L'iniziativa

Un bosco della memoria per ricordare le vittime del Covid

A Settimo, per non dimenticare chi non c'è più a causa della pandemia

Un bosco della memoria per ricordare le vittime del Covid
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Un bosco della memoria per ricordare le vittime del Covid

Bosco della Memoria

Un gelso, un ontano nero e una quercia. Tre alberi tipici della città che cresceranno al campo Guerra di via Amendola per ricordare eternamente le vittime del Covid. È questo il senso delle piantumazioni di sabato mattina in un'area al centro di un progetto che l'assessore all'Ambiente, Alessandro Raso, ha definito «di ampio respiro e di lunga durata».

L'iniziativa

«Si tratta di un gesto di gentilezza e di speranza, che richiederà la cura di tutti per i prossimi anni. Per questo, abbiamo pensato ai ragazzi delle medie, che sono quelli più vicini all'idea di collaborazione che abbiamo in mente», commenta Raso. Le piante scelte sono infatti alcune di quelle donate durante il primo lockdown agli studenti delle scuole secondarie di primo grado del territorio, e spetterà proprio a loro contribuire alla crescita sana di questi alberi, piantati nel terreno da Valentina e Daniele, rispettivamente presidente e vice presidente del Consiglio Comunale dei Ragazzi. «Questo è un anno complicato - esordisce Elena Piastra -, in cui abbiamo sofferto per la perdita di persone che rappresentavano una parte della nostra comunità. Riteniamo che l'albero sia il simbolo più giusto per chi non c'è più, che ci ha comunque lasciato profondi radici da cui ripartire». «Ovviamente - prosegue la sindaca -, tre piante non sono sufficienti, ma la pandemia ci ha fatto capire che abbiamo bisogno di riti, e questo è un modo per tenere insieme chi c'è con chi è più con noi». «Il lutto del singolo, ormai, è diventato quello di un'intera società - incalza la presidente del Consiglio, Carmen Vizzari -. Non so se da questa situazione di emergenza ne usciremo davvero migliori, ma sicuramente saremo più poveri. Poveri di tutte le persone e gli affetti che abbiamo perso in questi mesi». Oltre alle istituzioni, erano presenti alla cerimonia anche alcune delle famiglie che hanno dovuto dire addio ad un loro caro proprio a causa del Covid. È il caso di Davide Turchetto, figlio di Valerio, volto noto e storico della politica cittadina. «Sono qui - racconta Davide - perché ho perso mio papà. Penso che questi siano atti simbolici importanti per dimostrare che è successo qualcosa di straordinario nella sua ferocia. Mio padre - prosegue - è morto alle 16:25 del 21 aprile, e io non lo vedevo da inizio aprile. Il senso di questa piantumazione deve essere quello di ricordare che queste persone sono morte, che nessuno le ha più viste, contrariamente a quello che accade normalmente, ma è anche importante sottolineare che sono ancora qui e saranno sempre presenti grazie a questi alberi». Le parole finali sono state affidate al vicesindaco Giancarlo Brino, che è tornato sulla situazione attuale del paese, invitando tutti a non abbassare mai la guardia: «Sento parlare di zone rosse, gialle o arancioni, ma io vi chiedo di non limitarci ai colori. Non è successo nulla che ci permetta di pensare che sia tutto finito, quindi ci vuole ancora la massima attenzione». Terminato il consueto momento istituzionale, è toccato a Valentina e Daniele prendere in mano gli attrezzi e piantare i tre alberi, che rimarranno il simbolo di un ricordo indelebile e di un dolore da cui ripartire.

 

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