Alla Città della Salute di Torino

Salvata la bambina nata con l'intestino al posto di un polmone

Tra qualche giorno finalmente arriverà il momento tanto atteso della dimissione dopo un ricovero che dal giorno della nascita è durato ben 17 mesi

Salvata la bambina nata con l'intestino al posto di un polmone
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Salvata la bambina nata con l'intestino al posto di un polmone

Bambina salvata

È stata salvata grazie ad un intervento prima e ad un trapianto di fegato in seguito una piccola bimba nata con l'intestino al posto di un polmone, a causa di una rarissima e grave forma di ernia diaframmatica, presso la Città della Salute di Torino.

La storia

La storia inizia ben prima della sua nascita. Alla 20a settimana di gestazione, all’ecografia sulla mamma viene riscontrata nel feto la presenza di un’ernia diaframmatica congenita, una rara malformazione in cui, a causa di un vero e proprio “buco” nel diaframma, l’intestino può spostarsi nel torace e compromettere il normale sviluppo dei polmoni.
La mamma viene quindi presa in carico dall’équipe di diagnostica prenatale dell’ospedale Sant’Anna, diretta dal dottor Andrea Sciarrone, e la gravidanza viene monitorata sino alla nascita della bimba nel novembre 2019, allorchè viene immediatamente ricoverata presso la Rianimazione pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita, diretta dal dottor Giorgio Ivani, e, dopo 2 giorni di trattamento intensivo, sottoposta ad un delicato intervento chirurgico di correzione dell’ernia diaframmatica dal direttore della Chirurgia pediatrica dottor Fabrizio Gennari e dalla sua équipe.
Solitamente nei bambini affetti da ernia diaframmatica il decorso postoperatorio porta ad un progressivo recupero della funzione cardiopolmonare ed un ritorno ad una vita normale, ma per la neonata le cose si sono dimostrate da subito ben più complesse. Infatti la comparsa di altre problematiche, non correlate alla malformazione, prolungano la permanenza in Rianimazione pediatrica sino al marzo 2020 e rendono poi necessaria una lunga degenza presso il reparto di Pneumologia pediatrica diretto dalla dottoressa Elisabetta Bignamini. Nel corso dei mesi la situazione
respiratoria si complica ulteriormente perchè la piccola sviluppa una malattia epatica colestatica che determina l'abnorme ingrossamento del fegato, con effetto compressivo sul torace. Si instaura una progressiva insufficienza
epatica e la gestione clinica si fa sempre più complessa, non essendovi prospettive di dimissione. La mamma e il papà però non si arrendono mai, sostenuti anche dalla straordinaria voglia di vivere della loro bimba.

L'impegno di tutti

La “tenacia” della piccola sostiene anche tutti i professionisti che, in un ampio ambito multidisciplinare, hanno in cura la bimba e giungono alla decisione di inserirla in lista d’attesa per un trapianto di fegato, che si presenta da subito ad altissimo rischio. L’attesa di un organo idoneo si prolunga per mesi, durante i quali la piccola contrae e
supera brillantemente anche l'infezione da Covid 19. Grazie al Coordinamento regionale trapianti del Piemonte (diretto dal professor Antonio Amoroso), finalmente nel novembre 2020, a Covid superato, arriva il fegato ideale, proveniente da un donatore anch'esso reduce da Covid. Si procede così al trapianto. Questo impegnativo intervento, eseguito presso l'ospedale Molinette dal professor Renato Romagnoli (direttore del Centro trapianti di fegato dell’ospedale Molinette) e dalla sua équipe, e le successive cure intensive post-trapianto assicurate dall'équipe di Anestesia e Rianimazione 2 delle Molinette (diretta dal dottor Roberto Balagna), permettono all’organismo della bimba di recuperare progressivamente dopo tutte le difficoltà già superate. Sarà tuttavia necessaria ancora una lunga degenza prima in Rianimazione pediatrica e poi nel reparto di Gastroenterologia del Regina Margherita, diretto dal dottor Pierluigi Calvo, per arrivare alla meta. Ora anche i polmoni possono crescere e svilupparsi regolarmente nella loro naturale posizione.
Tra qualche giorno finalmente arriverà il momento tanto atteso della dimissione dopo un ricovero che dal giorno della nascita è durato ben 17 mesi, ma che, grazie all’impegno di numerosi medici ed infermieri di molti reparti e servizi della Città della Salute di Torino, ha permesso ora ai genitori di poter tornare a casa con la loro bimba ed iniziare quella vita normale che tanto hanno desiderato.

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