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Fisioterapia per bimbi disabili sospesa, manca il personale: dopo un mese... la soluzione

«Giovedì 23 finalmente è arrivata la notizia del rinnovo del contratto alla precedente terapista»

Fisioterapia per bimbi disabili sospesa, manca il  personale:  dopo un mese... la soluzione
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È una storia a lieto fine (per ora) quella che vi raccontiamo su queste colonne. Una «vittoria» di un gruppo di mamme che si sono rivolte al nostro giornale per avere risposte dall'Asl To4 in merito alla riattivazione del servizio di fisioterapia per bambini disabili, dislocato tra i distretti di Settimo e San Mauro.

Fisioterapia per bimbi disabili sospesa, manca il personale: dopo un mese... la soluzione

Un servizio che fino a pochi giorni fa è rimasto sospeso per circa un mese per l'assenza di “Tnpee”, ossia terapisti della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva. «Mio figlio ha 8 anni ed è affetto da Sma, l'atrofia muscolare spinale – racconta una sanmaurese ai nostri taccuini -. La terapista che lo seguiva precedentemente è andata in pensione ed è subentrata, attraverso una convenzione con la fondazione Don Gnocchi, un'altra specialista che copriva Settimo e San Mauro. Già a dicembre 2023, però, c'era stata la sospensione di una settimana di queste attività perché doveva essere rinnovato il contratto. Trascorsi i sette giorni, hanno riattivato il servizio per qualche altro mese. Adesso è da fine aprile che, in attesa di un nuovo accordo, non facciamo più terapia». Un disagio che ha gettato nello sconforto diverse mamme, pronte a battersi per quella che definiscono «una giusta causa».

Il racconto delle mamme

Ed è per questo che hanno affidato la loro testimonianza a La Nuova Periferia che, ricevuta la segnalazione, nella giornata di martedì 21 maggio ha provveduto a chiedere delucidazioni all'Asl To4. «I nostri bambini sono fermi – denunciavano le mamme -. Sospendendo le terapie, tolgono la speranza ai bambini e anche ai genitori». «Mia figlia ha 6 anni e mi era già stata interrotta la terapia domiciliare perché la bambina aveva fatto progressi e ritenevano giusto attivarla per altri casi. Ho compreso la situazione, ci mancherebbe, e mi sono limitata alle due sedute settimanali presso l'Asl. All'inizio, per comodità andavamo a Settimo dove, però, non c'erano le risorse e così ci hanno dirottato a San Mauro», racconta un'altra mamma con bimba affetta da Sma, la prima ad essersi sottoposta al Regina Margherita ad un delicato intervento alle anche che non era mai stato eseguito per trattare l'atrofia muscolare. «Adesso siamo in un periodo epocale in cui sono state messe in commercio delle terapie “sperimentali” che non guariscono dalla malattia ma, in certe situazioni, aiutano. È tutto soggettivo ma nel caso di mia figlia, soprattutto dopo l'intervento, se non fa esercizio si atrofizza il muscolo», spiega la donna che ribadisce l'importanza della fisioterapia. Un percorso che, seppur non risolutivo, rappresenta una luce in fondo al tunnel della malattia. «Essendo una patologia degenerativa, quel movimento che gli specialisti fanno fare ai bambini facendoli giocare è importante. Si tratta di esercizi come l’allungamento che non fai durante la vita quotidiana perché i bambini si stancano e servono delle figure competenti. Ma noi siamo mamme, non fisioterapiste – si sfoga -. Possiamo informarci ma non abbiamo le esperienze e lo conoscenze giuste per sostituire quel percorso con le attività a casa». «Io i risultati li ho visti e questa sospensione non mi sembra giusta indipendentemente dal fatto che ci sia mia figlio. Vorrei solo avere una risposta – chiedeva una madre - e sapere come devo muovermi perché le terapie private che ci sono state proposte costano 60 euro a seduta». Un esborso economico che non tutte le famiglie riescono a sostenere, soprattutto quelle in cui ad avere un impiego fisso è solo uno dei due genitori. «Io non ho ripreso a lavorare per seguire mia figlia – confessa qualcuna -. Siamo delle mamme con dei bambini che purtroppo hanno delle difficoltà nella società. Per quanto cerchi di essere positiva, i nostri figli sono diversi e vengono guardati con occhi diversi. Emotivamente è pesante e poi si aggiungono problemi come burocrazia e fisioterapia. Queste situazioni non ce le siamo cercate e pur provando ad essere forti alcune di noi cadono in depressione. Ripeto, siamo mamme, non fisioterapiste». Ma ora qualcosa sembra essersi mosso. Dopo un’attesa di un mese, giovedì 23 maggio alle mamme è arrivata la notizia del rinnovo del contratto alla precedente terapista. Proprio 48 ore dopo la richiesta de La Nuova Periferia all'Asl To4. «Coincidenze» (positive) della vita.

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