Solo sei mesi fa i lavoratori e le lavoratrici della Magneti Marelli scendevano in piazza a Venaria Reale per dire “no” alla delocalizzazione e ribadire il valore strategico degli stabilimenti cittadini.
Crisi Marelli, chiesto l’intervento del Governo
Oggi, la situazione si è ulteriormente aggravata: l’azienda ha presentato istanza di fallimento presso il tribunale del Delaware, negli Stati Uniti, chiedendo la protezione prevista dal cosiddetto “Chapter 11”.
Una mossa che ha scatenato forte preoccupazione tra i circa 1600 dipendenti dei due stabilimenti venariesi – quello storico di viale Carlo Emanuele II e quello di via Cavallo – e tra le migliaia di lavoratori coinvolti a livello nazionale: sono circa 6000 i posti di lavoro complessivamente in bilico.
Ma cos’è il Chapter 11? Si tratta di una procedura del diritto fallimentare statunitense che consente alle imprese di ristrutturare il proprio debito mantenendo temporaneamente la continuità aziendale. Un meccanismo simile all’amministrazione controllata prevista in Italia.
I debiti accumulati da Marelli superano i 4 miliardi di euro. Nei mesi scorsi, l’azienda aveva tentato – senza successo – una cessione a un gruppo indiano. Ad oggi, secondo quanto comunicato, l’80% dei creditori avrebbe già aderito a un accordo per la ristrutturazione.
Intanto, i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr hanno chiesto un incontro urgente all’azienda, ottenendolo già per la giornata di domani. Ma ribadiscono la necessità di un intervento immediato del Ministero delle Imprese e del Made in Italy:
«Abbiamo chiesto al Mimit l’apertura di un tavolo di confronto, ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta. È evidente che non sono più tollerabili ulteriori rinvii. Marelli resta il principale produttore italiano di componentistica per l’automotive e sta attraversando una fase gravissima».
I sindacati chiedono con forza che istituzioni e azienda agiscano con responsabilità, per tutelare i posti di lavoro e scongiurare l’ennesima crisi industriale sul territorio italiano.