Giornata Mondiale dell’Educazione, i salesiani contrastano l’abbandono scolastico dei più poveri
La Giornata coincide con la festa di Francesco di Sales, il santo al quale Don Bosco ha ancorato la sua mistica traducendola in un metodo educativo tuttora praticato in 134 Paesi.
Giornata Mondiale dell’Educazione, i salesiani contrastano l’abbandono scolastico dei più poveri.
Giornata Mondiale dell’Educazione
Alla sua terza edizione, la Giornata Mondiale dell’Educazione voluta dall’Assemblea dell’Onu potrebbe suonare come una beffa anziché la celebrazione della volontà congiunta di tutti popoli di soddisfare uno dei diritti umani fondamentali.
Si registra una caduta verticale quest’anno delle possibilità di frequentare percorsi scolastici sufficienti. Lo scenario globale è molto preoccupante poiché una generazione di giovani vede ridotte al lumicino le opportunità di formazione nelle diverse competenze e nelle capacità di relazione interpersonale fra i pari e con gli adulti. Missioni Don Bosco, che riceve costantemente rapporti dai missionari in tutto il mondo, ne dà conto in un articolo che pubblicherà nel suo sito a ridosso del 24 gennaio, e che anticipiamo qui di seguito.
Una situazione esemplare è quella dell’India, gigante asiatico lanciato nello sviluppo tecnologico e colpito pesantemente dalla diffusione del virus, che oggi fa i
conti con la precarietà del sistema scolastico periferico, per intenderci quello privo di mezzi per la didattica a distanza. Anche in quella situazione i salesiani si
adoperano per sostenere gli allievi e le loro famiglie con una strategia articolata. I costi sono sopportati anche da Missioni Don Bosco attraverso “borse di studio” che costituiscono il prolungamento del fondo di emergenza anti Covid-19 utilizzato nel corso del 2020. Anticipiamo ai giornalisti la descrizione di questo progetto, che sarà presentato attraverso il nostro sito e i social network.
La Giornata coincide con la festa di Francesco di Sales, il santo al quale Don Bosco ha ancorato la sua mistica traducendola in un metodo educativo tuttora praticato in 134 Paesi. Sulle dirette connessioni fra il pensiero del vescovo di Ginevra, protagonista della Riforma cattolica, e la vita dell’oratorio salesiano si esprimerà in una prossima intervista don Gianni Ghiglione, SDB: potrete ascoltarla in www.missionidonbosco.org
Siamo a disposizione – anche con il nostro presidente, Giampietro Pettenon – per gli approfondimenti sul tema e per i possibili contatti con i missionari.
La pandemia ha un impatto devastante sull’istruzione
La Giornata internazionale dell’Educazione, il 24 gennaio, proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, è un’occasione per ribadire che l’educazione è un diritto umano per tutti.
Purtroppo la pandemia da Covid-19, che ha colpito tutti i paesi del mondo, ha avuto un impatto devastante sull’istruzione. Le chiusure delle scuole in 180 paesi
ha lasciato 1.6 miliardi di studenti a casa. In alcuni casi sono stati anticipati o posticipati i periodi di vacanza, in altri casi le chiusure scolastiche sono andate
avanti per più di 5 mesi consecutivi.
Molti paesi sono riusciti a raggiungere con la didattica a distanza milioni di studenti, ma più della metà dei ragazzi e delle ragazze di tutto il mondo è rimasta
tagliata fuori.
Il report di dicembre 2020 sullo stato dell’istruzione nel mondo redatto dalla Banca Mondiale riporta che è aumentato drammaticamente il numero di minori che
sono stati privati della possibilità di ricevere un’istruzione. Su 720 milioni di bambini in età scolare elementare, la povertà educativa colpisce 382 milioni i bambini, si tratta di mancanza di opportunità educative, dalla fruizione culturale al diritto al gioco e alle attività sportive. Il covid-19 potrebbe far crescere questo dato di oltre 72 milioni e quindi portare il numero totale a 454 milioni di bambini in povertà educativa. Bambini che presentano problemi legati alla difficoltà di apprendimento, bambini e bambine che all’età di 10 anni non hanno gli strumenti per leggere un semplice testo.
Il fenomeno relativo alla povertà educativa e alla difficoltà di apprendimento, causato dal blocco delle attività scolastica in presenza e la perdita del reddito delle
famiglie che a sua volta ha incrementato l’abbandono scolastico, ha toccato tutti i paesi del globo, in particolare il Sud-Est asiatico e l’America Latina. Il continente
africano purtroppo presentava già dei dati sconfortanti prima della diffusione del coronavirus.
Le misure adottate per non bloccare la didattica sono state diverse: dalla didattica online ai programmi radiofonici, dalle trasmissioni televisive educative al materiale didattico consegnato nelle case delle famiglie. Numerose attività, adottate da quasi tutti governi del mondo, alcuni paesi con grande difficoltà, per
garantire la continuità scolastica e cercare di raggiungere tutte le fasce di età.
Purtroppo solo la metà delle iniziative sta monitorando l’utilizzo dell’apprendimento da remoto, ma nonostante la mancanza di questi dati, è un fatto accertato che la didattica a distanza non può sostituire quella in presenza e soprattutto non è riuscita a raggiungere tutti. In particolare nei paesi più svantaggiati e più poveri, dove Missioni Don Bosco è presente con i suoi missionari, le lezioni a distanza non hanno raggiunto tutti gli alunni e le alunne. Possiamo dire purtroppo che la didattica a distanza non è democratica, milioni di famiglie non hanno gli strumenti per seguire le lezioni, il problema della disomogeneità e del divario digitale è enorme.
Inoltre nei paesi più svantaggiati, in Africa, in America Latina, nell’Asia del sud, l’interruzione delle lezioni ha significato l’impossibilità di frequentare un luogo
sicuro come la scuola. Sono aumentati gli abusi, gli abbandoni e la violenza domestica contro i minori. Milioni di bambini ora rischiano di esseri costretti al
lavoro minorile, matrimoni e gravidanze precoci. La scuola in molti paesi poveri vuol dire anche un pasto garantito gratuito, un pasto in meno che le famiglie
devono procurarsi e preparare per far crescere i propri figli, tutto ciò per milioni di famiglie a basso reddito è stato ed è devastante.
L’ultimo rapporto dell’ONU sull’istruzione ai tempi del Covid-19 riporta che il deficit di apprendimento dovuto alla chiusura delle scuole sta minacciando il
progresso fatto negli ultimi decenni soprattutto per ragazze e giovani donne. Circa 23,8 milioni di studenti dalle materne ai licei potrebbe abbandonare gli studi a
causa dell’impatto economico.
Il diritto all’educazione è sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani che stabilisce il diritto a un’istruzione elementare gratuita e
obbligatoria. La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza inoltre sostiene che l’istruzione superiore dovrebbe essere accessibile a tutti ragazzi e
ragazze nel mondo. Come diceva Nelson Mandela: “L’istruzione e la formazione sono le armi più potenti che si possono utilizzare per cambiare il mondo”.
L’istruzione è uno dei principali fattori dello sviluppo sostenibile e tutti i governi del mondo se ne devono occupare prima che sia troppo tardi.
Noi di Missioni Don Bosco ce ne occupiamo da 30 anni e continueremo a farlo, per questo ti chiediamo di sostenerci facendo una donazione al Fondo Emergenza
Covid-19, in questo momento è uno strumento fondamentale per contrastare l’emergenza educativa.
La strategia dei salesiani
In India ci sono ancora tante scuole chiuse, anche se durante il mese di gennaio alcuni stati indiani sono tornati ad accogliere gli studenti, stiamo parlando dello
stato del Maharashtra, Gujarat, Rajasthan e Karnataka, altri si stanno organizzando proprio in questi giorni.
Dall’inizio della pandemia le scuole salesiane non si sono fatte trovare impreparate, in pochi giorni sono riuscite a mettere in piedi una rete di strumenti per raggiungere gli studenti che avevano in casa almeno un computer o uno smartphone per poter accedere ai materiali scolastici accessibili online. Purtroppo in
alcune case è presente soltanto un cellulare, generalmente usato dalla madre o dal padre per lavorare, per questo i ragazzi e le ragazze possono usarlo per vedere le
video lezioni solamente quando i genitori tornano dal lavoro.
Nelle zone rurali dove gli studenti non hanno alcun strumento per seguire le lezioni, i salesiani hanno deciso di creare un team di volontari, insegnanti, ragazzi
che hanno finito gli studi, tutte persone che vivono nei villaggi o nei dintorni, per individuare dei luoghi all’aperto dove è possibile rispettare le norme del
distanziamento fisico e preparare postazioni attrezzate con disinfettanti e mascherine.
Le scuole salesiane della Provincia di Hyderabad sono riuscite a organizzare questa iniziativa in 15 villaggi con l’obiettivo di arrivare a 30 nel più breve tempo
possibile. Seguendo tutte le norme indicate dal governo si è deciso di portare la scuola all’aperto, per strada, vicino alle case dei ragazzi e delle ragazze, in posti
sicuri e accessibili.
La pandemia da covid-19, come sappiamo, ha influenzato l’economia di tutto il mondo, lo dimostra il declino che sta colpendo tutti i paesi, anche quelli più solidi.
Numerose istituti scolastici non sono riusciti a garantire gli stipendi agli insegnanti, le scuole salesiane invece stanno reggendo.
Padre Thati ci ha scritto: “abbiamo l’obbligo morale di assicurare uno stipendio a tutti gli insegnanti e allo staff che lavora nelle strutture scolastiche, sostenere
coloro che lavorano nel sistema scolastico significa sostenere le loro famiglie e garantire l’istruzione a migliaia di ragazze e ragazzi in difficoltà. Per questo motivo
abbiamo deciso di dare loro un contributo economico per cercare di superare questi tempi difficili.”
Negli ultimi anni gli sforzi per migliorare la qualità dell’istruzione è stato enorme. La pandemia ha costretto tutte le scuole delle missioni salesiane a pensare nuovi
metodi per portare avanti l’insegnamento, per riuscire a coinvolgere tutti gli studenti, ma la paura di perdere migliaia di ragazzi e ragazze è tanta! Tante famiglie sono povere, hanno reddito molto bassi. Molte famiglie non potranno più permettersi di mandare a scuola i propri figli e quindi decideranno di tenerli a casa e
di coinvolgerli in piccoli lavoretti per riuscire a guadagnare qualche piccola somma in più. Numerosi studenti non riuscendo a seguire con costanza le lezioni online perderanno l’interesse, si allontaneranno sempre di più e purtroppo abbandoneranno gli studi.
In questa situazione sconfortante noi di Missioni Don Bosco abbiamo la responsabilità di aiutare i missionari salesiani, sostenere le famiglie più svantaggiate e riportare i bambini a scuola appena sarà possibile.
I Figli di Don Bosco hanno toccato con mano l’emergenza dal primo giorno in cui il virus si è diffuso nei loro paesi, ma negli ultimi mesi stanno guardano oltre,
pensano alle ripercussioni senza precedenti che toccheranno i bambini, i più fragili.
Una fascia di popolazione che tanti governi in questa emergenza sanitaria hanno ignorato. Milioni bambini sono stati dimenticati, non si è pensato abbastanza a
cosa significa privarli della scuola, delle relazioni sociali, dei momenti ricreativi, rischiamo di pagare un prezzo troppo alto. L’abbandono scolastico, le difficoltà di
apprendimento, i problemi comportamentali sono problemi concreti che colpiranno un’intera generazione.
La nostra priorità è stare dalla loro parte, dalla parte dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, dei più giovani. Per questo ti chiediamo una donazione al Fondo Emergenza Covid-19, uno strumento che ci permette sempre di più di sostenere decine di progetti per il sostegno educativo. Le offerte raccolte in questo fondo ci consentono di portare avanti due cardini della Famiglia Salesiana, l’educazione e la formazione, le due nostre principali missioni.