Il vigile urbano di Settimo, licenziato dal Comune di Volpiano
«Asservito a un criminale? Mai avuto nulla da spartire con la ’ndrangheta»

Dopo il provvedimento di licenziamento firmato dal comune di Volpiano, Paolo Busso, settimese, classe 1968, ex ispettore della Polizia Locale di Volpiano, accusato dei reati di abuso d’ufficio e accesso abusivo a sistema informatico, racconta la sua verità.
Il vigile urbano di Settimo, licenziato dal Comune di Volpiano
Il suo nome compare nell’inchiesta «Platinum”, avviata dalla Dia nel 2021 per fare luce su una rete estesa di infiltrazioni mafiose nel Canavese.
In quella stessa indagine finiscono in carcere i fratelli Mario e Giuseppe Vazzana, oggi condannati in via definitiva a 6 anni di carcere per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa.
Paolo Busso, all’epoca in servizio a Volpiano, venne accusato di aver favorito i Vazzana tra il 2015 e il 2018 rispetto a sei verbali amministrativi, e di aver tratto in inganno l’addetta dell’ufficio anagrafe per ottenere, su richiesta di Giuseppe Vazzana, l’indirizzo di residenza dell’ex comandante Franco Roffinella.
La sua verità
«Sono entrato nella polizia municipale di Volpiano nel 2001 grazie a un concorso, ma ho lavorato come vigile anche a Settimo dal 2012 al 2014 – racconta Busso, mentre ripercorre la sua lunga vicenda professionale e giudiziaria – Non ho mai avuto problemi e le mie prestazioni sono state sempre giudicate buone anche dai colleghi. Poi nel maggio 2021 inizia il mio incubo.
Appena inizia a circolare il mio nome, viene aperto il primo procedimento disciplinare a mio carico: vengo subito messo in ferie forzate e sospeso per 20 giorni senza retribuzione, ma a settembre vengo reintegrato.
Nel febbraio 2022 la Procura chiude le indagini e vengo rinviato a giudizio, subendo l’apertura di un nuovo procedimento che mi lascia a casa con il 50% dello stipendio».
Nel settembre 2023 arriva la sentenza dei giudici di primo grado: nove mesi per accesso abusivo a sistema informatico e tre mesi per aver favorito Vazzana in tre verbali su sei (per gli altri tre il fatto non sussiste).
Nel 2024 la sentenza si ribalta
Secondo il Tribunale di Ivrea, Busso avrebbe accertato un’infrazione semaforica da parte di un veicolo intestato ai Vazzana, senza poi procedere alla decurtazione dei punti patente; avrebbe omesso la notifica di una multa per sosta in area a pagamento senza biglietto, e di verbalizzare una mancata revisione del veicolo senza procedere alla riscossione della sanzione.
«Ho sempre svolto il mio lavoro con correttezza – si difende Busso – Erano tempi difficili. Gli errori e i problemi tecnici del sistema erano frequenti. E l’indirizzo di residenza non era un dato sensibile».
Nell’ottobre 2024 la sentenza d’appello ribalta buona parte del verdetto. Il reato di abuso d’ufficio viene escluso per via della sua abrogazione con il ddl Nordio, e l’accesso illecito viene ritenuto di «particolare tenuità», con una sanzione ridotta a un risarcimento di mille euro al Comune di Volpiano.
Un nuovo processo
La Cassazione, però, non condivide l’impostazione dei giudici d’appello, ritenuta «obiettivamente contraddittoria».
E nella sentenza del 17 aprile 2025 ha ordinato un nuovo processo d’Appello, sottolineando la «pluralità di elementi che descrivono una apprezzabile offensività della condotta tenuta da Busso» e la «sussistenza dell’aggravante dell’abuso dei poteri da parte del pubblico ufficiale», nonché «la sostanziale messa a disposizione nei confronti di un appartenente alla criminalità organizzata».
«Io, asservito a un criminale? – si domanda Busso – Non ho mai avuto nulla a che fare con la ’ndrangheta.
Non ho mai fatto favori a Vazzana semplicemente perché non me li ha mai chiesti, né avrebbe avuto motivo di farlo. Lo conoscevo soltanto come gestore della mensa comunale e come un imprenditore incensurato, ben integrato nel tessuto sociale e commerciale di Volpiano. I nostri rapporti si sono interrotti nel 2018, quando si è trasferito a Chivasso per aprire una tabaccheria. All’epoca nessuno nutriva sospetti, né si parlava di affiliazioni. Ora stiamo discutendo con i miei legali come procedere e nel nuovo processo d’appello chiederò di essere assolto nel merito. È una questione di dignità».
Una misura drastica
E mentre la giustizia penale riprende il suo corso, il 22 maggio 2025 il Comune di Volpiano ha già chiuso il capitolo con una misura drastica licenziando Busso senza preavviso, con un provvedimento dell’Ufficio procedimenti disciplinari, per la rottura irrimediabile del rapporto di fiducia e il grave danno d’immagine arrecato all’ente. Anche su questo punto l’ex vigile non fa passi indietro: «È un provvedimento ingiusto, sproporzionato e basato più sull’immagine mediatica che sui fatti.
Rispetto la decisione della Commissione disciplinare, ma ricorrerò al giudice del lavoro. Non ho più nulla da perdere, ma non smetterò di lottare per riavere il mio posto. E pensare che fra pochi anni sarei potuto andare in pensione...».