La situazione

Vaccinazioni anti Covid, prosegue la campagna: altre 5157 dosi somministrate

Intanto un documento della Commissione Salute ha richiesto più attenzione a non penalizzare le Regioni con popolazione più anziana nella distribuzione dei vaccini.

Vaccinazioni anti Covid, prosegue la campagna: altre 5157 dosi somministrate
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Vaccinazioni anti Covid, prosegue la campagna: altre 5157 dosi somministrate

Vaccinazioni anti Covid

Prosegue la campagna di vaccinazioni anti Covid in Piemonte. Anche ieri, giovedì 28 gennaio 2021, l'Unità di Crisi regionale ha fornito l'aggiornamento sui dati.

I numeri

Sono state 5157 le dosi somministrate. Il dato è aggiornato alle 17.40.  A 4941 persone è stata somministrata la seconda dose.

Dall’inizio della campagna si è quindi proceduto all’inoculazione di 166.910 dosi (delle quali 31.350 come seconda), corrispondenti 83,05% delle 200.980 finora disponibili per il Piemonte, inclusa la quinta fornitura.

Intanto, le prossime consegne dei vaccini da parte di Pfizer e Moderna sono al momento previste nel mese di febbraio suddivise in quattro forniture: nella settimana del 2 febbraio sono attese 46.800 dosi Pfizer e 4.800 Moderna e in quella dell’8 febbraio 36.270 Pfizer e 11.800 Moderna. Una terza fornitura è attesa nella settimana del 15 febbraio con 44.460 dosi Pfizer (no Moderna) e una quarta nella settimana del 22 febbraio con 45.630 dosi Pfizer e 35.300 Moderna.

Se il calendario delle forniture di vaccino previste sarà rispettato la Fase 1, che coinvolge il personale del servizio sanitario regionale, ospiti e operatori delle Rsa, sarà completata tra il 15 e il 25 febbraio. Nello stesso periodo inizierà la Fase 2 con la vaccinazione degli ultraottantenni in tutto il Piemonte.

Il documento della Commissione Salute

Disponibilità dei vaccini, modalità di distribuzione, categorie da includere e aggiornamenti sulle assegnazioni di medici e infermieri: sono i quattro temi della campagna vaccinazione contro il Covid19 che il coordinatore nazionale della Commissione Salute e assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, pone all’attenzione del presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, in una lettera che gli ha inviato oggi, indirizzata anche al ministro della Salute Roberto Speranza e al commissario straordinario per l’emergenza Covid19 Domenico Arcuri.

Il documento, scaturito dalla riunione di mercoledì 27 gennaio della Commissione Salute, pone in primo luogo la necessità di conoscere la disponibilità di almeno un “minimo garantito” di vaccini, da incrementare se le disponibilità dovessero essere maggiori, “in modo da dare certezze rispetto alla attività a favore dei soggetti più fragili e minimizzare il rischio di rimandare le attività o non poter attivare le disponibilità con il dovuto anticipo”.

A proposito dei  criteri per la ripartizione dei vaccini tra le Regioni, viene contestata la nuova modalità individuata per la “fase due” che prevede l’assegnazione in proporzione alla quota di popolazione di ciascuna Regione: «Poiché esistono fra le Regioni differenze sensibili relativamente alla percentuale di popolazione di età uguale o superiore agli ottanta anni sulla popolazione generale – sottolinea Icardi -, sarebbe più corretto considerare una distribuzione proporzionale alla numerosità della classe dei soggetti di età uguale o superiore agli ottanta anni di ciascuna Regione».

Si sottolinea inoltre come "la definizione non univoca fra le Regioni della popolazione target del primo step della prima fase (dedicata ad operatori sanitari e socio-sanitari e ospiti delle residenze per anziani, sulla base delle quantificazioni della popolazione target proposte dalle Regioni), ha fatto sì che si siano creati alcuni problemi sia in termini di distribuzione che di utilizzo dei vaccini”.

Si legge nella lettera:

«La partenza repentina della fase vaccinale ha reso complessa una definizione univoca che sarebbe stata assolutamente necessaria e fonte di condivisione di principi e criteri, sempre nell’ottica di ottimizzare l’utilizzo dei vaccini rispetto alla utilità per il paese. Oggi, tenuto conto che il terzo step della prima fase e il primo step della seconda fase vaccinale non presentano difficoltà interpretative rifacendosi al solo criterio dell’età, si ritiene imprescindibile una univoca definizione dei successivi gruppi di popolazione relativi alla restante fase due e alla fase tre».

Viene richiesta inoltre  la necessità di  "disporre nei tempi minori possibili delle informazioni relative alle figure professionali, specificando se medici o infermieri o assistenti sanitari, che saranno assegnati alle singole regioni fra coloro che hanno aderito al bando nazionale".

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