla data del 31 marzo 2021 ma la cui probabilità di proroga, al momento, è pressoché una certezza.
Blocco dei licenziamenti e disoccupazione
Per capire la gravità del momento e trovare analogo precedente, occorre risalire al termine della Seconda Guerra mondiale, per la precisione al 21 agosto 1945, allorché il capo provvisorio dello Stato promulgò il decreto legislativo luogotenenziale 523 che vietava alle imprese industriali di licenziare i lavoratori dipendenti. Uno scenario che, sia pure senza la drammaticità del 1945, si ripresenta ai giorni nostri ma in un tessuto produttivo profondamente diverso da quello postbellico, sia per la dimensione occupazionale che per le attività delle imprese.
Nonostante le determinazioni del legislatore emergenziale d’intervenire nella gestione dei rapporti di lavoro, incidendo in maniera significativa e per un periodo così prolungato sulla libertà di impresa, sancita dall’art. 41 della Costituzione, l’Istat ha accertato, per il 2020, un tasso di disoccupazione salito al 9% con un calo degli occupati di 444.000 unità di cui 312.000 donne e 132.000 uomini.
Cosa potrà accadere con lo sblocco dei licenziamenti?
Ma cosa potrà accadere dopo che i divieti in materia di riduzione di personale saranno rimossi?
Secondo le stime della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, con lo sblocco dei licenziamenti, il calo degli occupati, rispetto ad inizio 2020, potrebbe concentrarsi nelle piccole e medie imprese con la perdita di più di un milione di posti di lavoro con previsioni allarmanti per l’occupazione femminile e dei giovani.
Ecco allora che, valutato il rischio della perdita di tanti posti di lavoro, sarà necessario investire subito sulla riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori in bilico, non solo attraverso misure già a disposizione come il Fondo nuove competenze e le politiche attive del lavoro, ma anche intervenendo con una reale semplificazione delle regole, con riforme sull’attuale impianto degli ammortizzatori sociali, con l’introduzione di strumenti di flessibilità, con nuove tutele per i lavoratori autonomi e attraverso l’intensificazione dell’attività di contrasto alla somministrazione di manodopera e agli appalti illeciti.
Consulenti del Lavoro: “Servono misure coraggiose”
Nell’incontro recentemente tenutosi fra la presidente del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, e il ministro del Lavoro Andrea Orlando, si è trattato delle misure per ridisegnare l’agenda per la crescita e la ripartenza del mercato del lavoro nel nostro Paese. In particolare, ha sottolineato la presidente Calderone, l’esperienza originata dalla crisi ha reso urgente l’adozione di misure coraggiose come una gestione più flessibile dei contratti di lavoro, perché il venir meno del divieto attualmente in vigore e in assenza di provvedimenti tampone, convoglierà nel 2021 tutti gli effetti della recessione economica generata dalla pandemia.
Le nuove disposizioni avranno quindi il compito di porre le basi per un “nuovo futuro” che attraverso una pianificazione strategica degli interventi unitamente a significativi investimenti economici e organizzativi, potranno sostenere una crescita sociale ed economica equa ed inclusiva.
Luisella Fassino nuovo presidente della Consulta degli Ordini e dei Collegi Professionali di Torino
A seguito dell’assemblea elettiva della Consulta degli Ordini e dei Collegi Professionali, Luisella Fassino, presidente dell’Ordine Provinciale dei Consulenti del Lavoro, è stata eletta alla guida della Consulta degli Ordini e dei Collegi Professionali per il biennio 2021/2023.
Alla Consulta, organismo associativo che riunisce tutte le professioni amministrative, giuridiche, tecniche e sanitarie della provincia di Torino, organizzate in Ordini, spetta l’onere di coordinare la presenza istituzionale delle categorie professionali.
L’elezione di un Consulente del Lavoro alla massima carica provinciale rappresenta indubbiamente un riconoscimento ad una categoria che, a livello locale, è stata parte attiva e propositiva dell’organismo stesso, perseguendo fortemente quella integrazione tra gli iscritti ai vari Ordini, indispensabile per riaffermare il ruolo trainante svolto dai professionisti nella vita economica e sociale del Paese.
Bufale & favole…
Ognuno di noi, si sa, accampa legittime idee personali in ambito social network e soprattutto sul loro utilizzo. Tralasciando la principale imputazione che gli si addebita, ossia quella di consistenti fasce di popolazione che non vivono al loro interno una propria vita parallela, come erroneamente e diffusamente si tende a credere, bensì consumano una primaria ed autentica esistenza a cui subordinano il resto delle loro azioni dal momento che trascorrono connessi la maggior parte della giornata attiva, in questo intervento vogliamo soffermarci sulle deformazioni comunicative che si concentrano nel segmento del lavoro dipendente.
E’ una realtà che ogni artigiano, commerciante, piccolo industriale può toccare con mano: si tratta di sirene ammaliatrici, evidentemente ingannevoli che, in concomitanza alla nota crisi pandemica, se non adeguatamente individuate e contrastate, rischiano di attrarre datori di lavoro che, sovente, devono già opporsi a soggetti privi di scrupoli, non raramente appartenenti a frange della criminalità organizzata, tendenti ad approfittare di scenari caratterizzati da temporanea fragilità.
Infatti, posta la sacrosanta lamentazione inerente l’esorbitanza del costo della manodopera ad ogni livello nel nostro Paese, testimoniato dall’ampiezza della forbice scaturita dalla spesa sostenuta dall’imprenditore e dal netto percepito dal dipendente, la strada da intraprendere non potrà mai coincidere con la dubbia flessibilità che, di fatto, è quella proposta poiché non esiste un brevetto geniale che consenta di risparmiare lecitamente in materia di retribuzioni e contributi.
Ma siccome non ci troviamo di fronte a soggetti sprovveduti, ovviamente per i loro biechi fini, diventa imprescindibile il ruolo dei Consulenti del Lavoro quali soggetti idonei a contrastare quel cocktail ben dosato tra bufale, intese come affermazioni false ed inverosimili, e favole, intese come narrazioni fantastiche ed illusorie, di cui grondano le comunicazioni anche se espresse su innocui volantini e non necessariamente in rete.
Nell’esortarvi a non cadere in tentazione, vi invitiamo a scoprire chi sono i consulenti del lavoro e, dopo aver verificato l’iscrizione all’Ordine Provinciale del vostro Consulente, rivolgetevi immediatamente a lui: si tratta di effettuare una scelta tra legalità e zona grigia, che non deve intaccare i componenti di quella società civile demandata a rappresentare un esempio per l’intero territorio.
Conferendo con il professionista, oltre ad apprendere come un contratto di somministrazione transiti necessariamente da una agenzia per il lavoro regolarmente autorizzata e che le clausole elastiche apposte ad un accordo a tempo parziale non sono economicamente gratuite, siamo certi che verrà fugato ogni sospetto instillato riguardo la preparazione e competenza, perché non bisogna «scegliere il nuovo modo di avvalersi della consulenza del lavoro» ma occorre essenzialmente scegliere la convenienza della via della legalità, senza file ed attese!
Consulenti del Lavoro: chi sono
Il Consulente del Lavoro è una professione ordinistica che si occupa di amministrazione aziendale a 360°: dalla gestione delle risorse umane, alla pianificazione strategica dell’attività imprenditoriale, passando per la gestione di tutti gli adempimenti legati ai rapporti di lavoro ed alla fiscalità d’impresa. In linea con un mercato del lavoro moderno e flessibile, il Consulente del Lavoro negli ultimi anni ha conosciuto una grande espansione nell’esercizio delle sue funzioni, diventando un punto di riferimento indispensabile per le imprese e le persone nel dialogo con la pubblica amministrazione.
Un piccolo esercito di 26.000 professionisti che danno lavoro a più di 70.000 dipendenti, amministrano 1 milione di aziende, elaborano oltre 7 milioni di cedolini per un monte retribuzioni di circa 100 milioni di euro all'anno e promuovono 100.000 tirocini l’anno.
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A cura dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino
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