Rubano immagine e identità di tre donne e messe su un sito internet dal contenuto porno
Salvate» da due esperti in materia digitale

Un forum online che si è trasformato in una sorta di «mercato di violenza digitale» in cui gli autori, convinti di essere al sicuro dietro lo schermo del pc, pubblicano nomi, cognomi e foto di ragazze senza alcun consenso, associate ad insulti e a richieste esplicite di materiale intimo.
Rubano immagine e identità di tre donne e messe su un sito internet dal contenuto porno
Una dinamica in cui la violazione della privacy sfocia nel revenge porn, un fenomeno che ha toccato anche il nostro territorio. Tra le vittime della piattaforma, individuata da Ilaria Torlai e dal collega Valerio Lilli, ci sono infatti anche tre ragazze settimesi di età compresa tra i 26 e i 32 anni. Di una di loro sono stati diffusi screenshot di foto rubate da Instagram, con annesso nome e cognome. Da qui il tentativo di recuperare immagini intime e il suo numero di telefono.
Il sistema scoperto da due analisti
Questo è solo uno degli esempi del «sistema» che hanno scoperto Torlai e Lilli, analisti di intelligence specializzati nella prevenzione dei crimini e nelle indagini antifrode. I due colleghi, residenti entrambi a Settimo, sono risaliti al forum (già segnalato in passato per contenuti illeciti dal garante della privacy) attraverso le quotidiane attività di monitoraggio della rete che effettuano all'interno di una nota società torinese. Grazie al loro lavoro, finalizzato ad identificare minacce, prevenire frodi e analizzare fenomeni criminali del web, hanno intercettato uno di quegli spazi digitali in cui la dignità delle persone, inconsapevoli di tutto, viene messa in vendita. Un fenomeno che richiede un vero e proprio impegno sociale e maggiore informazione sui rischi della rete. «Le conseguenze possono essere devastanti. L’esposizione non consensuale di immagini e dati personali può causare danni gravi e talvolta irreversibili, con ripercussioni sulla salute mentale, sulla reputazione e persino sulla sicurezza delle vittime. Non è solo un problema di privacy, è un problema di violenza digitale», sottolineano gli analisti che si sono trovati davanti immagini rubate dai social ma anche commenti denigratori e messaggi che incitano la violazione della privacy. «Quella tr...», «Conoscete quella p...?», «Uscivo con una che non ha più voluto vedermi, aiutatemi a trovarla» sono alcune delle frasi scritte nero su bianco all'interno del forum, con tanto di nomi e cognomi di donne ignare di essere finite in un circolo vizioso di violenza digitale.
«Dopo questa scoperta, abbiamo attivato una rete di supporto che sta già lavorando per affrontare il problema. Siamo in contatto con figure professionali e con chi, come noi, ha interesse nel contrastare la diffusione di questi contenuti – specificano gli analisti -. Stiamo agendo attivamente per smantellare questi spazi, mettendo in campo le nostre competenze e collaborando con chi può fare la differenza».
Le vittime, infatti, una volta individuate, sono state avvisate singolarmente e hanno collaborato fattivamente alla chiusura del sito (l'eliminazione definitiva è in corso in questi giorni in seguito ad alcune procedure legali e al coinvolgimento della polizia postale, ndr).