A San Mauro

La «casetta» dei clochard è sempre più un problema

Tante, nel corso degli anni le segnalazioni dei residenti di via Antonelli

La «casetta» dei clochard è sempre più un problema
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La «casetta» dei clochard è sempre più un problema.

«casetta» dei clochard

Un viavai continuo, che si ripropone ogni sera dalle 22 circa, in poi. Persone che si infilano tra le rovine di quella struttura disabitata e abbandonata da anni, e che trovano lì un riparo sicuro per trascorrere indisturbati la notte. E’ quanto emerge dalle testimonianze dei cittadini di via Mezzaluna e via Antonelli, relative alle frequentazioni della casetta al fondo proprio di quest’ultima. Un edificio vuoto, abbandonato durante il giorno, ma che di notte si anima e si popola di persone senza fissa dimora, clochard.

Già tante segnalazioni

Sul caso, già molte le segnalazioni arrivate in questi anni, da cittadini e dalla politica, ma nessuno è ancora riuscito a ottenere una chiusura definitiva degli accessi da parte del privato, proprietario dell’immobile. «E’ una vicenda che si trascina da almeno vent’anni», spiega Ugo Dallolio, ex primo cittadino che anni fa aveva sigillato gli ingressi e che oggi, dai banchi dell’opposizione, chiede interventi all’attuale Amministrazione. «Quando ero sindaco avevo fatto sì che venisse chiuso con il cimento il portone di accesso all’edificio. Una soluzione che ha retto per un certo periodo, ma non poteva essere definitiva. Inoltre, avevo predisposto una potatura degli alberi e della vegetazione lì intorno. Aspetto, quest’ultimo, fortunatamente mantenuto dall’attuale Giunta. Tuttavia, nessuno, finora, è riuscito a ottenere la chiusura definitiva della struttura dal proprietario». E Dallolio, sul tema, ha già presentato diverse interrogazioni in Consiglio comunale, al fine di sollecitare il Comune a far prendere provvedimenti. «Potrebbero infatti firmare un’ordinanza attraverso cui si obbliga il proprietario dell’immobile a chiudere gli accessi, in modo tale che più nessuno riesca a entrare e a bivaccare lì dentro».
Anche i cittadini, negli anni, si sono mossi per segnalare il problema. «Una situazione di potenziale rischio - evidenziano -. Infatti, i timori sono che possano scavalcare e andare nell’area box dei condomini limitrofi, importunando i residenti; o far divampare un incendio dai falò che accendono per scaldarsi. Insomma, non è una situazione sostenibile e il Comune deve intervenire, per tutelare la sicurezza dei cittadini e di queste persone che trovano un riparo di fortuna sebbene non sia il posto più idoneo». Raccomandate e comunicazioni protocollate sono state recapitate, negli anni, sia al comando della Polizia locale, sia alla stazione dei Carabinieri, oltre ovviamente al Comune. «Ma nessuno in questo periodo ha mai dato una risposta - continuano i cittadini -. Ci saremmo aspettati che il sindaco o l’assessore competente prendesse a cuore la questione, intervenendo e prendendo dei provvedimenti. Vorremmo che il Comune facesse murare porte e finestre della struttura, impedendo nuove incursioni e risolvendo definiitvamente il problema. Purtroppo in questi anni non è mai stata data dimostrazione di interessarsi alla problematica, e adesso siamo tutti preoccupati che la situazione possa sfuggire di mano».
E lo scorso 21 novembre, degli operai si sono recati sul posto per affiggere dei cartelli di divieto di accesso. «Spriamo sia un primo passo verso la completa chiusura dello stabile».

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