Carabinieri

Il prestito, poi le minacce e la violenza: usuraio settimese colpisce ancora

Sei anni fa era già stato arrestato per estorsione: la vittima in quel caso era arrivata a togliersi la vita, stavolta è morta per un aneurisma

Il prestito, poi le minacce e la violenza: usuraio settimese colpisce ancora
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Sei anni fa era già stato arrestato per estorsione Una condotta che evidentemente era tornato a tenere una volta uscito dal carcere, dove ora si trova nuovamente.

Il prestito, le minacce e l'escalation di violenza

Dei problemi di salute, la conseguente modifica dei turni di lavoro e la relativa decurtazione dello stipendio. Queste le ragioni che, nell’agosto del 2021, hanno spinto a un operaio 56enne di Settimo  a chiedere un prestito di 6mila euro a Davide Molino, 49enne anche lui di Settimo. E quei soldi «arrivano». Ma a una condizione: un anno e mezzo per restituirne 9mila, ben 3mila in più.

Un debito che però il 56enne non riesce a saldare. Molino inizia con gli insulti, per poi passare alle minacce vere e proprie via telefono e di persona: «Bastardo oggi fatti trovare perché ti ammazzo come un cane». «Ti sparo in testa». «Adesso vengo sotto casa tua e ti sfascio la macchina». «Ti sto venendo a cercare per tutta Settimo a piedi, cerca subito di venire sotto casa mia, io sono il tuo padrone». Questi alcuni degli avvertimenti.

L'episodio decisivo, quella goccia che fa traboccare un vaso ormai colmo di paura e disperazione, si verifica quando la vittima viene speronata da Molino mentre è alla guida della sua auto. A quel punto l’operaio va dai carabinieri e denuncia tutto.

L'indagine

Di qui l’indagine da parte della procura di Ivrea e dei pm Alessandro Gallo e Mattia Cravero e che ha permesso di arrestare Molino (difeso dall’avvocato Stefano Idem) per estorsione.

Nel frattempo, però, il 56enne operaio è morto l’anno scorso per una ischemia.

Il tragico precedente

Molino non è nuovo a finire in carcere per estorsione. Sei anni fa, infatti, era stato arrestato assieme a un complice per aver prestato 10mila euro a un imprenditore di Leini, chiedendone indietro ben 14.700 euro. Il motivo del prestito? Debiti con i fornitori che non riusciva a pagare.

Ma anche in quella circostanza, l’imprenditore non era riuscito a ripianare il debito, arrivando togliersi la vita nell’agosto 2018.

Un giorno prima l’imprenditore era andato dai carabinieri di Volpiano, raccontando per filo e per segno la sua vicenda e chi fossero i suoi aguzzini. Tra cui il 49enne settimese, che dopo il carcere era tornato libero. Senza mai perdere, a quanto pare, quel «vizio».

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