L’addio ad Alfredo Schiavi partigiano e uomo di sinistra
Si è spento a Sanremo, dove abitava da tempo. Il cordoglio del Pd
L’addio ad Alfredo Schiavi partigiano e uomo di sinistra.
Alfredo Schiavi
Partigiano, tipografo, militante di sinistra (quella vera), collaboratore sindacale, padre, nonno.
Si potrebbe riassumere così Alfredo Schiavi, morto nel fine settimana a 96 anni a Sanremo, dopo una vita passata fra Torino e Venaria.
Qualche giorno fa, su Facebook, aveva fatto scrivere a sua figlia Ida la seguente frase: «Un grazie a tutti quelli che mi hanno seguito in questi anni. Vi abbraccio.... È ora!». Perché sapeva perfettamente come stesse arrivando il fatidico momento.
La sua storia
Nato a Pavia nel 1926, dopo aver studiato in un Istituto religioso, a 18 anni aveva deciso di diventare partigiano, arruolandosi nel 7° distaccamento della 52esima Brigata Garibaldi Luigi Clerici.
Terminata la guerra di liberazione, divenne tipografo al giornale “Il Ticino”, poi a Milano, al “Corriere della Sera”. Poi disse: «Prendo il primo treno e vado dove mi porta», ha detto in una recente intervista. Ovvero Torino, alla tipografia “Popolare”, quella di riferimento per il Partito Comunista Italiano.
A Torino, negli anni post guerra, ha avuto l’onore di conoscere e stare al fianco di grandi scrittori italiani come Italo Calvino, Cesare Pavese, Gianni Rodari, Giovanni Arpino.
Per anni è stato il confidente grafico di Calvino: «Ero uno dei pochi che poteva assistere alle riunioni alla Einaudi», ricordava. È stato anche la guardia del corpo di Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, quando si spostavano per le loro brevi vacanze.
Il suo impegno
A Torino, e poi a Venaria, la lunga militanza nel Pci, nel Pds, nei Ds e poi nel Pd, oltre che essere storico attivista Cgil e dell’Anpi ed essere stato per anni il cuore pulsante delle Feste dell’Unità della Reale.
A Venaria è ricordato anche per aver fatto nascere la cooperativa “Airone” per dare una mano alla città nella raccolta differenziata.
Per anni, in campagna elettorale, realizzava i cartelli per gli “uomini sandwich”, per fare propaganda in piazze e mercati.
«Caro Alfredo ti ricorderemo per il tuo aiuto, il tuo supporto, per la tua voglia di mettere sempre in prima linea i valori di partigiano e attivista. La tua determinazione, la tua visione politica a volte anche autoironica ci rimarrà sempre nel cuore. Grazie di tutto Alfredo», lo ricordano Rossana Schillaci, Stefano Mistroni e l’intero Pd di Venaria.