L'operazione

Mascherine e farmaci senza certificazioni vendute in farmacia

La Guardia di Finanza ha denominato l'operazione “Pharma Cina”, nove persone denunciate, coinvolti anche alcuni farmacisti .

Mascherine e farmaci senza certificazioni vendute in farmacia
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Mascherine e farmaci senza certificazioni vendute in farmacia. La Guardia di Finanza ha denominato l'operazione “Pharma Cina”, nove persone denunciate, coinvolti anche alcuni farmacisti .

Mascherine e farmaci senza certificazioni

Sono stati sequestrati migliaia di dispositivi medici falsi, stoccati in un magazzino dove avveniva anche il confezionamento degli articoli. Lo scambio della merce, poi, avveniva per strada. È un primo bilancio dell'operazione della Guardia di Finanza di Torino che, nelle scorse ore, ha smantellato quella che sembra essere una vera e propria organizzazione truffaldina, basata sull’emergenza da Covid-19. Il rischio, il commercio di  centinaia di prodotti medici e dispositivi di protezione di dubbia provenienza, sprovvisti di qualsivoglia certificazione a tutela del acquirente.

Le indagini

I Finanzieri della Compagnia di Caselle Torinese, che hanno condotto le indagini coordinati dalla Procura della Repubblica di Torino, hanno ricostruito l’intera vicenda. Due le figure principali, entrambi imprenditori di origine cinese, che nulla hanno a che fare con il commercio di articoli medicali. Infatti, mentre uno è un impresario nel settore tessile. a Torino, l’altro si occupa di lavori edili. Erano loro gli importatori di migliaia di mascherine chirurgiche, gel igienizzanti, kit covid test diagnostici, termometri digitali (di grande richiesta oggi) saturimetri, il tutto proveniente da aziende cinesi rientranti in una sorta di black list europea. Queste società, in sostanza, arrivano sino a falsificare i certificati di affidabilità dei prodotti, in alcuni casi appropriandosi in maniera illegale di loghi e denominazioni delle autorità deputate a certificare i prodotti.

La rivendita

Due italiani e un cinese, invece, erano i grossisti; toccava a loro, una volta giunti in Italia gli articoli sanitari illegali, rivenderli ad aziende compiacenti sparse un po’ in tutta la regione. Ed è in questa fase dell’indagine che entrano in ballo i farmacisti infedeli coinvolti nella vicenda. Decine le farmacie perquisite dai Finanzieri, quattro, per ora, i medici farmacisti denunciati per la frode, per aver venduto ad ignari clienti centinaia di prodotti non certificati e di dubbia provenienza, coprendo il tutto dietro un alone di assoluta affidabilità e sicurezza propria della rivendita farmaceutica. Grottesca, in alcuni casi, la sede della “negoziazione”, (a cui hanno assistito i finanzieri di Caselle) degli articoli medici tra un farmacista e uno degli importatori della merce: i due si incontrano in via Lanzo a Torino, dove, dopo una veloce contrattazione, iniziano una sorta di trasbordo degli articoli da “bagaglio a bagaglio”, il tutto a bordo strada e senza alcun rispetto delle più basilari norme igienico sanitarie.

I numeri

Importanti i numeri dell’operazione della Guardia di Finanza di Torino: oltre 120.000 gli articoli medicali illegali cautelati oltre al magazzino, sito nei pressi di Corso Regina Margherita a Torino, location dello stoccaggio e del confezionamento della merce. Sequestrati anche conti correnti riconducibili a due indagati, nove le persone indagate per la frode in commercio.

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