La storia

Guarito dal Coronavirus a 81 anni

Il racconto di Mario Giraldo, 81 anni di San Mauro

Guarito dal Coronavirus a 81 anni
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Guarito dal Coronavirus a 81 anni.

Guarito dal Coronavirus

«Quando mi hanno detto che anche il secondo tampone era negativo e che ero guarito ho fatto un salto di gioia. E' stato uno dei momenti più belli della mia vita». Mario Giraldo, pensionato, 81 anni, di San Mauro, ora può davvero raccontare di avere sconfitto il Coronavirus. «A mente fredda, ripensandoci, oggi, dico di essere stato anche fortunato, ma ho sempre lottato con determinazione. Certo, ci sono stati momenti durissimi da superare, ma ce l'ho fatta e ora voglio lanciare a tutti un appello importante: state attenti, non sottovalutate il Coronavirus. E' vero che ora la situazione sta migliorando, ma è fondamentale utilizzare la mascherina quando si è in pubblico e mantenere un adeguato distanziamento sociale. Non si scherza su queste cose. Il Coronavirus è un mostro. Mi ha colpito in forma molto pesante e devo dire che in alcuni momenti ho avuto anche paura di non farcela, anche se mentre vivi certe situazioni non ti rendi conto effettivamente di quello che ti sta accadendo attorno».
Da circa un mese Mario Giraldo è tornato a casa sua in zona Pra Granda, accolto da striscioni di benvenuto ed applausi dei vicini di casa. «Mi hanno fatto un piacere enorme, non me li aspettavo. Subito dopo essere rientrato a casa ero effettivamente ancora molto stanco. Ad un cero punto mia moglie mi ha detto di uscire un attimo in balcone e qui ho trovato questa bellissima sorpresa». Mario Giraldo, in ambito politico sanmaurese, può essere certamente considerato una colonna di quello che oggi è il Partito Democratico. Un militante convinto, di quelli che non appaiono spesso sotto i «riflettori», ma che sono fondamentali perché senza di loro non ci sarebbe nessuno pronto a portare i gazebo e gli striscioni in piazza. «In molti mi hanno chiesto di parlare, subito dopo il mio rientro a casa. Ho deciso di aspettare perché ero molto stanco, avevo bisogno di recuperare. Durante tutto questo periodo ho perso 7-8 chili. Ora, però, sto benissimo, e voglio dirlo a tutti».

La storia

Tutto è partito da quella che poteva sembrare una normale febbre, ma che in realtà non lo era affatto. «Mia moglie ha chiamato la nostra dottoressa, che non smetterò mai di ringraziare per la sua prontezza. Con la tachipirina la temperatura non scendeva e dunque lei, immediatamente, ha chiamato l'ambulanza facendomi portare all'ospedale di Chivasso, avviando tutte le procedure del caso. Arrivato all'ospedale il trambusto era davvero grande, così come la confusione. D'altronde erano proprio i giorni del maggiore picco di contagi, quindi l'attenzione era altissima. Dopo avermi comunicato che ero positivo, mi hanno ricoverato al piano. I primi giorni sono stati terribili. Soprattutto il momento in cui ho visto arrivare all'ospedale mia moglie. Anche lei positiva. Per me è stata davvero una mazzata tremenda. Ho seguito alla lettera tutte le indicazioni e le procedure che mi erano indicate dai medici e dalle oss. Ho trovato delle persone meravigliose, splendide, sempre disponibili, che mi hanno coccolato dall'inizio alla fine, quando mi è stato comunicato che potevo tornare a casa, finalmente». Mario Giraldo ricorda ogni momento della sua degenza in ospedale. «Per circa 6 giorni ho vissuto con in testa il casco completo che mi permetteva di respirare meglio. Mi sono reso conto che da quel momento le cose hanno iniziato ad andare nel verso giusto e che sarei guarito. Per fortuna mia moglie è stata ricoverata all'ospedale solo una settimana. Poi l'hanno fatta rientrare a casa e ha vissuto in quarantena fino a quando anche lei ha avuto la conferma di essere guarita. Alla mia età, forse, potevano essere poche le aspettative di una mia guarigione. Nella vita io ho sempre cercato di mantenermi in forma. Cammino tutti i giorni all'aria aperta. Ed è stato questo che, anche a detta dei medici, probabilmente, ha rappresentato una spinta in più, decisiva, per farmi vincere».

Una nuova vita

Superato e vinto il Coronavirus ora Mario Giraldo affronta tutto quello che succede con maggiore tranquillità, e scherza anche sul significato del termine positivo. «Voglio considerare quello che succede con positività, nel senso che voglio sempre pensare che le cose possano andare bene. Ripensandoci, quando ero piccolino ho vissuto qualche anno in periodo di guerra, riuscendo a superalo. Ora, rischiare di essere ucciso da un virus invisibile, che non si conosce, mi ha fatto davvero molto riflettere». Tutta San Mauro ha tifato per Mario, per la sua guarigione. «Mi ha commosso, qualche giorno fa, proprio al Mercatò, ricevere gli applausi della gente ferma in coda per entrare che mi ha riconosciuto, sapendo quello che avevo attraversato. Sono momenti che difficilmente si scordano».

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