Il caso

Indagine sulla rete no-vax radicale: un ruolo chiave a Castiglione

Una 61enne del paese tra gli indagati accusati di aver pianificato azioni di protesta contro le istituzioni

Indagine sulla rete no-vax radicale: un ruolo chiave a Castiglione
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Castiglione Torinese si trova al centro dell'attenzione mediatica e giudiziaria a causa di una recente inchiesta condotta dalla Digos e dalla procura di Torino.

Nella foto la scuola di Castiglione imbrattata nel marzo 2014 con scritte No-vax

Indagine sulla rete no-vax radicale: un ruolo chiave a Castiglione

L'indagine riguarda un gruppo strutturato a livello nazionale, accusato di aver orchestrato una serie di atti vandalici contro istituzioni e simboli pubblici, in nome della lotta contro l'obbligo vaccinale anti-Covid.

Al vertice dell'organizzazione, secondo gli inquirenti, vi sarebbe un 55enne di Ivrea, affiancato da una 61enne residente proprio a Castiglione Torinese, identificata come la principale reclutatrice del gruppo .

L'inchiesta ha portato alla notifica di 12 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, con l'accusa di associazione per delinquere. Il gruppo, che si autodefinisce "guerrieri", avrebbe agito principalmente durante le ore notturne, compiendo atti di imbrattamento e deturpamento su edifici scolastici, ospedali, sedi sindacali e altri luoghi simbolici tra Torino e la sua provincia. Le azioni contestate coprono un periodo che va dall'ottobre 2021 all'aprile 2024.

Quell'episodio a marzo 2024

Non è la prima volta che Castiglione Torinese viene coinvolta in episodi simili. Nel marzo 2024, la scuola media Enrico Fermi e il cimitero del paese furono imbrattati con scritte "no vax" di colore rosso. L'atto vandalico suscitò grande indignazione nella comunità, soprattutto perché la scuola era frequentata dal giovane Andrea Vincenzi, scomparso a soli 12 anni pochi giorni prima.

L'amministrazione comunale intervenne prontamente, ripulendo le strutture in poche ore e avviando le indagini per identificare i responsabili.

Le recenti scoperte giudiziarie sembrano collegare questi eventi, suggerendo che l'imbrattamento del 2024 possa essere stato parte di una più ampia campagna coordinata a livello nazionale. La presenza di una figura chiave dell'organizzazione proprio a Castiglione Torinese rafforza questa ipotesi.