In decine per il presidio alla Cgil settimese dopo l’atto vandalico con svastiche e insulti
Organizzata dopo quanto accaduto lo scorso 27 settembre.
In decine per il presidio alla Cgil settimese dopo l’atto vandalico con svastiche e insulti.
Presidio Cgil
Che non ci fosse alcuna intenzione di arretrare e di lasciarsi intimidire da un atto vandalico «e vile», come è stato più volte sottolineato, era evidente. Ma i fatti e la grande partecipazione al presidio organizzato ai piedi della Camera del Lavoro di via Matteotti hanno reso, meglio di ogni parola, la volontà di non soprassedere e di continuare a «presidiare», appunto, il territorio: contro ogni violenza, discriminazione e attacco.
L'appello
Dopo l’appello lanciato dalla segretaria della Cgil di Settimo Alfonsina D’Onofrio si sono presentati in decine da ogni parte del territorio lo scorso primo ottobre. Troppo difficile lasciar correre quanto accaduto nel pomeriggio di lunedì 27 settembre, alle 17, tra le scalinate e le stanze dello storico edificio settimese. A quelle svastiche e quegli insulti lasciati sui muri il sindacato ha voluto reagire subito, immediatamente, e ha scelto di farlo con la presenza. Ed è stata proprio Alfonsina D’Onofrio a ripercorrere le tappe di quanto accaduto, dalla tempestiva informazione alle forze dell’ordine e fino ai tanti messaggi di solidarietà ricevuti dopo il grave episodio. «Dopo le prime ore di tensione, sgomento e rabbia per essere stati violati nel luogo in cui lavoro e accoglienza trovano la loro dimora - ha sottolineato D’Onofrio -, con i compagni e le compagne abbiamo ritenuto necessario organizzare questa “Notte Aperta”. Da sempre la Cgil rappresenta presidio di democrazia e di legalità, nel Paese e sul territorio. Non ci facciamo intimidire da quanto accaduto, non abbiamo paura del buio, siamo qui presenti in tanti. Tutti accomunati da un’idea di organizzazione popolare contraria a qualsiasi forma di violenza fascista». «Sempre di più assistiamo nel Paese ad attacchi intimidatori, ispirati dall’odio e da idee razziste e antidemocratiche che cavalcano le legittime paure delle persone per raggiungere i propri scopi politici». «Mi rivolgo agli autori del vile sfregio, non abbiamo paura e faremo di tutto per illuminare il buio della ragione, per difendere la democrazia e la Costituzione nata dalla Resistenza».
Tanti i presenti
Accanto e intorno alla segretaria c’erano tanti rappresentanti del mondo del lavoro, cittadini comuni, attivisti di associazioni del territorio, istituzioni locali. C’era anche la bandiera dell’antifascismo, l’Anpi settimese, che ha fermamente condannato il gesto contro la Cgil settimese. C’era anche Sergio Bisacca, in qualità di rappresentante della Società Operaia di Mutuo Soccorso, che nacque proprio nel palazzo di via Matteotti. «Dobbiamo un ringraziamento alla Cgil, avete fatto la cosa giusta. Quando avvengono cose di questo genere bisogna reagire subito». Un plauso per non aver taciuto il gesto è arrivato dalla sindaca Elena Piastra. «E’ importante ritrovarsi insieme di fronte a temi che sono comuni e che oggi hanno un linguaggio nuovo. Non credo che questo sia stato “un caso”, credo che andremo sempre di più incontro a episodi simili. La pandemia ci ha fatto trovare molto esposti, estremamente fragili, anche non pronti e preparati dal punto di vista dei servizi sociali, sanitari, quelli fondamentali. Ci ha trovati ancora più esposti sul “dopo”: un dopo che ci ha resi “nudi” come comunità. Abbiamo ritrovato la discussione sul concetto di libertà, presa e smembrata da più parti: quando noi utilizziamo, è successo anche nel nostro Consiglio comunale nei giorni scorsi, la Costituzione come argomento, come luogo di ritrovare risposta nell’esautorazione totale del significato di quel documento, noi ci troviamo davanti alla necessità di spiegare quanto è necessario difendere il senso di protezione della comunità che è più importante, sempre, di quella del singolo».
«Penso che la scelta di tenere aperta la Camera del Lavoro di Settimo fino a tarda notte - ha sottolineato Enrica Valfrè, segretaria generale della Cgil di Torino - sia il segnale più giusto per rispondere alle scritte naziste che abbiamo trovato nella nostra sede. Essere aperti ancora di più, essere presenti, non lasciare nemmeno un centimetro di spazio a chi, con un atto anonimo insulta non solo la Cgil, ma la nostra storia, la storia democratica di Settimo e della Società Operaia». Intanto le indagini dei carabinieri proseguono, per cercare di dare un volto e un nome e un cognome all’uomo protagonista dell’incursione all’interno dei locali di via Matteotti.