Venaria Reale

Entro cinque anni l’ex caserma diventerà un albergo a «5 stelle»

L’accordo è stato ratificato dal presidente del Consorzio, Michele Briamonte, e dal presidente dell’ICS, Andrea Abodi.

Entro cinque anni l’ex caserma diventerà un albergo a «5 stelle»
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Entro cinque anni l’ex caserma diventerà un albergo a «5 stelle».

Ex caserma

Entro cinque anni, a Venaria, nell’ex Caserma Gamerra, tra via Don Sapino e via Montello, sorgerà un albergo extra lusso 5 stelle.

Il progetto

Questa l’idea avuta dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude - di cui fa parte la Reggia - e la Banca ICS, Istituto per il Credito Sportivo, che lo scorso giovedì 8 settembre hanno ratificato l’accordo per l’erogazione di un mutuo da 30 milioni di euro che permetterà la realizzazione di questa opera e il contestuale recupero di uno spazio ad oggi abbandonato.
Un’operazione alla Versailles, tanto per citare un esempio abbastanza recente.

La sigla dell'accordo

L’accordo è stato ratificato dal presidente del Consorzio, Michele Briamonte, e dal presidente dell’ICS, Andrea Abodi.
I due attori protagonisti hanno già fatto un passo in avanti in questo percorso, con uno studio di fattibilità già commissionato alla società Colliers International: lo studio ora verrà attenzionato dal consiglio di amministrazione della Reggia. Ma si tratta di una pro forma.
Nel progetto ci sarebbero anche alcune suites nei sottotetti della Reggia, a disposizione di persone decisamente facoltose, in una ottica «luxury».
«La Convenzione tra l’Istituto per il Credito Sportivo e il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, potrebbe fare da vero e proprio spartiacque, laddove la cultura inizia ad essere vista come effettivo e imprescindibile motore economico del Paese Italia. Un’industria dalla forza prorompente che agisce sul territorio di pertinenza, e di conseguenza sul benessere nazionale, apportando benefici al tessuto economico, sociale e imprenditoriale. Una visione che prende il via anche attraverso un finanziamento che mette alla prova le capacità gestionali, progettuali e manageriali dell’Ente. Il patrimonio culturale visto come cardine per la crescita del Paese, attorno al quale ruotano moltissime realtà economiche e imprenditoriali che senza la centralità delle attività culturali non esisterebbero.», commentano Briamonte e Abodi.

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