L’ultimo saluto a Rocco Voto, un ex consigliere disponibile e appassionato
E’ difficile trovare parole che non risuonino retoriche o di circostanza per parlare della scomparsa di Rocco Voto. Quel che è certo è che tutti possono concordare nel dire che l’ex consigliere comunale di Settimo era una persona «battagliera». E così è stato, fino all’ultimo.
L’ultimo saluto a Rocco Voto, un ex consigliere disponibile e appassionato
Ha battagliato prima ancora che tra i banchi del Consiglio comunale, per chi lo conosceva, sul posto di lavoro - alla Michelin di corso Romania di Torino-. Poi, ancora, per rivendicare, con orgoglio le sue origini ischitellane che per lui, come tanti altri residenti di Settimo erano un vero e proprio motivo di vanto.
E’ scomparso lo scorso venerdì, all’improvviso, all’età di appena 64 anni. Dopo aver lottato contro una malattia che si è presentato alla sua porta all’improvviso. Strenuamente e senza far venire meno il suo carattere battagliero, fino all’ultimo. Ma non c’è stato verso. E soprattutto senza far capire niente a nessuno. Perché fino a pochi mesi fa Rocco Voto era una presenza fissa tra le strade di Settimo Torinese. In tanti lo ricordano, al mattino e al tardo pomeriggio, a bordo della sua Fiat Bravo aspettando che sua moglie Michela terminasse il suo turno di lavoro in Comune, o tra le vie del centro storico pronto ad «attaccare bottone» sull’ultima novità amministrativa di turno.
Rocco Voto, fino all’ultimo ha combattuto e non si è arreso
Se l’è portato via un brutto male contro il quale combatteva dall’inizio di quest’anno e che lo ha costretto ad abbandonare le sue abitudini, ma non la sua voglia di combattere. Perché Rocco Voto, fino all’ultimo ha combattuto e non si è arreso. Così come aveva abituato tutti con il suo modo di fare tra gli scranni del Consiglio comunale tra cui è stato all’opposizione, insieme ai colleghi Marta Rabacchi e Antonino Colloca, tra il 2004 e il 2009, nel primo mandato dell’ex sindaco Aldo Corgiat.
Era un ischitellano orgoglioso, e - anzi - non nascondeva a nessuno le sue origini. Ne faceva un motivo di orgoglio e di appartenenza. Così come, in qualche modo, valeva per la Città di Settimo. Un po’ perché ci ha vissuto per anni, prima del trasferimento a Rivalba, e un po’ probabilmente per quella sua inarrestabile voglia di impegnarsi per gli altri. Pensionato Michelin, ormai lontano dal lavoro dai tempi della riforma Fornero, Rocco Voto anche se non era più tra gli scranni del Consiglio comunale non ha mai smesso di impegnarsi per gli altri e di osservare quello che accadeva sul territorio di Setttimo. «Guardava delibere, determine, seguiva i consigli comunali», ricorda la moglie Michela. «Non si è mai tirato indietro per aiutare e sostenere il prossimo». Un impegno per la cittadinanza che però Rocco Voto non ha mai fatto pesare alla moglie e al figlio Angelo. «Abbiamo sempre ben vissuto il suo impegno politico e sociale - spiega la moglie Michela -. Alla famiglia non ha mai tolto tempo e mai ha fatto mancare nulla. Anzi, siamo sempre stati contenti e orgogliosi della sua voglia di fare e di impegnarsi per il territorio, oltre che onorati anche noi dell’incarico che ha ricoperto come Consigliere comunale. Ci credeva e noi lo abbiamo sempre sostenuto nelle sue iniziative e nel suo impegno politico e amministrativo per la Città». «Da quando l’ho conosciuto - racconta ancora la moglie Michela - ho sempre pensato e continuo ancora oggi a pensare che Rocco “era una brava persona”. Tutte le testimonianze di affetto che ci stanno circondando in questi giorni ce ne stanno dando la dimostrazione lampante. Siamo contenti che abbia lasciato qualcosa, così come siamo assolutamente certi che Rocco fosse una persona caparbia nel perseguire le sue idee ma al tempo stesso tanto intelligente da capire quando il mondo intorno a lui cambiava e quando c’era da “aggiustare il tiro” rispetto alle sue idee iniziali».
I funerali
In tanti lunedì 21 agosto, si sono presentati alla San Vincenzo de’ Paoli per l’ultimo saluto a Rocco Voto e per stringersi al dolore della famiglia. Tra i partecipanti anche alcuni rappresentanti dell’attuale Amministrazione, ma anche delle precedenti, le stesse che Rocco Voto l’avevano conosciuto da vicino con quelle battaglie vissute in quei consigli comunali che terminavano a notte fonda. «Ha voluto dare il suo contributo in questo mondo», ha detto don Paolo Mignani che ha officiato le esequie. «Se ognuno di noi oggi scrivesse quello che porta dentro di Rocco, uscirebbe un bel malloppo», riflette Don Paolo, ricordando quella che senza dubbio stata «una figura di spicco per la politica settimese che tra le fila della sinistra locale ha scritto importanti pagine di storia della "battaglia politica" locale. Senza mai perdere di vista il rispetto per l'avversario di turno e, anzi, costituendo quasi uno stimolo anche per le amministrazioni che - dalle fila dell'opposizione - ha "combattuto a lungo"». Ma, oltre alla politica, ci sono anche altri capitoli che hanno segnato la vita di Voto. La sua infanzia al sud, l'arrivo al nord, il lavoro, la malattia. E ancora, l'impegno nel sociale «che ha portato avanti nella realtà critica, nel mondo dell'opposizione». «Rocco era presente, si faceva responsabile», ricorda Don Paolo, soffermandosi anche su «un altro grosso capitolo: il matrimonio con Michela, la sua famiglia, da cui è nato Angelo». «Insieme hanno condiviso 40 anni di vita e vi siete voluti bene – prosegue Don Paolo -. Adesso, c'è la moda di dire "tanto tutti si separano". Michela e Rocco non non si sono separati e ho la sensazione che Michela abbia il cuore sfasciato». Ed è stata proprio la sua Michela, con la voce rotta dal pianto, a rivolgergli l'ultimo saluto. Poche parole, piene di gratitudine e di amore: «Grazie a tutti voi. Ciao Rocco».