Il CASO

Ospedale di Settimo, rapporti tesi: potrebbe essere a rischio la tenuta dei servizi

Se n'è discusso durante la Commissiona consiliare di inizio settimana

Ospedale di Settimo, rapporti tesi: potrebbe essere a rischio la tenuta dei servizi
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Ospedale di Settimo, rapporti tesi: potrebbe essere a rischio la tenuta dei servizi.

Ospedale di Settimo

Tira un’aria pesante intorno all’ospedale civico di Settimo gestito dalla Saapa, la società che tra i soci vede figurare sia il «pubblico» e quindi Città di Settimo, Asl To4 e Asl Città di Torino, ma anche il «privato», in questo caso la Cooperativa Frassati che, nel 2008, si era aggiudicata un contratto di servizio per le prestazioni di personale sanitario (oss e infermieri) e che vedrà «scadere» il suo mandato nel prossimo mese di aprile 2021. E sta tutto intorno ai rapporti con la Cooperativa Frassati il cuore di un problema che rischia di lasciare pesanti strascichi. E’ emerso, senza neanche troppi giri di parole, nel corso di una commissione consiliare organizzata per l’audizione di Alessandro Rossi, neo amministratore unico della società. Il tema è soprattutto economico. Nei mesi scorsi erano state congelate le fatture che Frassati aveva presentato. Troppi punti da chiarire e da qui la decisione di fermare i pagamenti. «Faccio un esempio pratico - ha spiegato Rossi -: se vado in pizzeria e acquisto cinque pizze, pago per quelle e mi aspetto che tante pizze siano». «Invece - sottolinea - non riesco a capire perché le fatturazioni delle Frassati siano sul totale del 100% delle prestazioni quando il tasso di occupazione all’interno dell’ospedale, in alcuni periodi, si sia aggirato al 50%. Insomma, io dovrei pagare anche per quelle prestazioni che o non sono state erogate o che non sono nemmeno contrattualizzate, come appunto quelle per il Covid». «Dal punto di vista professionale sono soggetto anche al controllo della Corte dei Conti, io onestamente non me la sento di pagare per complete prestazioni che invece non lo sono. A maggior ragione sapendo che parte del personale è stato anche messo in cassa integrazione».
Di questo, come già emerso nei giorni scorsi, si parlerà nel corso di un’assemblea dei soci di Saapa calendarizzata per domani, mercoledì 2. Qui si dovranno sciogliere tanti nodi. Il primo è quello della proposta economica che Alessandro Rossi aveva presentato a Frassati nel corso di un tavolo tecnico. «Io la proposta l’ho fatta, noi vogliamo certamente pagare, ma il giusto, è stata rigettata».

Sospensione del servizio?

Ma a scatenare maggiori preoccupazioni, adesso, è proprio un possibile scenario che la stessa sindaca Elena Piastra ha comunicato al parlamentino. «Lo dico qui per assoluta trasparenza nei confronti del Consiglio comunale. Lo scorso 23 novembre ho ricevuto da Frassati una lettera con cui si esplicita un credito nei confronti della società di 4,2 milioni di euro». Ed è proprio in quella lettera, come annunciato da Piastra, «che si ipotizza anche una sospensione del servizio». «Immaginiamo, oltre che per la tenuta di un ospedale come quello di Settimo che quest’anno ha dimostrato di essere importante non solo per la città, per gli ospedali, ma anche per tutta la Regione, che cosa potrebbe capitare se 140 tra infermieri e operatori sanitari non lavorassero più. Senza contare che tra i soci c’è anche proprio il nostro Comune e che potremmo trovarceli qui sotto a manifestare per i mancati pagamenti. La situazione è molto delicata, ed è per questo che nei giorni scorsi ho informato anche la Prefettura di Torino che è a conoscenza del problema che si rischia di correre».
«Tutti i soci sanno bene che rischio sarebbe e dobbiamo lavorare per trovare una soluzione. L’assemblea del prossimo 2 dicembre sarà molto delicata e, per correttezza, dico anche che il Comune di Settimo non è in grado, ad oggi, di valutare quale sia la cifra più corretta rispetto all’ipotesi che era stata presentata a Frassati». «Mi sento di dire - ha sottolineato ancora una volta Rossi - che oltre al fatto che ci troveremo a svolgere un’assemblea molto delicata, in quella sede si potranno fugare tutti i dubbi, nel bene e nel male».

L’ipotesi della vendita dell’ospedale civico

E’ stata poi la Presidente del Consiglio comunale Carmen Vizzari, dopo gli interventi che si sono susseguiti da parte dei consiglieri di minoranza Rosa Catenaccio, Antonio Borrini, Manolo Maugeri e che hanno chiesto (così come ha fatto anche il Pd Vincenzo Rignanese) chiarimenti sul futuro dell’ospedale di via Santa Cristina, in funzione anche della modalità di gestione. Anche alla luce di tutte quelle indiscrezioni che si erano sollevate intorno anche a un’ipotesi di vendita della struttura. Ricordando prima il question time e poi l’interpellanza che il consigliere Silvio Magliano aveva portato all’attenzione del Consiglio regionale e, quindi, all’assessorato alla sanità piemontese. «Abbiamo ascoltato la risposta di Icardi - ha esordito Vizzari - e elencando le tre ipotesi aveva parlato anche della vendità, dicendo però che al momento era la meno probabile. Questo l’ha detto a voce, ma nella risposta scritta questa “rassicurazione” manca. E’ una dimenticanza?».
«Io posso parlare da Amministratore unico - ha sottolineato Rossi -: si tratta di questioni politiche che vanno rivolte all’assessorato. Per quanto posso dire confermo che tra le ipotesi c’era anche quella della vendita. Ma al tempo stesso proprio la sanità regionale mi ha chiesto di predisporre tutti gli atti a bandire una gara per la gestione del servizio. Difficilmente capita questo quando si ha intenzione di vendita. Ma questa è una mia osservazione da professionista, non da politico».

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