Siccità e crisi idrica, è emergenza in Piemonte
Il punto di vista del presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici
Siccità e crisi idrica, è emergenza in Piemonte.
Siccità e crisi idrica
Richiesta dello stato di emergenza per l’intero territorio e dello stato di calamità per l’agricoltura, rilascio di acque dai bacini utilizzati per produrre energia idroelettrica a supporto dell’irrigazione delle colture e deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi: sono queste le principali misure che la Regione Piemonte sta mettendo in campo per fronteggiare la crisi idrica che sta colpendo l’Italia a causa del prolungarsi della siccità.
Da Coldiretti
«Accogliamo con favore la decisione della Regione Piemonte di chiedere al Governo lo stato di calamità per l’agricoltura che permette di emanare provvedimenti urgenti per rilasciare un quinto delle acque contenute nei bacini idroelettrici, operazione che potrebbe permettere di salvare le produzioni agricole» dichiara il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, dopo la riunione di insediamento del tavolo permanente voluto dal presidente della Regione e presieduto dall’assessore all’ambiente per monitorare e affrontare la situazione di emergenza e del quale fanno parte le organizzazioni agricole, i consorzi irrigui, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, le Autorità d’ambito del servizio idrico integrato e l’Anbi (Associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari).
«Ma un decreto d’urgenza non risolverà una crisi che è strutturale. Di fronte al cambiamento climatico e alla necessità di produrre sempre più cibo, la Regione con la Città Metropolitana di Torino devono abbattere la burocrazia per trivellare nuovi pozzi là dove servono e avviare subito politiche di sostegno all’adeguamento tecnologico per azzerare lo spreco di acqua. Inoltre, devono varare un Piano per i piccoli invasi distribuiti sul territorio per accumulare l’acqua quando è in eccesso a causa delle piene dei fiumi o dei temporali per prelevarla nei momenti di crisi idrica».