A GASSINO

Gli angeli della Croce Rossa tornati in azione nella guerra al Coronavirus. VIDEO

Una serata con i volontari operativi ogni giorno sul territorio

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Gli angeli della Croce Rossa tornati in azione nella guerra al Coronavirus. VIDEO

Croce Rossa

A giugno, alla fine del primo lockdown, in molti abbiamo pensato di aver scampato il pericolo. Ritenevamo che, nel rispetto delle regole, la vita stesse pian piano tornando alla normalità invece, trascorso il periodo estivo e con l’inverno che bussava alle porte, siamo nuovamente ricaduti nella seconda ondata di Covid. Un’epidemia infinita che questa volta ha preso alla gola non solo i più anziani ma anche i giovani. Ma, a differenza della prima ondata, gli angeli sono diventati demoni. I medici, gli infermieri, in particolare il personale sulle ambulanze, secondo alcuni neo complottisti, si starebbero divertendo a girare a vuoto per le città al solo scopo di infondere paura tra la gente.
Ma la stragrande maggioranza degli italiani - e dei nostri concittadini - crede in loro, li considera i loro angeli protettori. E se ancora ce ne fosse bisogno, siamo andati a trovarli, per testimoniare sul campo quello che di grande stanno fanno ogni giorno per la collettività.

Una serata con loro

Sono quasi le 20 di giovedì 19 novembre e siamo davanti ai parcheggi dell’autorimessa del Comitato della Croce Rossa Italiana di Gassino Torinese e Sciolze. Ad attenderci, il presidente Luciano Perin e i componenti del turno serale. «Stiamo facendo la check list all’ambulanza. Operazione che viene effettuata ogni qualvolta il mezzo torna alla base e si prepara a uscire per un nuovo turno – racconta Samuele Maccario, trentasettenne volontario, membro del Consiglio direttivo del comitato locale e delegato dell’area emergenza 3 –. Operazione preceduta sempre dalla sanificazione del mezzo attraverso un macchinario che rilascia un fumo sanificante».
Terminate le operazioni di sanificazione, e predisposto il kit personale, sono pronti alla prossima missione. «Ognuno di noi ha un sacco dove sono riposte le dotazioni di sicurezza. Un kit per preservare la nostra incolumità e proteggerci quando, oramai il 90% delle volte, usciamo per chiamate Covid– spiega –. Un kit composto da una tuta, un paio di calzari, due paia di guanti, una maschera Ffp2 e una visiera. Accessori che dovranno poi essere tolti seguendo una scrupolosa procedura all’interno di un’area specifica».
E nell’attesa della prossima chiamata c’è anche il tempo per scherzare, forse un modo per sdrammatizzare e alleggerire la tensione «Da oggi abbiamo fatto un passo in avanti in quanto da questa sera le chiamate dalla centrale operativa arriveranno attraverso il tablet. Comunque c’è sempre il centralino in sede che risponde alle chiamate. All’interno abbiamo una cucina e una camera da letto. La vita adesso è un po’ diversa perché non possiamo stare in tanti – spiega Maccario –. La cucina era il nostro punto di aggregazione. Adesso possiamo al massimo mangiare due per volta. Nelle camere da letto, si dormiva in quattro, c’erano due letti a castello. Adesso possono riposare solo in due».
E proprio mentre Mauro Lorenzon e Cristina Maso ci ricordano come fosse stato un incubo indossare il Kit di protezione in estate «Ad ogni uscita dovevamo cambiare la maglietta», arriva Filomena Catalano, oggi di turno al centralino, ad avvisare che è ora di partire perché è giunta una chiamata.
Prima di salutarci Maccario ci tiene a precisare come «La Croce Rossa non è solo ambulanza. Spesso viene associata solo alle emergenze e agli incidenti e proprio per questo motivo uno può pensare di non essere in grado di fare il volontario– sottolinea –. Croce Rossa Italiana è un mondo dove ci sono tantissime attività. A partire proprio da quella fondamentale della centralinista, perché una buona chiamata è fondamentale per la sua riuscita. Ma c’è anche impieghi come il gruppo Cinofili, quello della Protezione Civile e i servizi sulle piste da sci. Abbiamo bisogno di volontari che ci diano una mano».
L’ambulanza è pronta, la dotazione è già stata predisposta. Un cenno di saluto e via a soccorrere un’altra vita. Grazie ragazzi.

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