A GASSINO

Task Force: le associazioni sono pronte a ripartire con gli aiuti

Unanime la risposta al sondaggio lanciato attraverso i social

Task Force: le associazioni sono pronte a ripartire con gli aiuti
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Task Force: le associazioni sono pronte a ripartire con gli aiuti.

Task Force

Il popolo (almeno quello del web) ha deciso: è il momento di riattivare il banco alimentare. Ma saranno d’accordo anche le istituzioni?
Con la seconda forte ondata pandemica, e il conseguente lockdown imposto al Piemonte a partire dallo scorso venerdì 6 novembre, si è risvegliata la macchina della solidarietà. Lo evidenzia un sondaggio lanciato sulla pagina Facebook “Sei di Gassino se”, una realtà virtuale che già durante la serrata totale primaverile era stata tra i promotori della Task Force Alimentare e di Sostegno, quel pool di associazioni che si era occupato del banco alimentare. Al sondaggio, 228 persone si sono espresse favorevoli a tornare a donare cibo presso i supermercati locali, come a marzo, per aiutare con questi le famiglie in difficoltà. Solo tre, invece, gli utenti che hanno dato parere contrario. Che si voglia ripartire ufficialmente col banco, che ha aiutato moltissime famiglie?

L'iniziativa

«Abbiamo voluto, in anticipo rispetto alla scorsa primavera, piantare questo seme, giocare d’anticipo rispetto all’arrivo della crisi - racconta uno degli amministratori della pagina, Davide Botter -. La risposta dei gassinesi è stata unanime: c’è la volontà di coltivarlo e farlo germogliare. Il sondaggio, insomma, vuole fare da apri porta alla ripresa delle attività di solidarietà che le associazioni gassinesi hanno già avviato sul territorio a marzo».
Tuttavia, «Come Task Force - spiega Guido Savio, referente dell’organo -, al momento non ci siamo riuniti e non abbiamo presentato alcuna istanza formale al comune. Semmai informale: alcuni esponenti delle associazioni che facevano parte della Task Force ne hanno accennato al palazzo civico in via personale. Sappiamo che alcune persone o famiglie hanno già o avranno bisogno di sostegno: abbiamo ricevuto al numero della Task Force telefonate da soggetti che chiedeva se fossimo in attività. Ma nella lettera che il sindaco ci aveva inviato alla chiusura del banco, il primo cittadino affermava che, se ci fosse stata la necessità di far ripartire un sistema simile, se ne sarebbe preso carico il comune in collaborazione con il Cisa. Inoltre, non basterebbero più le sole donazioni di privati a far ripartire e mantenere in vita il banco. Servirebbero anche contributi pubblici. Quindi, se davvero si vuole riattivarlo, bisognerebbe mettersi a tavolino ed organizzarlo in modo istituzionale. Mentre per il momento sembra ancora assodato che, se sarà necessario, se ne occuperanno il comune con il Cisa».

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