Indagine

Le aziende del Torinese resistono ma la crescita è ai minimi storici

Sono 222.538 le attività registrate in provincia: la città di Settimo è al sesto posto per numero di imprese

Le aziende del Torinese resistono ma la crescita è ai minimi storici
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Presentati a fine febbraio 2024 a Palazzo Birago i dati relativi alla natimortalità imprenditoriale torinese nel 2023, con un focus specifico sui diversi settori economici, sulle categorie di imprese (straniere, femminili, ecc.) e un monitoraggio sull’andamento degli ultimi 10 anni.

Tasso di crescita positivo ma ai minimi storici

“Per il 2023 registriamo un tasso di crescita imprenditoriale ancora positivo, anche se le nuove iscrizioni sono al livello minimo mai registrato negli ultimi 15 anni. Continua la crisi del commercio e la contrazione dell’industria tradizionale, ma si conferma, anche guardando i dati degli ultimi 10 anni, la progressiva virata del tessuto torinese verso i settori dei servizi - commenta Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio Torino. – Preoccupa il marcato calo delle imprese giovanili: ricordo che per chi vuole aprire un’impresa sono numerosi i servizi di consulenza offerti dall’ente camerale, tutti rigorosamente gratuiti”.

Le imprese torinesi nel 2023

Nel 2023 le imprese nate sono state più numerose di quelle cessate: questo ha permesso di mantenere una dinamica positiva, anche se il numero delle nuove iscrizioni (12.473) ha raggiunto il valore più basso degli ultimi 15 anni (escludendo l’anno anomalo 2020). Le cessazioni risultano in ripresa, ma fortunatamente non sono ancora tornate ai livelli pre-pandemici.

Il tasso di crescita del tessuto imprenditoriale torinese si conferma positivo per il quinto anno consecutivo (0,45%), benché ridimensionato rispetto al biennio precedente e collocato a cavallo fra il tasso di crescita regionale (0,19%) e quello italiano (0,70%). A livello piemontese, Torino è l’unica provincia insieme a Novara (0,39%) a chiudere l’anno con un tasso di crescita positivo.

Come già accaduto in passato, la presenza di una natalità più vivace rispetto alla mortalità non è stata sufficiente a sostenere la crescita dello stock di imprese registrate che, con 222.538 sedi d’impresa, registra un lieve decremento (-487 imprese) rispetto al 2022[1].

Fonte: elaborazioni Camera di commercio di Torino su dati InfoCamere

I dettagli: Settimo Torinese in sesta posizione

A livello dimensionale, le microimprese – ossia quelle con meno di 10 addetti –rappresentano oltre il 95% del totale.

A livello geografico i primi 10 comuni per numero di imprese rappresentano da soli il 15% del totale e tutti, tranne Carmagnola, confermano un tasso di crescita positivo: subito dopo Torino, in testa per numerosità di imprese si attesta Moncalieri con 5.288 unità, seguito da Rivoli (4.178), Pinerolo (3.585). A seguire ancora Collegno, Settimo Torinese (dove il tasso di crescita è dell'1,17%), Chieri, Nichelino, Ivrea, Carmagnola e Grugliasco.

Dal punto di vista della natura giuridica, se le imprese individuali, nonostante un forte turn over, si mantengono in lieve aumento, a crescere maggiormente sono le società di capitale, che chiudono il 2023 con un +3,33%, segno di un progressivo irrobustimento del sistema imprenditoriale.

Tasso di sopravvivenza

Lievemente in aumento rispetto al 2022 il tasso di sopravvivenza medio a distanza di 3 anni dall’iscrizione (dal 71,4% al 71,8%). Questo dato, sempre crescente negli ultimi 10 anni, è coerente con il consolidamento di forme giuridiche più strutturate, come le società di capitale, che, come accennato sopra, bilanciano il forte ricambio che si verifica invece nelle imprese individuali.

Il tasso di sopravvivenza torinese è superiore a quello delle principali città metropolitane: 65,5 a Roma, 70,1 a Milano e 71,2 a Napoli.

La Torino che cambia (2014- 2023)

Il territorio torinese vive già da tempo un ridimensionamento del proprio tessuto imprenditoriale, con l’eccezione del triennio 2020-2022 quando gli effetti della pandemia hanno prodotto una parziale crescita. Rispetto a dieci anni fa, le imprese registrate hanno subito un decremento del -2,1%, passando dalle 227.208 del 2014 alle attuali 222.538 (-4.670 imprese registrate).

Anche dal punto di vista della natura giuridica alcuni cambiamenti strutturali sono già in atto da diversi anni, con l’aumento in percentuale delle forme più strutturate. Il nucleo delle imprese individuali, nonostante tassi annuali molto elevati di natalità e mortalità, mantiene stabile il suo peso (oltre il 53%). Per le società di capitale, l’unica forma giuridica in “espansione”, l’incidenza sul totale è salita in dieci anni dal 17% al 23%; le società di persone, invece, hanno ridimensionato la propria presenza dal 27% al 21%.

Parallelamente, un’analisi di più ampio periodo sull’andamento dei vari settori evidenzia come alcune tendenze possano considerarsi ormai consolidate, in particolar modo per i settori dell’agricoltura, dell’industria e del commercio che, nell’ultimo decennio, hanno registrato un significativo ridimensionamento del numero di imprese, a fronte di un contestuale progressivo aumento dei servizi (alla persona e alle imprese), cresciuti negli ultimi 10 anni dell’8,3%.

Nell’ambito dei servizi alla persona (+17,5% in 10 anni) è l’istruzione che mostra il miglior trend (+24,1%) - grazie all’aumento dei corsi sportivi e ricreativi e di formazione culturale – affiancata dalle attività creative, artistiche e di intrattenimento, in particolare con le attività di supporto a manifestazioni e spettacoli, e dall’assistenza sanitaria e sociale - con le strutture di assistenza residenziale per anziani e disabili e i servizi di asilo nido.

Ottima anche la performance dei servizi alle imprese, +5,9% negli ultimi 10 anni e in continuo aumento dal 2017 ad oggi. La variazione positiva è sostenuta dai servizi di supporto alle funzioni d’ufficio, fra i quali le organizzazioni di convegni e fiere, dal settore finanziario - con i servizi dei promotori e mediatori finanziari -, dai servizi come imprese di pulizia e cura e manutenzione del paesaggio e dalle attività professionali, in particolare quelle di consulenza.

Nel settore del turismo si registra l’ottimo trend dei bed & breakfast e affittacamere che in dieci anni raddoppiano la loro consistenza (+102%) a discapito delle strutture alberghiere che diminuiscono del -11,2% lo stock di imprese.

Andamento dei settori nel 2023

Nel 2023 l’andamento delle attività economiche mostra trend disomogenei: crescono i servizi (sia quelli alle imprese sia quelli alle persone) e le attività edili, mentre diminuiscono i restanti settori di attività, come il commercio, l’industria e l’agricoltura. Esattamente la dinamica registrata negli ultimi 10 anni.

 

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