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Emergenza Coronavirus, sono pronti i kit realizzati "in house" per eseguire i tamponi. VIDEO

Soddisfatto il presidente Cirio: "In questo modo la Regione riesce a fare fronte all’esigenza di fare più tamponi".

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Emergenza Coronavirus, sono pronti i kit realizzati "in house" per eseguire i tamponi.

Emergenza Coronavirus

Grazie all'Università di Torino e a quella del Piemonte orientale, sono stati prodotti in house i kit con reagenti per lo screening del Coronavirus. I due Atenei Piemontesi hanno così seguito la richiesta della Regione Piemonte di effettuare test diffusi. Un risultato importante, che permetterà di rispondere all'esigenza di fare più tamponi.

"Coinvolte due accellenze"

Molto soddisfatto il presidente Alberto Cirio:

“In questo modo la Regione riesce a fare fronte all’esigenza di fare più tamponi sapendo che più test si faranno, più reagenti saranno necessari, ed è per questa ragione che abbiamo coinvolto le nostre eccellenze come le due Università di Torino e del Piemonte Orientale. In pochi giorni abbiamo incrementato l’attivazione dei laboratori da 2 a 18 e soltanto ieri abbiamo eseguito oltre 3600 tamponi”.

"Soluzioni rapide per i test"

Ha aggiunto l'assessore Marnati:

«L’idea di coinvolgere gli atenei deriva dal fatto che in questo momento servono soluzioni rapide per effettuare i test. La sperimentazione ha certificato la validità di tutti i test che sono stati messi al confronto con quelli presenti sul mercato. Questa è la dimostrazione che la ricerca e la scienza sanno dare le giuste risposte a ogni fabbisogno, con orgoglio il Piemonte dimostra di essere sempre all’avanguardia dimostrando di avere un modello universitario eccellente».

"Abbiamo fatto sistema"

Molto soddisfato anche l'assessore alla Sanità Icardi:

«Il Piemonte dimostra ancora una volta la capacità di fare sistema. Le migliori eccellenze regionali della Ricerca, dell’Industria e della Sanità hanno saputo unire le forze e fare la differenza in questo momento di grave emergenza per il Piemonte. Siamo grati a tutti coloro che hanno collaborato a questo importante progetto, che ci permette di muoverci in autonomia su un fronte strategico come quello dei reagenti per i test sul virus».

La progettazione

Il test si basa sulla tecnica nota come reazione a catena della polimerasi per trascrizione inversa utilizzando un kit per la diagnosi del virus, assemblato e testato per la sua validità in laboratorio. Ed è proprio questo kit che è stato progettato ed allestito in questa settimana, nei laboratori del Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino. I ricercatori si sono coordinati con i Direttori dei Laboratori diagnostici della Città della Salute,  Zooprofilattico,  Novara,  Cuneo e altri ancora. Il Centro Interdipartimentale di Biotecnologie Molecolare, di cui il dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze della Salute è il maggior afferente, e il Centro di Ricerca Traslazionale sulle malattie autoimmuni e allergiche  possiedono laboratori attrezzati e ricercatori altamente specializzati che hanno risposto numerosissimi, con entusiasmo, mettendosi a disposizione immediatamente.

I due Rettori

Spiega Stefano Geuna dell'Università di Torino:

"Questa iniziativa è una pronta risposta all’eccezionale emergenza causata dalla pandemia COVID-19 ed è nata dalla relazione virtuosa tra le Università, la Regione e il territorio. UniTo ha subito messo a disposizione tutte le sue competenze, i laboratori e gli strumenti per l’allestimento di un test “in house” per l’identificazione del Coronavirus, progettando il kit con i reagenti ottimali per il rilevamento del virus. La capacità di condurre questi test da parte del Sistema sanitario è, infatti, attualmente a rischio a causa anche della carenza di kit reperibili. Per questo motivo, il nostro Ateneo, che conta una comunità di oltre 80 mila persone, ha voluto fare la sua parte, partecipando direttamente, con le proprie competenze, alla lotta contro il Covid-19».

Aggiunge  Gian Carlo Avanzi, dell'Università del Piemonte Orientale

«Il nostro Ateneo  ha risposto all’appello della nostra Regione attraverso l’impegno, l’entusiasmo e l’abnegazione dei suoi ricercatori, che hanno messo in campo il loro elevato profilo professionale per arrivare in brevissimo tempo a questo importante risultato. Come medico e come rettore sono davvero orgoglioso che le competenze presenti nel nostro Ateneo e le strutture altamente specializzate possano contribuire a superare questo momento di emergenza per la nostra comunità».

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