Ospedale di Settimo, un’odissea senza fine: preoccupa la volontà di vendere
La notizia della procedura per individuare eventuali soggetti privati ad acquistare i muri della struttura (base d’asta fissata a più di 26milioni di euro) ha lasciato cadere una fitta coltre di ombre sulle reali intenzioni che la Regione Piemonte avrebbe sul futuro del “Civico”.
Ospedale di Settimo, un’odissea senza fine: preoccupa la volontà di vendere.
Ospedale di Settimo
L’immagine del fantoccio a testa in giù, l’«eterno appeso», esposto dai lavoratori dell’Ospedale lo scorso 1° maggio in via Santa Cristina è diventata una sorta di «profezia». Perché ad oggi, quella del presidio sanitario settimese, è a tutti gli effetti una vera e propria odissea. La notizia della procedura per individuare eventuali soggetti privati ad acquistare i muri della struttura (base d’asta fissata a più di 26milioni di euro) ha lasciato cadere una fitta coltre di ombre sulle reali intenzioni che la Regione Piemonte avrebbe sul futuro del “Civico”, gestito dalla Società Saapa Spa, prima guidata dall’Amministratore unico Alessandro Rossi e a oggi in liquidazione e di cui il Comune di Settimo detiene il 34% di quote.
Un confronto aperto
I confronti e le telefonate non si sono risparmiati neanche in questi giorni di festa. Gli addetti ai lavori hanno cercato di approfondire al meglio la vicenda, nel tentativo di intravedere - soprattutto per quel che riguarda l’Amministrazione comunale - un barlume di speranza per mantenere l’ospedale pubblico. Così come aveva garantito lo scorso agosto l’assessore regionale Luigi Genesio Icardi, il titolare della delega alla sanità. Lo stesso che, di fronte alle pressioni del Comune di Settimo, dei lavoratori della struttura e dei politici del territorio, aveva annunciato l’intenzione di farlo ricadere sotto l’egida dell’Asl To4, quella del nostro territorio.
E invece, a poche ore dal Natale, è arrivata la doccia fredda. Il bando pubblicato sul sito della Saapa Spa non lascia dubbi. L’obiettivo è quello di ricercare un socio privato che possa farsi carico della gestione della struttura che, di fatto, non sarebbe più pubblica.
«Bizzarro», aveva definito la sindaca Elena Piastra, il fatto di aver dovuto scoprire dal sito web della società la notizia. Ed è proprio sulla mancata informazione da parte di una società di cui Settimo fa parte né dalla Regione Piemonte che si gioca una partita politica non da poco. Soprattutto a pochi giorni di distanza da quando, a Ivrea, la sindaca Piastra aveva chiesto a Icardi - supportata da numerosi sindaci del territorio e del chivassese - di ripensare all’eventualità di inserire Settimo nel piano degli ospedali di comunità. Sarebbe stata un’opportunità - per l’Amministrazione - per rilanciare la struttura di via Santa Cristina e di potenziarla. Obiettivo che lo stesso assessore regionale, nei mesi scorsi, aveva annunciato di voler perseguire. «Tutto questo è avvenuto tenendo all’oscuro l’Amministrazione comunale di Settimo Torinese. Ci chiediamo dunque se l’Assessore alla Sanità fosse a conoscenza di questa iniziativa che, di fatto, andrebbe a consegnare interamente ai privati la struttura sanitaria. L’Assessore Luigi Icardi ha sempre sostenuto di voler mantenere il complesso sotto controllo pubblico: quali azioni intende mettere in campo per ribaltare questa decisione? Era a conoscenza dell’iniziativa di Saapa di vendere il complesso dell’ospedale di Settimo Torinese? Per quale motivo non sono state informate le istituzioni locali? Siamo di fronte ad un fatto grave su cui pretendiamo venga fatta luce. Non accettiamo l’ennesimo atto volto a privatizzare la sanità piemontese, per questo porteremo il caso in Consiglio regionale alla prima seduta utile», alzano la voce dal Movimento 5 Stelle regionale e cittadino, in un documento a firma del gruppo consiliare settimese e dei colleghi Sarah Disabato, Sean Sacco e Ivano Martinetti. Anche loro perfettamente consapevoli del fiume di parole rassicuranti che dai palazzi regionali era arrivato fino a quello del Comune di Settimo.
L’attacco dalla civica «Insieme per Settimo»
Meno teneri i commenti di Antonino Pultrone, segretario politico della lista civica «Insieme per Settimo». «Suonano particolarmente ambigue le dichiarazioni della Sindaca su come ha saputo della messa in vendita dell'ospedale di Settimo, dal sito internet di Saapa - esordisce -. “Rumors” di corridoio ci avevano già anticipato a noi semplici cittadini di una probabile privatizzazione dell'ospedale. Come non sapere che, dopo aver firmato a settembre la procedura di liquidazione, non ci sarebbe stata la manifestazione d'interesse che è la conseguenza naturale di ogni atto di liquidazione, a cui possono partecipare sia privati che enti pubblici? A nostro parere la manifestazione d'interesse per la vendita dell'ospedale è stata purtroppo l'epilogo di una vicenda trascurata per un anno e mezzo da questa Amministrazione: si poteva sicuramente fare di più e non è per colpa della pandemia iniziata otto mesi dopo».
«Noi di “Insieme per Settimo” - aggiunge Pultrone - siamo per difendere l'Ospedale, potenziandolo e rendendolo sempre più un punto di riferimento per la comunità e un'eccellenza del nostro territorio, come lo è stato durante la precedente Amministrazione (vedi ambulatori di eccellenza gestiti da primari e apertura a settembre 2019 di ambulatori di chirurgia oculistica con personale già assunto chiusi inspiegabilmente, progetti di primo soccorso e piattaforma di elisoccorso con anestesista reperibile h 24). La gestione sperimentale non doveva, a nostro parere, essere ritirata, bisognava convincere la Regione portando argomentazioni valide di efficienza, progettualità ed innovazione». «Oggi, pertanto, non ci rimane che sensibilizzare sempre di più la cittadinanza sulle traversie di questa struttura(da noi non volute), chiedendo che la Regione ne riconosca la potenzialità e l'importanza del nostro ospedale, ascoltando se non l'Amministrazione attuale almeno i cittadini di Settimo», ha concluso. Ma a rappresentare al meglio il timone della privatizzazione della struttura di via Santa Cristina, ipotesi ormai largamente diffusa, ci pensa Marco Grimaldi, il capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione. «La crisi Covid ha evidenziato ancora di più quanto l’Ospedale Civico – da due anni presidio Covid – sia anello indispensabile fra la rete ospedaliera e il territorio, con un’intera offerta di servizi sanitari fondamentali: riabilitazione funzionale, lungo degenza e continuità sanitaria. Il fatto che la Regione, dopo gli impegni assunti, abbia permesso la cessione – senza peraltro mai discuterlo né comunicarlo – è assolutamente inammissibile. Qualche multinazionale si è fatta avanti? Magari dei “cugini lombardi”? Icardi spieghi immediatamente».
Le risposte che si attendono a Settimo sono tante, ma si dovrà probabilmente ancora attendere non solo la fine del periodo di festività, ma anche la ripresa delle attività del Consiglio regionale, sede in cui - c’è da crederci - la discussione sul tema dell’Ospedale civico di Settimo si farà particolarmente calda.