Cinzano

La cappella di San Desiderio, un patrimonio nel degrado

Ora, grazie all’interesse di Davide Alaimo sono partire alcune iniziative per recuperare questo bene storico

La cappella di San Desiderio, un patrimonio  nel degrado
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La cappella di San Desiderio, un patrimonio nel degrado

Cappella San Desiderio

La piccola chiesetta di San Desiderio rappresenta certamente un patrimonio storico per il paese di Cinzano. Purtroppo si trova in gravi condizioni di degrado, che con il passare degli anni è aumentato e peggiorato sempre di più.

Il recuperto

Ora l’obiettivo è quello di provare a recuperarla. «Il piccolo edificio - sottolinea Davide Alaimo, che dai tempi del liceo studia con passione il patrimonio artistico cinzanese - è di fondazione romanica, ha una facciata rifatta a fine ottocento, e presenta nella zona absidale i resti di una annunciazione del 1400 ad affresco di cui ormai resta ben poco, con ai lati le figure di San Desiderio  e San Silvestro. Il tetto è sfondato in più punti, la volta  crollata per metà. Oltre 20 anni fa andai con il muratore Biglietti a sistemare un po’ di tegole dopo il crollo di parte del cornicione a destra della facciata, ma l’intervento “omeopatico” ovviamente non è bastato a scongiurare i successivi crolli. Il primo incontro con la chiesetta San Desiderio avvenne circa 30 anni fa, ero un ragazzo. Don Francesco mi  diede le chiavi perché potessi prendere le misure e studiare l’ antico edificio, lui era molto anziano e già da alcuni anni non diceva più la messa il 23 di maggio, giorno di San Desiderio. Ho ancora persino una copia dell’autorizzazione del vicario del vescovo di allora. Quindici anni fa, dopo l’ennesimo furto in cui venne asportata persino l’ acquasantiera in pietra  infissa nel muro, portai la pietra sacra dell’altare nella casa parrocchiale, volevo evitare almeno la profanazione. Saltuariamente sono tornato per staccare l'edera dagli antichi muri, constatando di volta in volta il progressivo degrado. Poche settimane fa sono tornato per accompagnare un collega  che voleva cimentarsi nel “restauro virtuale”di un  affresco. Da allora un pensiero mi toglie il sonno: bisogna fare qualcosa.  Da qui la  visura catastale per rintracciare gli “azionisti” della cappella e cercare di trovare una soluzione».
Aggiunge Alaimo: «Ho iniziato con l’aggiungere una catena alla vecchia serratura più volte forzata. Al momento il rischio di crollo è molto alto e sarebbe molto pericoloso entrare senza caschetto protettivo.

Gli interventi

Nei prossimi fine settimana, con un gruppo di volontari arruolati sui social, tra cui il gruppo Facebook di amici dell'arte romanica in Piemonte, faremo un pronto intervento di messa in sicurezza.  L’idea è di dedicare il primo alla pulizia dell’area da rovi, rifiuti e alberi che si sono “appoggiati” ai muri perimetrali, il secondo alla rimozione o messa in sicurezza di tegole e mattoni che potrebbero cadere da un momento all’altro e il terzo, condizioni meteorologiche permettendo, alla copertura provvisoria con un telone. Tutto questo permetterà di cercare con calma una soluzione più  efficace, con l’assistenza della soprintendenza che è stata informata»

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