Nella settimana dell'8 marzo

La biblioteca di Castiglione Torinese sarà intitolata ad Ada Bursi

La cerimonia è stata però rimandata a data da destinarsi a causa del Covid

La biblioteca di Castiglione Torinese sarà intitolata ad Ada Bursi
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La biblioteca di Castiglione Torinese sarà intitolata ad Ada Bursi

Ada Bursi

La biblioteca civica di Castiglione Torinese sarà intitolata ad una sua concittadina molto impegnata: Ada Bursi. Lo ha annunciato l'Amministrazione comunale nella settimana che  è concisa con l'8 marzo. A causa della pandemia e dell'emergenza Covid, però, ogni cerimonia è stata rinviata a data da destinarsi.

L'idea

Spiegano dall'Amministrazione:

"Sul nostro territorio comunale nessuna via, edificio, o locale sono intitolati a persone di sesso femminile; anche la nostra Biblioteca Comunale, che da diversi anni opera a servizio della cittadinanza, a tutt’oggi non è ancora intitolata. Abbiamo ritenuto necessario quindi dare un segnale forte di cambiamento, dedicando la Biblioteca di Castiglione alla memoria di Ada Bursi, una donna legata al nostro territorio che si è distinta per intelligenza, tenacia e caparbietà tra le pioniere dell’emancipazione femminile, una donna tenace che ha saputo andare oltre i pregiudizi dell’epoca nei confronti delle donne che si avvicinavano alle professionalità che venivano considerate unicamente di ambito maschile. In questo modo intendiamo, tramite la simbolica dedica di un luogo di cultura e studio, riconoscere in primo luogo gli altissimi meriti civili e culturali espressi dalla illustre personalità dell’Architetto Ada Bursi all’interno della comunità castiglionese".

Chi era Ada Bursi

Su Ada Bursi è  opportuno ricordare alcuni importanti fatti: Ada si laureò in Architettura presso il Politecnico di Torino, con il quarto punteggio più alto  e unica donna del suo corso, il 27 ottobre 1938, e superò l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di Architetto, prima donna iscritta all’Albo dell’ordine degli Architetti di Torino dopo 41 uomini. Non poté mai affrontare la carriera accademica in quanto, ai tempi, era unicamente prerogativa maschile. Progettò case per i senzatetto, asili, scuole, colonie. Nel 1945 fu l’unica donna fondatrice e membro del gruppo architetti moderni torinesi “Giuseppe Pagano” per l’architettura organica. Nell’immediato dopoguerra si cimentò nella progettazione di luoghi-simbolo a ricordo della Resistenza. Nel 1957 divenne un importante elemento di supporto nell’emancipazione professionale femminile come membro dell’AIDIA (Associazione Italiana Donne Ingegnere e Architetto). Morì nel 1996 a Castiglione Torinese, ove risiedeva da anni.

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